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Tartarughe marine: le sorprese del nido di Fetovaia

Deposizione record con ben 124 uova ma problematica per durata e clima

Il nido che sembrava non essere stato portato a compimento dalla tartaruga marina Caretta caretta osservata all’alba dell’8 agosto sulla spiaggia di Fetovaia, nel Comune di Campo nell’Elba, si è rivelato invece una deposizione record – ben 124 uova – ha avuto una cova lunghissima, quasi 80 giorni, e condizioni meteorologiche e temperature a volte davvero problematiche.

Il nido, non individuato e quindi non monitorato, è stato scoperto grazie all’uscita dalla sabbia di un piccolo nella serata del 19 ottobre scorso. Da quel momento si sono registrate diverse nascite e in uno di questi giorni, purtroppo, è stata trovata morta una piccola tartaruga nella vegetazione vicino al parcheggio, probabilmente attratta dalle forti luci dei lampioni, uno dei problemi più grandi per la sopravvivenza dei piccoli al momento dell’emersione.

Ma alla fine lo scavo di questo nido tardivo – il secondo del 2023 a Fetovaia – ha prodotto un piccolo tesoro di informazioni scientifiche che saranno molto utili sia al progetto europeo LIFE TurtleNest coordinato da Legambiente nazionale e al quale partecipa anche ARPAT come partner, sia per i dati che confluiscono nel progetto NatNet di Regione Toscana a cui partecipano attivamente le tre università di Pisa, Siena e Firenze insieme a Istituto Zooprofilattico e ARPAT.

Dalla sabbia di Fetovaia sono stati raccolti 77 gusci di uova schiuse e 47 uova non schiuse per un totale appunto di 124 uova deposte. Nel nido erano presenti diversi piccoli ancora vivi che hanno poi raggiunto autonomamente il mare e, purtroppo, alcuni morti. Il successo di schiusa è stato basso rispetto a quello altissimo delle precedenti nidificazioni all’isola d’Elba.

“Ancora una volta  – sottolinea Legambiente – le nostre volontarie e i nostri volontari sono stati preziosissimi e infaticabili, sfidando il maltempo e facendo in modo, senza interferire, che le nostre amate tartarughine potessero raggiungere il mare senza subire disturbi e senza essere ulteriormente attratte dall’inquinamento luminoso”.

Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe marine di Legambiente Arcipelago Toscano conclude: “E’ stata un’esperienza bella e faticosa, resa più gradevole dalla gentilezza con la quale siamo stati seguiti dallo staff del Pino Solitario. Un’esperienza che in questa eccezionale estate con otto nidi di Caretta caretta nella nostra isola ha coinvolto oltre 150 volontari ed è stata l’occasione per parlare di biodiversità, mare e cambiamenti climatici con migliaia di turisti. Anche di questo bisogna ringraziare le nostre meravigliose tartarughe marine”.

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