Di recente è stato organizzato a Portoferraio all’’Hotel Airone il Convegno dal titolo “Isola d’Elba – Stati Generali del Turismo sostenibile all’Isola d’Elba” di cui si è letto sulla stampa. Ho avuto modo di partecipare e, grazie allo spazio concessomi dagli organizzatori, ho potuto portare un contributo personale a nome dell’Amministrazione di cui faccio parte, esponendo l’esperienza maturata sul campo dal Comune di Capoliveri.
Ciò che è emerso dagli interventi del Convegno, a cui hanno preso parte esponenti delle varie associazioni di categorie imprenditoriali presenti sull’Isola e rappresentanti delle Istituzioni locali e della Regione Toscana, è la presa d’atto che la stagione turistica 2023, soprattutto nel periodo luglio/agosto, è stata caratterizzata da un calo di presenze all’Isola d’Elba, fenomeno in linea con quanto di regola avvenuto nella maggior parte delle località turistiche italiane. Ciò alla luce della generale situazione di criticità economica originata dall’onda lunga della pandemia su cui si è innestata la crisi dell’Ucraina, fattori scatenanti che si sono riverberati sui prezzi delle materie prime, sui tassi dei mutui e quindi sull’aumento dell’inflazione. E’ evidente che tante famiglie hanno dovuto fare i conti con la realtà di una diminuzione delle risorse economiche disponibili, riducendo e/o rinunciando alle vacanze oppure scegliendo mete meno costose o raggiungibili senza attraversare il mare che comporta oltre che quello dell’alloggio anche quello del traghetto.
Tale consapevolezza ha costituito, ad avviso dei vari relatori ed anche della sottoscritta l’occasione per sollecitare iniziative correttive della programmazione delle attività turistiche visto che l’Isola d’Elba dispone di caratteristiche e potenzialità ben superiori a quelle fino ad oggi espresse. Dal Convegno è quindi emersa la necessità di un graduale sforzo di adeguamento delle strutture ed infrastrutture presenti sul territorio alle istanze di una domanda oggi orientata verso un turismo di qualità, a costi razionali e ambientalmente sostenibile. Senza adeguati interventi di sistema a tutela delle risorse naturali, quest’isola di sogno rischia di disperdere l’unicità ambientale che la individua per cedere il passo allo sfruttamento non razionale delle risorse (si pensi soltanto al mare) che, come ben sappiamo, non sono beni illimitati ed in grado di rigenerarsi all’infinito, con ripercussioni sulla salute della popolazione come anche dell’economia dell’Isola d’Elba.
Ben vengano dunque: a) l’Accordo di Programma tra i soggetti istituzionali e l’imprenditoria come suggerito dal Consigliere Speciale della Presidenza della Regione Toscana; b) il Progetto Elba 2030 in 10 punti illustrato durante il Convegno. Tali iniziative hanno il merito di aver individuato e proposto soluzioni concrete per mirare oltre che alla destagionalizzazione del turismo elbano, puntando, oltre che sul tradizionale turismo balneare anche su quello sportivo e sulla valorizzazione della storia e delle attrattive naturalistiche dell’isola così come avviene in altre realtà turistiche, dato che l’Elba è la maggiore delle piccole isole italiane e dispone di aree naturalistiche e di un’offerta di prodotti agroalimentari di eccellenza che costituiscono occasione per vacanze all’insegna della cultura e della scoperta delle tipicità del territorio. Quindi il richiamo è a un sempre maggiore coordinamento delle istituzioni e dell’imprenditoria dell’isola che, senza rinnegare l’unicità e la tipicità delle comunità locali, faccia leva sulla condivisione degli sforzi e delle idee verso l’obiettivo comune che è e resta la valorizzazione del turismo di qualità dell’isola.
Mi preme però ricordare che il tempo della programmazione teorica è scaduto e occorre agire in fretta anche usando i modelli già individuati negli anni precedenti a tutela del turismo sostenibile per pervenire al superamento delle criticità evidenziate finora dal territorio.
Al primo punto deve porsi quindi la tutela del mare che costituisce una delle risorse fondamentali dell’isola con la sua indiscussa attrattività; è quindi prioritario per gli enti locali farsi promotori del potenziamento del numero e della qualità degli impianti di depurazione oltre che della manutenzione di quelli esistenti anche inserendoli all’interno dei piani di programmazione territoriale: non è impossibile! L’isola ha infatti un picco di presenze temporalmente definito e il mare ha il tempo di rigenerarsi nei mesi invernali. I depuratori servono eccome! Ricordo che nel territorio di Capoliveri sono stati già progettati dal Gestore due ulteriori impianti di depurazione da realizzare a Lido e a Naregno: la loro realizzazione attende solo il superamento degli ultimi passaggi che possono essere ovviati anche attraverso la collaborazione degli enti locali.
Pari importanza riveste il riciclo delle acque reflue da destinare all’irrigazione dei giardini e al sostegno dell’agricoltura visto che l’acqua dei pozzi non può sopperire in maniera esclusiva a tale esigenza. Quindi occorre inserire nei piani di programmazione territoriale degli enti locali – qualora non ancora previste – prescrizioni ad hoc per la realizzazioni di impianti di reimpiego delle acque reflue prevedendo incentivi per le strutture che se ne dotino.
In tale direzione il Comune di Capoliveri, fra le varie iniziative in cantiere a sostegno dell’ambiente, ha approvato l’elaborazione di uno studio di fattibilità, per dotare il territorio comunale di un impianto di fotovoltaico diffuso, attraverso la messa a disposizione di aree pubbliche, per il contenimento della spesa energetica e soprattutto dell’inquinamento atmosferico nell’ottica della realizzazione a 360 ° di un moderno Comune green, come giusto aspettarsi in un’isola facente parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Quindi buttiamo oggi più che mai il cuore oltre l’ostacolo perché il gioco vale la candela che illumina e…non inquina!
Avv. Laura Di Fazio
*Assessore alla Tutela Dell’Ambiente del Comune di Capoliveri
Luciano Andreotti
È dal 1947 che frequento Cavo
Tutt’oggi paesino delizioso , fin troppo tranquillo.
La poca visione del futuro ha prodotto danni che oggi si riscontrano nella chiusura di molte attività.
Negli ultimi decenni si pensò che il turismo stagionale potesse durare all’infinito.
Mete altrettanto belle ma decisamente meno onerose si trovano in tutti i continenti.
La bellezza del territorio poteva essere sfruttata meglio, vedasi i percorsi naturalistici abbandonati a se stessi, i pochi monumenti ,esempio il mausoleo Tonietti, in completo disfacimento.
I percorsi minerari tra Rio Marina e Cavo dimenticati.
Un accordo tra gli imprenditori marittimi e quelli del turismo mai pensato, con lo scopo di calmierare i costi di attraversamento.
Un accordo con le varie associazioni ,che in Italia sono numerose , per portare turisti nei periodi di bassa stagione ,permetterebbe di ammortizzare i costi delle attività e fare buona pubblicità turistica.
Lo sfruttamento ittico da parte di pochi professionisti comporta una pesca distruttiva, mai regolamentata con determinazione , penalizza la pesca sportiva foriera di turisti ad alto reddito.
La mancanza di professionisti ,elettricisti muratori, giardinieri, assistenti tecnici, fa’ rendere la vacanza ,per chi ha casa ,un problema .
Comunque Cavo e l’Elba tutta , rimane nel cuore.
28 Ottobre 2023 alle 23:03
Marco
L’isola d’Elba è per me un posto magico e meraviglioso, tuttavia sono costretto a concordare con l’articolista e con i vari altri commenti circa la scarsità di depuratori (io frequento Pomonte), l’esagerato numero di cinghiali e mufloni (chi li ha reintrodotti dovrebbe farsi carico di ridurne la presenza o di confinarla), le numerosissime cacche di cane a bordo strada e di esseri umani all’inizio dei sentieri.
Insomma all’incuria si aggiunge la maleducazione.
Peccato non accudire e mantenere il decoro di un’isola così bella, unica e, torno a dire, magica.
24 Ottobre 2023 alle 12:17
Maria pace partini
Io amo l’Elba dove ho una casa a marciana ma la situazione è diventata insostenibile a causa dei mufloni e dei cinghiali che invadono e distruggono e inquinano il territorio anche in zone recintate.
Io amo gli animali ma questa è una invasione incontrollata : siamo costretti a conferire la nettezza alle 5 di mattina altrimenti questi animali riescono ad aprire anche i secchi chiusi.
Pensateci perché piano piano abbandoneremo con grande dispiacere questa isola in cui non è stata fatta una politica di conservazione del territorio.
23 Ottobre 2023 alle 21:24
Hotel Brigantino
Turismo di qualità con strutture di qualità !
23 Ottobre 2023 alle 13:29
Alda
Buongiorno,
io abito in pianura padana, che è inquinatissima e mi aspettavo di respirare finalmente il famoso “profumo del mare” in un’isola marina, lontana dal continente, invece a Portoferraio, a causa dei numerosi traghetti che fanno la spola con la terraferma e dal traffico dei tanti motorini ( …e pensare che e’ Ottobre, chissà ad Agosto) ho provato l’amara esperienza di sentirmi soffocare a causa della nebbia di smog che rende l’aria irrespirabile, mai avrei creduto. Inoltre ho trovato l’isola molto sporca, sicuramente a causa della stagione estiva appena finita, della maleducazione della massa di turisti che la affollano d’estate, ma credo anche del poco rispetto che gli abitanti hanno per la la bellezza della loro isola, credo che i Comuni, la popolazione ed i turisti possano sicuramente impegnarsi MOLTO di più nella pulizia…Ho visto con i miei occhi, su una strada panoramica mozzafiato, sacchi di plastica neri, contenenti foglie (ok buttate le foglie, ma non lasciate plastica in giro!!) Portoferraio è piena di cacche di cani, un campo minato.
È stata per me una sofferenza, la mancanza di RISPETTO per una Natura così generosa e meravigliosa, non può accadere: adesso è inaccettabile! Nonostante tutto isola d’Elba fantastica.
23 Ottobre 2023 alle 13:02
Anna Cattaneo
Gli impianti di depurazione non andrebbero fatti solo nel comune di Capiliveri ma anche nel golfo di Portoferraio poiché a volte il mare è così sporco da impedire la balneazione.
23 Ottobre 2023 alle 11:30