I turisti stranieri che intorno alle 20,00 del 19 ottobre, passeggiavano sulla spiaggia deserta e buia di Fetovaia, nel Comune di Campo nell’Elba, probabilmente si aspettavano di tutto meno che trovare, dove quasi la spiaggia finisce, accanto alle tamerici, un esserino scuro, zampettante, ribaltato a pancia in su, ma hanno capito subito che si trattava di una piccola tartaruga marina Caretta caretta che aveva perso la strada, forse attratta da qualche luce, e che invece di dirigersi verso il mare era andata verso l’entroterra.
Dopo l’eccezionale nascita ad agosto di 79 tartarughine marine (con un successo riproduttivo del 97%), ormai Fetovaia e le tartarughe sono diventate un binomio inscindibile e i turisti hanno avvisato subito Capitaneria di Porto e ARPAT che hanno detto loro cosa fare: hanno messo il cucciolo disperso in una ciotola come della sabbia bagnata e l’hanno portato in un’area della spiaggia da dove potesse raggiungere da sola il mare che batteva il litorale spinto da un vento del sud.
Un meccanismo collaborativo di intervento ben oliato e che ormai funziona alla perfezione, visto che dopo qualche minuto sono arrivate le volontarie di Legambiente Arcipelago Toscano che, nonostante l’oscurità, hanno individuato sulla sabbia le minuscole tracce della tartarughina maratoneta e, seguendole, sono arrivate proprio nell’area dove all’alba dell’8 agosto, una mamma tartaruga fece quella che venne considerata una deposizione fallita, perché – nonostante numerosi sondaggi – non si trovarono le uova.
Invece, proprio lì dove la grossa tartaruga marina aveva scavato è stato scoperto più di due mesi dopo il caratteristico piccolo cratere di uscita dei suoi avventurosi e tenaci figli e l’area è stata subito messa in sicurezza dai volontari del Cigno Verde, guidati da Isa Tonso e aiutati da Michele Teggi del Pino Solitario, che hanno immediatamente comunicato la scoperta ad ARPAT e al progetto LIFE TurtleNest.
Insomma, le uova e poi le tartarughine sarebbero rimaste per 72 giorni sotto la sabbia di Fetovaia dove non erano state trovate. Una schiusa tardiva ma che è paragonabile a quelle di altre località della costa toscana.
Ora bisognerà capire se la piccola tartaruga solitaria era la retroguardia di una schiusa più numerosa o l’avanguardia di altre nascite. Per farlo i volontari e le volontarie di Legambiente sorveglieranno questo insperato nido autunnale, ma già questa inattesa tartarughina li ripaga della delusione delle schiuse fallite a Marciana Marina e a Marina di Campo.
Per sapere quante uova di tartarughine marine erano state depositate nel secondo nido di Fetovaia che sembrava non esserci bisognerà aspettare che venga “scavato” dai ricercatori del progetto NatNet di Regione Toscana a cui partecipano attivamente le tre università di Pisa, Siena e Firenze insieme a Istituto Zooprofilattico e ARPAT.
E’ comunque l’ottavo nido di tartaruga marina accertato nell’eccezionale stagione di nidificazione del 2023 all’Isola d’Elba. Qualcuno aveva detto scherzando che, di questo passo, le schiuse avrebbero tenuto impegnati i volontari di Legambiente Arcipelago Toscano fino a Natale, ma sicuramente si arriverà fino a novembre. Una cosa impensabile nel mondo di prima del cambiamento climatico.