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Dissalatore, l’Elba sta metabolizzando la sua necessità?

Un articolo e un video dell'Autorità Idrica Toscana fanno il punto sulla questione

Il golfo di Mola

A che punto è la dissalazione in Toscana? Lo spiega la stessa Autorità Idrica Toscana, con un articolo (pubblicato da Greenreport.it) a firma di Alessandro Agostinelli, capo ufficio stampa dell’AIT, ma soprattutto con un video nel quale le autorità territoriali, compresi i sette sindaci elbani, alcuni dei principali stakeholders dell’economia dell’isola ed altri testimonial tecnici, ambientalisti e della stessa popolazione residente, esprimono la loro opinione sulla necessità di provvedere in qualche modo alla autonomia idrica dell’isola e sulla opportunità o meno di realizzare un dissalatore all’Elba. Un articolo  – e soprattutto un video – da leggere e da vedere, per avere un panorama completo del futuro della gestione della risorsa idrica, e del presente legato alla realizzazione del dissalatore di Mola. Due le notizie, intanto, che emergono dalla lettura e dalla visione dei documenti predisposti dall’AIT: il dissalatore di mola sarà operativo tra un anno (l’articolo è del 2 ottobre 2023, ndr), ed è cambiata la situazione degli scarichi nel Golfo Stella, con le tubazioni prolungate molto più al largo rispetto alla soluzione precedente, per neutralizzare al massimo l’impatto della salamoia di scarto con l’ecosistema dei fondali. Ecco di seguito articolo e video.

 

Se quest’anno non si è sentito parlare di siccità è soltanto perché ha piovuto a maggio. Ma la questione della scarsità delle risorse idriche non si placa. Se il problema è stato minore in Italia, si è aggravato in centro Africa. Anche per questo centinaia di migliaia di persone cercano di attraversare il Mediterraneo, anche per la scarsità della risorsa primaria per la vita: l’acqua.

Anche per il cambiamento climatico in corso, si sta facendo strada in Italia la produzione di acqua potabile dalla risorsa marina. Taranto e Isola d’Elba sono alle prese con la costruzione di dissalatori che dovrebbero portare maggiore tranquillità per l’accesso all’acqua alle popolazioni di quelle zone.

Con la desalinizzazione si mettono a disposizione di residenti e turisti, soprattutto nelle aree costiere e nelle isole, grandi quantitativi di acqua. E col sistema dell’osmosi inversa, che spreca molta meno energia di altri sistemi ed è ambientalmente sostenibile, si può anche risparmiare sulla produzione di acqua dolce.

L’Italia è circondata dal mare e la Toscana è una delle regioni italiane con il maggior numero di dissalatori in funzione. Ce n’è uno sulla costa, nella località di Punta Ala, nel Comune di Castiglione della Pescaia. E poi ce ne sono altri su tre isole: Capraia, Giglio, Giannutri.

Un altro dissalatore è in costruzione e dovrebbe essere pronto di qui a un anno circa, all’Isola d’Elba (nella foto il rendering, ndr). Con una possibilità di produzione di 2 milioni e mezzo di mc di acqua potabile all’anno e il servizio di 80 litri/secondo diventerà l’impianto di desalinizzazione più importante del Centro Italia.

«L’Elba non ha più, se mai le ha avute, sostanziose riserve di acqua dolce sul proprio territorio – ha dichiarato in un recente documentario sul tema il responsabile nazionale isole minori di Legambiente, Umberto Mazzantini – e la condotta sottomarina che serve a portare acqua dalla Val di Cornia fino sull’isola è a fine vita e potrebbe creare problemi in ogni momento. Il dissalatore, con tutte le migliorie effettuate dal gestore, è al momento l’unica soluzione per mantenere al sicuro l’approvvigionamento idrico elbano».

Dopo una fase di avvio concorde tra tutti, c’è stato un periodo di critiche sull’opera elbana da parte di un sindaco di un Comune elbano. Ma adesso sembra che tutti siano piuttosto convinti dell’utilità dell’opera.

«Da un punto di vista economico per l’Elba – ha detto il direttore generale dell’Autorità idrica toscana (Ait), Alessandro Mazzei – il dissalatore è fondamentale, perché contribuirà a fornire costantemente risorsa idrica, anche nei picchi estivi di presenze turistiche. Questo anche a fronte di una scarsità di acqua nella zona della Val di Cornia, che da sola deve servire tutta la piana colma di produzioni agricole, la città di Piombino e l’Elba appunto. Inoltre l’acqua della Val di Cornia, in più a essere poca è anche scarsa dal punto di vista qualitativo. Quindi serve razionalizzare al massimo la risorsa idrica con infrastrutture necessarie e strategiche come quella del dissalatore di Mola (nel rendering in foto, ndr) sull’isola».

«La garanzia dell’acqua è ormai un dovere del servizio pubblico – sostiene l’ingegner Andrea Cappelli dell’Autorità idrica toscana – perché la sempre più forte urbanizzazione ha modificato il rapporto dei cittadini con le risorse. Pochi ormai hanno abitazioni di campagna con pozzi autonomi. E poi la ricorrente scarsità di piogge, nonostante qualche stagione meno siccitosa, obbliga a confrontarsi con una risorsa in decrescita che deve essere prodotta. La soluzione della desalinizzazione è decisamente la svolta futura per la distribuzione in sicurezza di acqua potabile».

L’Isola del Giglio, per esempio, è ormai autonoma da anni per quanto riguarda l’acqua, con la produzione del suo dissalatore da 30 litri/secondo. Così come l’Isola di Capraia e l’Isola di Giannutri. Altrettanto può passare estati in sicurezza anche la zona di Punta Ala, servita da un impianto che da molti anni funziona a pieno regime.

L’Autorità idrica toscana è all’avanguardia per lo studio e la ricerca sulla dissalazione. Il direttore generale Mazzei ha partecipato negli ultimi mesi a congressi internazionali sull’argomento e ha compiuto visite presso i maggiori impianti di desalinizzazione dello Stato di Israele. La conoscenza dei tecnici di Ait sul tema è profonda e l’ente toscano dimostra di far funzionare perfettamente, tramite i gestori Asa e Acquedotto del Fiora, tutti i dissalatori presenti sul territorio.

L’Isola d’Elba che è divisa in sette municipalità e conta in totale circa 31mila residenti, ha ogni estate un picco di milioni di presenze turistiche. Nell’estate 2022 sono state conteggiate in circa 2,5 milioni di presenze nel solo trimestre giugno-luglio-agosto. Non sono piccoli numeri per un’isola che è la terza d’Italia, ma certo non ha nulla a che vedere, come superficie, con Sicilia e Sardegna. Infine, l’investimento del gestore Asa di oltre 3 milioni di euro per la ricerca perdite nella rete acquedottistica elbana, ha permesso di limitare di molto la percentuale delle stesse.

Molte informazioni sulla dissalazione in Toscana sono presenti, con immagini di impianti e del territorio delle varie isole dell’arcipelago, nel documentario “Risorsa idrica – Toscana: costa e isole”, che affronta in termini approfonditi la questione impiantistica di desalinizzazione e altri temi legati agli argomenti ambientali ed economici della Toscana costiera. Il documentario è visibile a questo link: https://www.youtube.com/watch?v=sm6jf0QXqoQ.

di Alessandro Agostinelli (Capo Ufficio Stampa AIT)

Una risposta a “Dissalatore, l’Elba sta metabolizzando la sua necessità?

  1. Filippo pacini Rispondi

    ma una nuova tubazione sottomarina che voce comune dice di essere un colabrodo con una perdita del 50 % di acqua dolce in mare non sarebbe la cosa piu sensata da fare in tempi rapidi?

    6 Ottobre 2023 alle 8:25

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