Talvolta piccolo è bello. I due musei archeologici cosiddetti minori dell’Elba, quello di Rio Elba e quello di Marciana, espongono alcuni reperti di tutto rispetto che, per la loro bellezza e per la loro unicità, si farebbero notare anche nei grandi musei italiani ed esteri. Nel museo del distretto minerario di Rio, per esempio, è in mostra una stadera da bilancia in bronzo, configurata a busto della dea Atena (IV-V secolo d. C. ), che per le sue qualità armoniche regge il confronto con il busto analogo del Metropolitan Museum di New York. Un manufatto ancora più importante, purtroppo poco valorizzato, è presente nel museo di Marciana. Si tratta di una statuina d’avorio (circa 180 d. C.), in origine rivestita in foglia d’oro, raffigurante un giovane Dioniso, il dio del vino, abbracciato in allegra compagnia con Pan, il dio dall’aspetto satiresco con corna e zampe da caprone. La figurina eburnea fu trovata nel 1967 nel relitto ‘A’ di Procchio, che oggi viene riesaminato da Michelangelo Zecchini in uno studio pubblicato online. L’autore indaga le cause dell’affondamento della nave e, al tempo stesso, analizza di nuovo, con risultati imprevisti, tre fra i prodotti di lusso lì rinvenuti, ossia la cassetta lignea contenente huntite, i frammenti di calici con decorazione geometrica in oro e la suddetta piccola scultura d’avorio. Piccola scultura che, in realtà, non era, come si è creduto a lungo, un tappo di un prezioso portaprofumi o un elemento decorativo di un mobile, bensì, come ha ipotizzato Angelo Mazzei nel 2022, un manico decorato di coltello a serramanico di qualità straordinaria, tanto da costituire uno degli esempi più alti della microstatuaria eburnea di epoca imperiale.
È possibile leggere o scaricare la pubblicazione di Zecchini a questo link: