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Elezioni 2024, Mario Ferrari: “Serve figura che unisca”

Parla l'ultimo sindaco di centrodestra: "Credo più nelle persone che nei partiti"

Da quanto si comincia a leggere sui social media, sui blog e anche su qualche testata giornalistica, ancor prima della fine dell’estate 2023 sono già iniziate le grandi manovre per le elezioni amministrative del 2024. Sono tre i comuni dell’isola d’Elba che andranno al voto nella prossima primavera: Capoliveri, Marciana e Portoferraio. E, se a Capoliveri le polemiche e le schermaglie sono già cominciate da tempo, a Marciana di contro tutto tace. Qualcosa, invece, comincia a muoversi in questi giorni a Portoferraio. Di fronte ad una ri-candidatura ad oggi abbastanza scontata per il centrosinistra del sindaco uscente Angelo Zini,  sembrerebbe esserci nel centrodestra elbano la voglia di ritrovare quella compattezza necessaria per provare a riconquistare Palazzo della Biscotteria: una compattezza senza la quale i lusinghieri risultati politici nazionali del centro destra varrebbero ben poco. Iniziamo dunque ad ascoltare qualcuno dei testimonial più autorevoli, in cerca di notizie e di anticipazioni da regalare ai nostri lettori. Il primo – noblesse oblige – è Mario Ferrari, ultimo sindaco di centrodestra di Portoferraio, pur non ricandidatosi nel 2019. Senza dilungarsi molto sui particolari, Ferrari ha accettato di rispondere alle nostre domande. Ecco l’intervista.

Da ultimo sindaco di centro-destra di Portoferraio, come vede la campagna elettorale che si sta preparando per le elezioni del 2024?

C’è molta attesa in città, e me lo dimostrano le molte persone che continuano a fermarmi in giro, per chiedermi di ricandidarmi, probabilmente deluse dalle scelte e in generale dalla non-presenza fra la gente della amministrazione comunale uscente. Io personalmente non mi sono mai candidato a sindaco, non l’ho fatto nel 2014 – quando mi fu chiesto da altre persone – e non lo farò neanche stavolta. Sono comunque a disposizione se si creeranno le giuste condizioni per lavorare tranquillamente e con i giusti criteri per il futuro di Portoferraio.

Che idea si è fatto dopo le voci che circolano su una presunta unità delle forze di centrodestra portoferraiesi?

Credo più nelle persone che nei partiti. Non dico che la attuale situazione politica non sia favorevole, il problema è che la politica nazionale e regionale non ha consapevolezza di avere rappresentanti poco affidabili a livello locale.

Chi è, allora, secondo lei, il candidato ideale per Portoferraio?

Serve una figura che unisca nello stesso tempo – oltre alla conoscenza del territorio e della sua gente – carisma, affidabilità, capacità di ascolto e, perché no, un pizzico di imprenditorialità. Una persona capace di fare delle scelte e portarle fino in fondo.

Che consiglio dà a un ipotetico candidato?

Innanzitutto di verificare prima di tutto le condizioni della cosiddetta “macchina comunale”. E non parlo solo della composizione degli uffici e della ricopertura dei posti, ma delle motivazioni che chi lavora in un comune deve avere. Soprattutto, però, gli consiglierei di ricordarsi di quanto è successo a me nei cinque anni della mia legislatura: si contorni di persone affidabili e fidate se vuole dormire sonni tranquilli.

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