Vivo all’Elba da diversi anni e ho imparato ad amarla poco a poco girando in lungo e in largo per le sue strade ed i suoi borghi con un vecchio scooter del 2005. Sono felice, mi trovo molto bene e mi piace osservare.
In questi giorni ho visto tanti ciclisti in giro per l’isola, sembrano dei novelli donchisciotte che combattono il cambiamento climatico sulle loro biciclette multicolori che rallegrano la gente al loro passaggio, ma purtroppo forse rischiano la vita. Troppe automobili che vanno veloci e sfiorano gli amici ciclisti col pericolo di investirli.
Sarebbe opportuno che i nostri amici sindaci forse dormienti si destassero dal proprio quotidiano tran tran e cominciassero forse a cercare di programmare o avere una visione per il futuro per un turismo sostenibile e forse diverso. Immagino un domani ricco di benessere e maggiore prosperità per lo scoglio con la definizione – cambiare nella continuità –.
Il turismo anni ’60, ’70, ’80 ha fatto il suo tempo. Tutto ha un inizio e una fine e forse quel modello di turismo non pare essere più sostenibile. Il futuro è un turismo che rispetta la natura, i paesaggi, le coste, le spiagge e la biodiversità dell’isola verde. Un turismo che premia chi fa delle scelte sostenibili e decide di lasciare l’auto o la moto a Piombino e muoversi a piedi, in bicicletta, con i mezzi pubblici oppure con auto e moto elettriche per l’Elba. Un sogno che può essere realtà basta crederci per un domani migliore.
Chi ama lo scoglio forse desidera che i sindaci elbani abbiano una visione a lungo termine che non porta subito a benefici politici, ma investire sul domani per un turismo moderno. È il tempo forse di cambiare e di non solo spendere il denaro pubblico per feste con fuochi d’artificio forse d’antan e dannosi per i nostri amici animali, basta sostituirli con i droni e lo spettacolo è assicurato o in manifestazioni nelle piazze dei borghi troppo rumorose, ci sono i concerti con le cuffie dove la gente balla e si diverte in silenzio senza forse disturbare i cittadini.
Vedo tante famiglie con bambini per le strade dell’isola a piedi o in bicicletta, ma non abbiamo una pista ciclopedonale a loro riservata. Forse è il tempo di progettare e costruire una pista verde ciclabile tutto intorno all’isola, forse una struttura fondamentale per un turismo sostenibile e in sintonia con le nuove esigenze delle future generazioni più attente all’ambiente. La costruzione di una pista verde ciclopedonale dovrebbe essere una priorità per la comunità elbana e forse deve essere a lotti con tempi di 3 o 4 anni per la realizzazione. Si potrebbe iniziare dalla splendida strada sul mare della Costa del Sole che va da Cavoli al bivio per S. Piero.
Si dovrebbero utilizzare delle soluzioni ingegneristiche innovative e anche materiali ecosostenibili. Forse si potrebbe creare una struttura a sbalzo che si sostiene alle pareti delle rocce a strapiombo sul mare. Il progetto deve tenere conto dell’impatto sul paesaggio e del clima. Utilizzare materiali resistenti alle intemperie, come il similegno e delle protezioni in acciaio che devono dare l’impressione come di essere sul pontile di una nave. Una cartolina, unica in Europa, forse nel mondo e una splendida promozione per l’Elba.
Tuttavia, cari amici sindaci e amministratori elbani bisogna correre, fare in fretta, il tempo sta per scadere. Uno degli obiettivi della pista ciclopedonale verde e quello di promuovere un turismo che rispetta l’ambiente e combatte il cambiamento climatico. Le persone, le famiglie devono sentirsi protette al sicuro quando vanno con i propri bambini alla scoperta del nostro territorio con percorsi creati nel pieno rispetto della natura. Spetta a noi tutti elbani proteggere il nostro scoglio e rispettarlo per un nuovo turismo a misura d’uomo e per un domani più prospero e ricco di benessere.
Bidonville la foce
Le piste ciclopedonali sono pericolose per i pedoni perché tanti ciclisti a loro volta non hanno rispetto dei pedoni e ti passano a tutta velocità sfiorandoti , quanto poi alla pista “ecosostenibile” a sbalzo sulle rocce che fa tanto green, mi sembra un oscenità ! Il problema sta a monte, ma nessuno ci vuol sentire, l’isola non può sostenere un traffico di migliaia e migliaia di auto, camper e bus che arrivano ogni giorno in estate, va posto un limite in qualche modo, adesso traghettare un auto o un camper costa meno del biglietto solo passeggeri.
18 Settembre 2023 alle 15:10
Alessandro
Andare a rovinare le scogliere dell’Elba mi pare un’idea tutt’altro che green. Viste le dimensioni dell’isola disincentivare l’uso dell’auto mi pare una priorità ,e visto che il sole non manca, elettrificare la movimentazione interna, anche dei locali, è priorità. Limitato l’uso insensato delle auto, le strade diventerebbero tutte piste ciclabili. A cosa serve tutto quello spostarsi in auto su di un’isola così piccola?Basterebbe un buon servizio di navette elettriche per trasportare i turisti tra un borgo e l’altro. Con i mezzi elettrici leggeri è poi possibile spostarsi in tutta l’isola. A chi conviene tutto quel traffico forsennato oggi presente?
12 Settembre 2023 alle 10:46
Enrico
Condivido in pieno! Comunque ci sono delle strade bianche interne che potrebbero essere usate a questo scopo, vedi un collegamento fra Porto Azzurro (Monte Castello) e Santo Stefano (Magazzini) una strada bellissima che i vecchi usavano e che potrebbe sempre essere utile anche per incendi ecc. adesso inutilizzabile. Poi ce ne sono altri ancora…. Senza spendere cifre eccessive, ma contribuendo alla salute del nostro territorio.
12 Settembre 2023 alle 6:49
Marco Bonatti
Io sono un ciclista “puro”, nel senso che viaggio, mi muovo, vado al lavoro, faccio qualunque cosa con la bici o con i mezzi pubblici. La macchina non ce l’ho proprio.
L’idea però di costruire ciclabili come proposto nell’articolo mi fa pensare a nuove aggressioni all’ambiente. Come già scritto da qualcuno, si rischia di fare la fine della ciclabile sul Garda, che avrà un impatto ambientale fortissimo ed è in fondo solo uno stratagemma per aumentare le presenze turistiche. Preferirei venissero riadattati sentieri o vecchie strade poco o male utilizzate.
12 Settembre 2023 alle 6:45
Elena Trombetta
Sono d’accordo con Marco. Se si curassero le strade secondarie e con esse ovviamente la vegetazione, l isola sarebbe un vero paradiso per i ciclisti e gli escursionisti.
È evidente che il primo passo da fare sarebbe limitare l accesso dei veicoli privati e incrementare il trasporto pubblico con bus o minibus elettrici magari offrendo dei carnet di biglietti superscontati o gratuiti per i ragazzi.
14 Settembre 2023 alle 14:23
Fabio
Io sono in parte d’accordo,nel senso benvenuta ciclabile ma che sia il più possibile integrata nel paesaggio,non le classiche opere futuristiche
Ho visto sul Garda cosa han fatto con la ciclabile sospesa,rovinato il paesaggio
11 Settembre 2023 alle 21:02
Fabio Fabbretti
La percorrenza da Portoazzurro/Capoliveri a Portoferraio in bici è pura follia suicida…..questa la prima opera da progettare.
Muoviamoci !! Non esistono solo le auto,l’isola richiama migliaia di ciclisti….
11 Settembre 2023 alle 13:50
Ania
Assolutamente d’accordo ma con l’amministrazione che c’è qui sembra un sogno!
11 Settembre 2023 alle 12:50
Roberto Cipolla
Condivido tutta l’analisi fatta dal Sig. Sossi,
aggiungo solamente che sarebbe già un buon punto di partenza iniziare con la sistemazione delle strade che sono in condizioni indecenti. Penso che le piste ciclabili forse riusciranno a percorrerle i miei nipotini quando saranno adulti visto l’immobilismo che da sempre vige all’Elba.
Basti pensare che il comune di Portoferraio non è riuscito a fare una ciclabile che dal centro storico arrivi fino al Conad Superstore.
11 Settembre 2023 alle 12:27
Marco
Anch’io frequento l’Elba da 50 anni dove ho anche comprato casa e condivido completamente quanto pubblicato, sopratutto
vivendo ogni anno di più il disinteresse degli amministratori locali nei confronti di tutti coloro che frequentano l’isola, eccezion fatta per i soli residenti.
11 Settembre 2023 alle 11:21