“Su quello che è la vicenda in sé ho da dire ben poco perché ci riguarda poco e niente”. Così il presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano Giampiero Sammuri commenta la vicenda che in queste ultime ore ha investito l’isola di Pianosa. Ci tiene però a precisare due aspetti che secondo il presidente sono stati confusi con l’isola omonima delle Tremiti, da cui rimarca la distanza. “Quando si fa riferimento a concessioni balneari nella nostra isola – specifica – a Pianosa non sono mai state date concessioni e né tantomeno ci sono stabilimenti così come per una vicenda di rifiuti del 2005- 2006 che riguarda proprio quell’isola ma non la nostra”. Per il resto sono fatti che per lo più riguardano altri soggetti diversi dal Parco. “ E’ molto generico che anche per quanto riguarda la pesca non so bene a quali anni ci si riferisce – commenta Sammuri – posso dire che noi abbiamo un efficiente sistema di telecamere che ha consentito in questi anni di prevenire l’arrivo di barche a pesca in quella zona. E quelle poche volte che lo hanno fatto sono state individuate ed è intervenuta la Capitaneria. Difficile dire se una persona che sta sull’isola e oltretutto fa parte delle istituzioni possa fare una cosa del genere”. I controlli ci sono, In estate ci sono due carabinieri forestali fissi, per i tre mesi estivi, sull’isola e fino allo scorso anno anche la motovedetta della Capitaneria. “Poi può sempre succedere di tutto – considera – ma noi non abbiamo dati da questo punto di vista”. Tutte le misure che riguardano le competenze del Parco sono state messe in atto. Ci sono 25 telecamere che guardano il mare, oltre al personale a terra. “I controlli li facciamo – ribadisce – purtroppo i pescatori di frodo, i bracconieri, ci sono. A volte vengono presi a volte no, non possiamo escludere questo, ma le misure di prevenzione e repressione le prendiamo”. Parlando di Pianosa Sammuri prende la palla al balzo anche per rispondere al consigliere regionale Diego Petrucci che accusa il Parco di avere fallito. “Continua a parlare degli edifici che cadono a pezzi – commenta il presidente Pnat – ma quelli non sono del parco ma del Demanio e dell’amministrazione penitenziaria. Non possiamo mettere a posto edifici di altri”. Anzi, specifica che ben tre immobili sono stai ristrutturati per una spesa di 2 milioni e 600 mila euro anche se non sono dell’Ente. Sono la casa dell’Agronomo, Villa Literno e il Museo delle scienze dell’ex direzione. Ed ora c’è anche una novità. “Ci hanno dato in concessione una parte del carcere Agrippa – annuncia – metteremo a posto anche quella parte e la apriremo alle visite. Dopo due anni che lo chiediamo abbiamo una parte del carcere di massima sicurezza su cui investiremo per renderlo fruibile”.
Pianosa, “il Parco ristrutturerà una parte dell’ex carcere”
Sammuri: "Polemiche non ci riguardano, nostre le telecamere contro la pesca di frodo"
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