Il libro “L’amico rivale” (Persphone Edizioni – Le Nasse) è prezioso perché fissa, e non permette che si disperda, la memoria di un fenomeno che, a fiammate marine, ha dato all’Elba grandi soddisfazioni e costruito – apparentemente dal nulla – tradizioni e rivalità che invece covavano come uova di gattuccio tra i coralli del fondo.
Michele Melis lo conosco anche per i suoi magnifici racconti di calcio, ma fino a poco tempo fa non lo sapevo timoniere e ora lo scopro anche minuzioso ricostruttore di una storia che può d sembrare minima ma che è stata – soprattutto con le mitiche 10 remi – la passione di un’isola ancora povera ma che si era già quasi scordata la guerra, annusava il turismo e remava all’unisono, ma un po’ sparpagliata come sempre, verso il benessere.
La ricerca di foto, episodi, ricordi anche autobiografici che non escono mai da un racconto collettivo, sono il filo prezioso e a volte sorprendente di un’isola dimenticata, di volti conosciuti e di “Ah ecco chi era quello”, del tempo pioneristico del turismo dell’EVE che decise di dare agli elbani un grosso gioco fatto di grandi barche e remi. Quella che doveva essere una manifestazione “folkloristica” diventò subito, forse perché toccò un tasto antropologico, quasi genetico degli elbani, un grandioso, appassionante rito collettivo: una guerra marina finalmente in pace.
E poi oltre ai due amici rivali portoferraiesi della Padulella e del Capo Bianco che danno il nome al libro e che accompagnano l’epopea di volti conosciuti per altre cose della vita – o che non avresti mai detto che vogavano ed erano campioni – la forza dei longonesi e dell’Imperia, la caparbietà dei riesi… e un’isola quasi innocente che piano piano si trasforma evolve si modernizza insieme alle sue barche. Spuntano trucchi, operazioni da spie, sabotaggi, noccolate… Fino al genio di Sergio Spina che mette ordine di misure e fattezze, le codifica e le “stampa” in un modello nazionale ancora insuperato. Le donne ai remi, le topoline marinesi di Piero Uglietta con le loro vittorie nazionali, chiudono il cerchio e portano quella passione e quell’isola nel presente.
Io so poco o nulla di questa epopea remiera, ma leggendo il libro appassionato e preciso di Michele Melis ho imparato molto, anche su cose che ero convinto di sapere, mi sono divertito e appassionato, ho rivisto in quelle foto in bianco e nero degli inizi e poi negli strani colori sbiaditi, diventati anche quelli ricordo per noi che ormai siamo abituati al digitale, gente che conoscevo e conosco – magari solo di vista come ci si conosce tutti all’Elba – che non sapevo rosa da una passione sportiva travolgente.
Stasera 14 agosto, alle ore 21:30, al circolo della Vela di Marciana Marina, di fronte a quel mare che ha visto tante battaglie a remi, sconfitte, vittorie e qualche cazzottata, sarà un piacere presentare “L’amico Rivale” e ascoltare chi ne sa molto più di me di una storia di uomini, donne remi e barche filanti. Una storia elbana che ha conquistato l’Italia ma che gli elbani poco conoscono e che Michele ha salvato dalla patina dell’oblio che cominciava a ricoprire quelle foto e quel tempo.
Umberto Mazzantini
“L’amico rivale”, quando l’isola d’Elba andava a remi
di Umberto Mazzantini
Articoli correlati
Una serata dedicata all’energia vitale della poesia
di Gabriella Bassani per Circolo Culturale Le Macinelle
La “Filomena Marturano” della Compagnia del Registro
di Graziano Rinaldi
“Napoleon”, l’Elba dimenticata e la realtà romanzesca
di Alberto Zei