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Elba, isola delle tartarughe: lo conferma il report di Arpat

Con sei nidificazioni l'isola ha il primato in Toscana. Un nido anche a Montecristo?

Le tartarughe marine Caretta caretta continuano a scegliere la costa toscana per deporre le uova. Sono sedici i nidi ad oggi registrati, sei dei quali all’isola d’Elba, cinque in Versilia e cinque nella costa litoranea tra Grosseto, Piombino e Livorno. Invece non ha dato esito positivo la verifica effettuata martedì 8 agosto con i volontari di Legambiente, per probabile nido a Fetovaia, dopo l’avvistamento della femmina sulla spiaggia all’alba; questa indagine ricade nell’ambito del progetto autorizzato in capo al Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa in collaborazione con ARPAT.

Sempre nella giornata di ieri, con il supporto dei Carabinieri Forestali, è stata effettuata una verifica all’Isola di Montecristo a seguito del ritrovamento di una traccia di tartaruga individuata e segnalata nei giorni scorsi dagli uomini dell’arma ma, anche in questo caso, il nido non è stato individuato.

È ormai evidente la correlazione tra la nidificazione delle tartarughe nelle aree costiere settentrionali e i cambiamenti climatici perché con l’aumento delle temperature alcune aree che prima non erano adatte alla schiusa ora lo sono diventate.

Continua a stupire e appassionare la stagione riproduttiva in Toscana. Nottata di grandi novità per le tartarughe marine tra il 5 e 6 agosto:

  • sono nate le prime 58 tartarughine dal primo nido deposto in Toscana, quello della spiaggia di Galenzana, nel comune di Campo nell’Elba all’Isola d’Elba, sotto gli occhi attenti e vigili di Legambiente; altre tartarughe sono nate nelle notti successive (tra il 7 e 9 agosto) portando il numero a 84;
  • è stato scoperto ed accertato da Tartamare il sedicesimo nido Toscano a Vada, nella spiaggia libera della Bucaccia; la femmina che ha deposto questo ultimo nido in ordine di tempo è stata marcata con un tag satellitare dal prof. Paolo Luschi del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa, nell’ambito del progetto Nat.Ne.T di Regione Toscana. (vedi il video più avanti pubblicato)

Si tratta della prima volta che una tale operazione viene messa in atto in Toscana. La grande esperienza del team dell’Università di Pisa è ormai più che decennale, avendo marcato molte tartarughe nidificanti all’estero, nell’Oceano Indiano, Atlantico e molto recentemente anche in Mediterraneo, in Turchia. In Italia, e anche in Toscana, l’applicazione dei tag satellitari si era fino ad oggi rivolta soprattutto agli individui riabilitati nei centri di recupero al momento della loro liberazione. Da oggi quindi la tartaruga di Vada, in costante contatto con un satellite ogni volta che salirà in superficie per respirare, potrà essere seguita e monitorata in tutti i suoi spostamenti che potranno essere visualizzati su una mappa. Interessante per capire se rimarrà in zona o se si allontanerà e, soprattutto, se dovesse uscire ancora dall’acqua per una nuova deposizione. Si conosce infatti ancora troppo poco sulla biologia e la distribuzione delle femmine adulte nelle fasi post o inter riproduttive.

Prima di questi eventi, in ordine di tempo, gli ultimi due nidi accertati erano stati il 2 agosto a Forte di Marmi presso il bagno San Francesco e il 1°agosto a Capoliveri all’Isola d’Elba.

Nella spiaggia di Forte dei Marmi, la tartaruga è risalita per ben 26 metri, deponendo le uova a ridosso di uno dei gazebi dello stabilimento balneare

A Capoliveri, invece, nella notte tra 31 luglio e il 1° agosto, sulla suggestiva spiaggia dell’Innamorata, è stata individuata una femmina in deposizione ed è stata confermata la presenza del nido dai volontari e dalle volontarie di Legambiente.

Altri due nidi erano stati individuati nella notte tra 31 luglio e il 1° agosto nella costa settentrionale della Toscana, uno ancora a Forte dei Marmi e l’altro a Massa. Quest’ultimo, presso il bagno Schiller, è stato traslocato dai volontari dell’Associazione TartAmare, su indicazione dell’Università di Pisa e ARPAT in una spiaggia libera vicina, perché il luogo di deposizione originario è stato considerato a rischio per l’estrema prossimità al mare e per le caratteristiche della spiaggia già sottoposta ad erosione. In merito a questo nido possiamo fornire maggiori informazioni: erano 89 le uova deposte, ne restano ora 88 perché una era rotta, fenomeno che può accadere dato che la tartaruga deposita le uova lasciandole cadere in una buca di circa 30-40 cm di profondità.

Il nido di Forte dei Marmi è stato, invece, individuato in un’area più protetta, una spiaggia libera, a circa trentasei metri dall’acqua, presso l’area naturale WWF delle Dune.

Il fenomeno della nidificazione delle Caretta caretta, presente dal 2013 sulla costa regionale, è destinato a crescere, complici il cambiamento climatico e l’aumento della temperatura del mare. Le temperature sempre più alte, oltre a spostare le nidificazioni in zone settentrionali, influiscono anche sul sesso dei nascituri. Infatti, confermano gli esperti dell’Osservatorio Toscano per la Biodiversità (OTB), nasceranno sempre più femmine, prefigurando una possibile minaccia per la popolazione.

Per la segnalazione di nuovi nidi, ARPAT e Regione Toscana, invitano cittadini e cittadine a collaborare grazie all’applicazione ‘ARPAT – Ambiente in Toscana’ disponibile per Android e IOS, che permette di scattare fotografie e di georeferenziarle in base alla posizione rilevata dal telefono. La collaborazione collettiva consentirà poi al personale tecnico ARPAT di intervenire per le verifiche e, in caso di accertamento nel nido, metterlo in sicurezza, al fine di tutelare questa specie.

Il servizio – realizzato in collaborazione con l’ OTB della Regione Toscana offre una prima apertura alla Citizen science, ovvero alla partecipazione della popolazione alle attività di raccolta di dati e informazioni, con l’obiettivo di accrescere contemporaneamente conoscenza e consapevolezza dei mutamenti in atto.

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