Portoferraio

“Aspetto un alloggio da un anno”. Mamma disperata

Ha due figli, è malata e vive in un appartamento di fortuna. "Non so a chi rivolgermi"

E’ senza casa da più di un anno ed ora è decisa  a fare di tutto perchè lei e i suoi figli possano avere un alloggio degno di questo nome. A parlare è Martina ( nome di fantasia a tutela dei figli piccoli) che da mesi ormai vive con i  suoi due bambini di 10 e 2  anni,  in alcuni locali in cui è stata sistemata grazie all’interessamento di un membro di una delle associazioni di volontariato Portoferraiesi.  Ma è “un alloggio  degradato, era disabitato da molto tempo e dove non è stata fatta manutenzione e quindi non nelle condizioni di essere dato in affitto” ci precisa la stessa persona che le ha trovato questa soluzione, che doveva essere temporanea e solo di appoggio. La  storia di Martina  è quella di molti che aspettano l’assegnazione di un alloggio. Giovane mamma 33enne, con l’arrivo della pandemia,  il lockdown e la cassa integrazione, non  più stata in grado di pagare l’affitto dell’appartamento che aveva. Dopo sistemazioni di fortuna presso conoscenti, il  comune  di Portoferraio le aveva assegnato un alloggio che ha provveduto a   pulire e sistemare. “Ma  dopo pochi giorni mi  è stato detto – ci racconta – che c’era stato uno sbaglio nell’assegnazione e sono stata costretta a lasciarlo”. L’amministrazione comunale le ha trovato una sistemazione in diversi alberghi per qualche giorno. “E poi più niente – ci dice – ho continuato a cercare di farmi sentire, da sola in prima linea per avere un’abitazione  ma per ora solo silenzio. Se non avessi avuto questo posto ora sarei su una strada con i miei bambini”. Ad oggi i suoi due figli possono contare solo su di lei che lavora saltuariamente qualche giorno la settimana. “Non perché non voglia lavorare – spiega  -anzi la possibilità di lavorare c’è ma ho gravi problemi di salute e devo andare in ospedale per visite e cure quasi tutti i giorni.In questo momento  di più non posso fare”. Piccoli sussidi per ora le permettono di andare avanti, grazie anche alla rete delle associazioni  che danno una mano . La priorità però ora è trovare un  appartamento.  Perché quello dove abita ora non si può definire tale tant’è  che l’associazione ha rifiutato il pagamento di un affitto perché   “l’appartamento  non è adatto ai due bambini che  hanno diritto a crescere in tranquillità”. Il primo interlocutore di Martina è l’amministrazione comunale a cui invia richieste  e mail pressochè quotidianamente. Ma qualunque   soluzione potrebbe andare bene pur di avere un tetto decente sulla testa, magari anche da  qualche privato che terminata la stagione estiva decida di darle una mano.  “Non so più a chi rivolgermi –  – dice –  ho minacciato anche di farmi trovare in comune e piazzarmi lì.  Ho  bisogno di un appartamento perché non so dove andare”.

Ma la soluzione per ora non sembra immediata, almeno per quanto riguarda l’amministrazione comunale. “Vediamo quello che è possibile fare – ammette il sindaco di Portoferraio, Angelo Zini – ma tutte le risposte non ci saranno”. Sono più di 60 le domande  di emergenza abitativa. Il nuovo bando Erp uscirà in autunno “ed abbiamo deliberato in giunta di fare un accordo con Casalp  – spiega il sindaco – per disciplinare anche un altro aspetto che ci potrebbe aiutare  nell’utilizzo delle abitazioni che si liberano. Quello dei cosiddetti ‘appartamenti di risulta’, dove piuttosto di passare tutta la procedura che vede Casalp prenderli in consegna, verificare i lavori da fare, fare il preventivo, trovare i soldi, fare  i lavori e poi procedere con  la consegna (per cui  passano anni), si  possono invece fare piccoli interventi di manutenzione  concordati con Casalp e l’ufficio tecnico  comunale e che  possono essere presi in carico direttamente dalla persona a  cui viene assegnato l’immobile. Vengono scalati sull’affitto e la casa viene assegnata subito. Questo per velocizzare il più possibile la possibilità di utilizzare gi immobili. Anche la signora Martina   è dentro questo percorso come tanti altri  che mi contattano  e che sono nella stessa situazione”.

 

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