/ PORTOFERRAIO

Nel 1793 c’era l’addetto alla custodia del pubblico orologio

di Marcello Camici

SECONDA PARTE

In Portoferraio,sin dal cinquecento Il pubblico orologio con il suo rintocco scandisce  le ore che trascorrono   col suono del campanone.

Come tutti gli orologi dell’ epoca, il pubblico orologio è molto grosso  perchè dotato  di un macchinario complesso.

E’ utile sia agli abitanti cittadini sia alla guarnigione dei militari che presidia  la città.

Fa il principale ornamento di una Città civile”.

Nel 1813 con queste parole il sindaco aggiunto di Portoferraio, Candido Bigeschi, si esprime quando il consiglio comunale decide di trasferirlo dal convento dei francescani nel luogo dove tuttora si trova: sul palazzo comunale.

Dare la possibilità ad ogni cittadino di conoscere l’ora della giornata,non solo osservando il canopo dell’orologio   ma anche ascoltando il caratteristico suono delle ore  trascorse rintoccate dal campanone, era un servizio  di pubblica utilità.

Nel settecento  la misurazione pubblica del tempo non era così diffusa come oggi.

All’Elba, Portoferraio era l’unica comunità a possedere un  pubblico orologio  essendo assente  nelle altre. E’ Antonio Ferri ,governatore generale del principato di Piombino che lo fa sapere nella sua  relazione sulla visita fatta all’Elba nel 1738  (Cfr pg 60 di “Visita del governatore generale del principato di Piombino alle comunità di Capoliveri,Marciana,Poggio,Sant’ilario e San Piero- dall’11 agosto al 13 settembre 1738-“Ilaria Monti.Elbaprint. 2000)

Un servizio di pubblica utilità per la cui attuazione era necessaria attenzione e cura continua al macchinario. Come sopra accennato,essendo la macchina del pubblico orologio complessa e voluminosa  era  indispensabile la presenza di qualcuno che la conoscesse bene per custodirla provvedendo alla manutenzione .

A Portoferraio divenne questo un vero e proprio impiego del comune: il custode del pubblico orologio .

Un documento inedito che ho ritrovato nell’archivio storico di Portoferraio  lo certifica.

Nell’ottobre del 1793 Lorenzo Sandrucci fa istanza al comune per essere confermato in detto impiego .

“Ill.mi SS.ri Gonfaloniere e Priori Rappresentanti la Magnifica Comunità di Porto Ferrajo

Lorenzo Sandrucci Custode di questo orologio ,umilissimo servo della SS.rie L.S. Molto Magnifiche rappresenta qualmente essendo spirato il tempo  della sua conferma fece e fa istanza di essere confermato in detto impiego …

Io Lorenzo Sandrucci Mano Propria 

a  23 ottobre 179tre”

(Filza  “Istanze e negozi  della comunità e forno dall’anno 1793 al 1795” C29.Carta senza numero di pagina. Archivio preunitario.Archivio della comunità di Portoferraio 1554-1800.Carteggio magistrale.Archivio storico comune Portoferraio )

 

MARCELLO   CAMICI

Una risposta a “Nel 1793 c’era l’addetto alla custodia del pubblico orologio

  1. COLOMBO WALTER Rispondi

    L’ultimo erede del Sandrucci è stato Giovanni Calafati, che puntualmente ogni giorno provvedeva alla ricarica dei bilancieri, sia di quello sul Comune che di quello sulla porta a mare.
    Dopo di lui le amministrazioni hanno sostituito i vecchi movimenti manuali con quelli più moderni elettrici.
    Con Nanni, difficilmente (se non in caso di sua malattia) l’orologi restavano fermi, dopo di lui anche mesi se non di più.

    4 Agosto 2023 alle 13:17

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