Dalla pagina facebook di una esperta volontaria “tartawatcher”, Francesca Fabrizi, vi riportiamo una appassionata cronaca delle ore che hanno accompagnato e seguito la nidificazione della tartaruga sulla spiaggia dell’isola d’Elba. Francesca appartiene al Corpo Forestale dello Stato, ma al di là degli aspetti tecnici che spiega benissimo, fa trasparire tutta la passione che anima i volontari e gli amanti della natura in una circostanza così affascinante come questa.
Nuova e sesta nidificazione di tartaruga marina (Caretta caretta) del 2023 all’Isola d’Elba e questa volta mamma tartaruga ha scelto uno dei posti più romantici dell’Isola, la spiaggia della leggenda dell’Innamorata, nel Comune di Capoliveri.
E la tartaruga, approdata all’Innamorata intorno alle 22,00, illuminata da una luna che faceva capolino e dai lampioni di un parcheggio, doveva essere un po’ spaesata, visto che ha fatto ben tre tentativi di nidificazione di seguito e che ha tentato addirittura di risalire lungo la strada di accesso alla spiaggia. Alla fine, per depositare le sue preziose uova, ha scelto un tratto di spiaggia che ha ritenuto più appartato, accanto a un telo verde, a un ombrellone e ai massi di protezione del parcheggio.
Una deposizione come sempre faticosa e spettacolare, tra sbuffi, sospiri, batter di pinne e lacrime che la piccola folla radunatasi ha potuto tranquillamente osservare – senza disturbare l’animale – dal parcheggio sovrastante.
Ha funzionato perfettamente l’ormai oliata macchina di intervento in caso di nidificazione di tartaruga marina: avvistata la tartaruga sulla spiaggia, una turista, la signora Filomena, ha avvertito la Capitaneria di Porto di quanto stava succedendo, che ha sua volta ha allertato l’ARPAT che ha chiamato Isa Tonso, responsabile del progetto tartarughe di Legambiente e del Parco Nazionale Arcipelago Toscano che fa parte del progetto LIFE europeo Turtle Nest che vede anche la partecipazione delle università di Pisa e Siena. Isa ha immediatamente avvertito i volontari del Cigno Verde guidati da Roberto Barsaglini che si sono precipitata sulla spiaggia dell’Innamorata per consentire che la nidificazione avvenisse senza disturbi, ma questa volta, a differenza di altre, il comportamento di chi assisteva a questa nuova “impossibile” nidificazione è stato esemplare.
Avvertito da Legambiente, è arrivato all’Innamorata anche il Sindaco di Capoliveri Valter Montagna che ha mobilitato la protezione civile capoliverese per la prima messa in sicurezza del nido che, dopo quello di Lacona è il secondo del 2023 sulla costa capoliverese, dove negli anni passati le tartarughe marine avevano nidificato a Straccoligno e Morcone.
La tartaruga dell’Innamorata alla fine è riuscita a portare a termine la sua laboriosa nidificazione, ritornando nel mare nero illuminato dalla luna dove ha piano piano risparso la sabbia che, come una piccola isola, aveva caricato sul suo carapace durante la ricopertura del nido. Il nome ovvio che è stato subito dato alla tartaruga romantica e caparbia è stato Maria dell’Innamorata.
Ora l’Innamorata ha un’altra piccola storia da raccontare e non è la storia d’amore finita in tragedia di Maria e Lorenzo della leggenda dei tempi del pirata Barbarossa e dei saraceni, ma quello di un miracolo ancora più antico, che avviene tra il mare e la terra dal tempo dei dinosauri, e di una tartaruga un po’ confusa ma tenace, che ha scelto la spiaggia di una fiaba tragica e romantica per perpetuare una specie che cerca di salvarsi dai nuovi pirati del riscaldamento globale e dalla tragedia del cambiamento climatico.
Un miracoloso nido che i volontari di Legambiente Arcipelago Toscano avevano già messo definitivamente in sicurezza alle prime luci dell’alba realizzando il recinto definitivo per difendere il nido da eventuali scavi di animali e per impedire che l’area di nidificazione venga calpestata.
Legambiente ricordano le regole da seguire assolutamente in caso di presenza di una tartaruga su una spiaggia dell’Isola d’Elba: Telefonare al 1530 della Capitaneria di Porto/Guardia Costiera e Legambiente al 3407113722 per segnalare la possibile nidificazione; Non disturbare in nessun modo la tartaruga marina, non avvicinarsi, non fare rumore, non scattare foto con il flash e, se possibile spegnere o oscurare le luci.
In caso di nidificazione: tenersi almeno a 5 metri di distanza dalla tartaruga marina, non fare rumore, abbassarsi il più possibile, non scattare ASSOLUTAMENTE foto con il flash e, solo nella fase di ritorno in mare della tartaruga scattare delle foto per la sua possibile identificazione. Seguire scrupolosamente le indicazioni dei volontari di Legambiente, della Capitaneria e delle forze dell’ordine.
Le tartarughe marine sono specie protette e chiunque le disturba o danneggia i loro nidi commette un reato.
Per l’isola d’Elba Il 2023 è un anno da record per la presenza di nidificazione di tartarughe marine Caretta caretta: per ora ci sono state 6 nidificazioni a Galenzana, Marina di Campo e Fetovaia (comune di Campo nell’Elba), Lacona e Innamorata (Capoliveri) e spiaggia del Capitanino (Marciana Marina, la sola a nord), le schiuse sono previste tra l’inizio di agosto e metà settembre, e alcune saranno molto ravvicinate tra loro. Questo però significa che per poter monitorare fin da subito le spiagge (1 ora la mattina presto) e poi la nascita delle tartarughine (turni di 6 ore per 2 persone h24). i tartawatcher organizzati da Legambiente dovranno essere molti di più.
Chiunque può partecipare a una bellissima impresa di tutela della natura, a conservare una specie così affascinante e Importante per il mantenimento degli equilibri marini e a contribuire a un’operazione di volontariato che sta dando un grande ritorno di immagine alla nostra Isola .
L’appello è rivolto a tutti gli Elbani, a tutti i nostri ospiti e agli operatori turistici che possono diventare volontari, guardiani dei nidi e coinvolgere i turisti in questa magnifica avventura.
Le mamme tartarughe e le tartarughine che nasceranno sulle nostre spiagge hanno bisogno di tutti noi.
Isa Tonso conclude: «Cerchiamo volontari non solo per continuare il pattugliamento mattutino delle spiagge alla ricerca di tracce, ma anche per fare i turni per sorvegliare i nidi di Galenzana, Lacona e Fetovaia al momento delle schiuse che inizieranno ad agosto e finiranno probabilmente a settembre. Chi ha fatto questa esperienza sa che vedere le tartarughine uscire dalla sabbia per raggiungere il mare è qualcosa che non si scorda mai, un’emozione imperdibile. Chi fosse interessato/a a dare una mano alle tartarughine perché possano raggiungere il mare in sicurezza e a partecipare a un’esperienza ambientale e scientifica, può contattarci a legambientearcipelago@gmail.com – 3407113722».