Il marangone, il piccolo guardiano del nido di Galenzana

La foto di Giovanni Mortula scandisce l'attesa per la schiusa del nido di tartaruga

Non ci sono solo i volontari di Legambiente Arcipelago Toscano a tenere d’occhio il nido di tartaruga marina di Galenzana (e quello di Lacona): la mattina presto  in punta al moletto marrone e sbrecciato che divide in due la spiaggia, i più fortunati possono trovare un piccolo guardiano impettito, con la pancia bianca e il becco affilato, un  marangone dal ciuffo che  guarda il sole sorto da poco in un cielo luminoso dopo l’alba, dove il vento forma onde increspate che si specchiano nel mare insieme alla palla incandescente del sole.

E non si sa più se la bellezza, lo spettacolo della vita e del mondo, siano le tartarughine che crescono nelle uova, un palmo sotto la sabbia dorata, il piccolo palombaro piumato che medita tra il mare e il cielo, o le onde che si rincorrono in alto e in basso, sull’acqua e nell’aria, mentre lo scirocco in arrivo fa risacca e parla al marangone e a chi lo sa ascoltare.

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