Dentista, purtroppo oggi è un lusso per molte persone

di Enzo Sossi

In Italia, ma non solo, sempre più persone rinunciano alle cure dentistiche per motivi economici. La società pare divisa tra chi se lo può permettere e chi no. Nel dopo pandemia di Covid-19 le disuguaglianze stanno aumentando. Forse sarebbe opportuno con ogni urgenza affrontare e curare le cause prima che diventino endemiche. Probabilmente, chi ha di più forse dovrebbe contribuire in misura maggiore rispetto agli altri e, chi ha troppo potrebbe forse attraverso fondazioni a suo nome o in altro modo dare il proprio contributo economico alle persone che hanno di meno. La solidarietà è uno dei principi fondanti delle nostre moderne società occidentali di cui andare fieri, chi non lo rispetta o si pone al limite sarebbe opportuno fare in modo che rientri nell’alveo delle basilari regole di civile convivenza a cominciare dei troppi evasori fiscali che annovera il Belpaese.

Parlo di Antonio, personaggio immaginario, un pensionato milanese di 67 anni, costretto dall’oggi al domani a rivolgersi con urgenza ad un dentista, poiché i suoi denti stanno cadendo come foglie morte. La diagnosi è stata chiara, ha bisogno di una protesi dentaria. Il costo, elevato molto elevato, non se lo può permettere. Non si può permettere di pagare una tale somma. Ha cercato di trovare altre soluzioni. Ha pensato di andare all’estero, ma per lui era troppo rischioso in caso di complicazioni. Non si è perso d’animo. Poi, ha saputo che in Svizzera il 30 p.c. delle persone era costretto a rinunciare alle cure dentistiche presso uno studio privato per gli alti costi. Quasi per caso ha scoperto che vi è una clinica dentaria dell’Università di Ginevra che forma le dentiste ed i dentisti di domani, che offriva ai pazienti uno sconto del 70 p.c. sui trattamenti effettuati dagli studenti sotto la supervisione di un dentista qualificato.

Decide di andare a Ginevra, il viaggio in treno è comodo da Milano Centrale a Ginevra Cornavin, il costo di 30 euro se lo poteva permettere. Degli amici ticinesi gli fanno sapere che una loro conoscente studia proprio in quella università. Il suo passepartout. Lì ha scoperto una realtà che in ogni caso sarebbe opportuno e utile portare anche a Milano. Una clinica che non ha vocazione sociale, ma si occupa di formazione. Cura più di 10mila persone ogni anno, seguiti da studenti e studentesse futuri dentisti. Prima di ricevere i pazienti si esercitano su dei manichini e utilizzano degli studi vetrati. I corridoi sono in continuo fermento. Supervisori e assistenti si spostano da uno studio all’altro per controllare il lavoro dei laureandi.

Quando entra nello studio dove stava operando la studentessa ticinese sente la massima concentrazione. Solo il rumore degli strumenti rompe il silenzio. Si sta occupando di un pensionato svizzero, mentre un’insegnante controlla il trattamento. Poco più in là l’atmosfera cambia. Due detenuti ammanettati e scortati da agenti di polizia, attendono l’appuntamento. Questa è l’unità di azione sociale della clinica universitaria. Il cui compito principale è quello di occuparsi delle persone in difficoltà: tossicodipendenti, alcolisti, persone con problemi psichiatrici, senzatetto, ma anche di detenuti. Non sono gli studenti a fornire le cure, ma dentisti esperti. Per queste persone le cure dentistiche sono di base e devono essere necessarie, semplici, economiche. Presupposti che non rendono questi pazienti candidati ideali per l’insegnamento.

Tuttavia, in Italia come in diversi altri Paesi occidentali, molti pensano che le cure dentistiche dovrebbero essere a carico della Sanità pubblica, questo per garantire a tutta la popolazione l’assistenza e le cure necessaria, ad oggi, purtroppo, tale proposta non ha alcuna ovvero poche possibilità di ottenere una solida maggioranza politica o popolare. Inoltre, non basta avere una buona igiene dentale per non avere problemi, la salute dentale influisce sulla salute generale delle persone. Forse, il timore principale dei dentisti e delle dentiste è l’introduzione di una tariffa nazionale. La professione non vuole che i costi siano controllati dallo Stato, che eserciterebbe una pressione sui prezzi. Altra possibilità, forse sarebbe quella di distribuire dei buoni per le cure dentistiche alle persone a basso reddito. Una questione che i nostri legislatori dovrebbero affrontare, non è possibile lasciare buona parte degli italiani senza appropriate cure dentistiche.

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