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La vacanza green piace e attrae. Sono 39 gli ecoalberghi

Tripicchio, vicepresidente degli albergatori soddisfatto del progetto con Legambiente

Investire nel turismo sostenibile è stato uno degli obiettivi dell’Isola d’Elba, una strada intrapresa circa 30 anni fa da alcuni albergatori elbani e che oggi nel settore della recettività può contare su 39 strutture ( due se ne sono aggiunte proprio quest’anno) che aderiscono alla Carta Europea del Turismo Sostenibile, un percorso che porta avanti anche il Parco Nazionale dell’Arcipelago. “Un progetto che parte da lontano – ricorda Walter Tripicchio, responsabile di questi settore per l’associazione albergatori elbani – si è sviluppata nel 1993 secondo una visione lungimirante della nostra associazione portata avanti da un gruppo di albergatori che si è fatto portatore di una sensibilità maggiore nei confronti dell’ambiente insieme a Legambiente Turismo. Un progetto che nel tempo si è sviluppato e che ha permesso ad alcune strutture elbane di ottenere importanti riconoscimenti”. Il progetto Cets si sviluppa su tre azioni cardine, la gestione e la promozione del territorio , la riduzione dell’impatto ambientale limitando gli sprechi , e la creazione di una comunità , con l’obiettivo di farla screscere e farla sentire parte integrante del territorio . “La comunità stessa dovrà essere la promotrice della tutela ambientale e delle risorse che abbiamo” specifica Tripicchio, titolare di un albergo che si affaccia sul golfo del Viticcio. Gli ecoalberghi si distinguono dagli altri per queste buone pratiche che hanno iniziato a portare avanti negli anni. Sono stati i primi a fare la raccolta differenziata, mettendo poi in atto azioni sempre più specifiche e dirette alla sostenibilità, poi entrate a far parte degli indicatori che oggi identificano i 39 ecoalberghi isolani. Tra i primi indicatori da rispettare ci sono quello contro gli sprechi della risorsa idrica, attuata con le cassette del wc a doppio pulsante o con i riduttori di flusso nelle docce e nella rubinetteria per fare degli esempi. E poi l’istallazione di lampade a basso consumo . “Esiste anche una premialità per le strutture che hanno impianti fotovoltaici- continua Walter Tripicchio – o di trasformazione dell’acqua marina in potabile. A questi si aggiungono tutti gli altri impianti di riduzione energetica e contro ogni tipo di spreco. Accorgimenti che fanno pare di un decalogo sottoscritto da ogni singola struttura. Tutte pratiche che riscuotono un ottimo riscontro il turismo che negli anni è diventato sempre più consapevole”. L’attenzione all’ambiente cresce sempre di più da parte degli ospiti che scelgono l’Elba. Una scelta quella degli ecoalberghi già premiata negli anni dagli ospiti stranieri ma che stanno apprezzando anche i nostri connazionali. Una pratica che per alcuni include anche la cucina a chilometro zero perché tra gli impegni delle strutture ecosostenibili c’è anche quella di promuovere “i prodotti locali che fanno parte della cucina elbana ”. Una pratica affiancata poi da un progetto specifico, quello del “giardino diffuso” che prevede la piantumazione di essenze autoctone nei giardini e negli orto delle strutture dopo appositi studi sul dna delle piante per certificare la loro distinzione da altre specie analoghe. Si parla allora della di susini, meli, peschi, cipolle o pere tra le altre . “Tutta una varietà di specie – termina – che sono richieste espressamente per aderire al sistema ecoalberghi. Ognuno deve avere almeno un frutto autoctono. Sono un simbolo che fa percepire che facciamo parte di un percorso comune. E’ chiamato giardino diffuso per permettere al turista anche di andare a visitare altre strutture per conoscere le piante autoctone elbane”.

Una risposta a “La vacanza green piace e attrae. Sono 39 gli ecoalberghi

  1. Puppa Rispondi

    E fate soldi a palate prendendo per il culo la gente.

    Non un meteorite…ma un ungulati vi colga…cialtroni.

    28 Giugno 2023 alle 16:16

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