“Coop, meglio consultare i soci prime di decidere”

di Giovanni Fratini

Ho molto gradito la sollecita risposta dell’Unicoop Tirreno alle mie osservazioni sul  nuovo sistema di assegnazione dei  punti/spesa.

Mi ha fatto certo piacere apprendere che non è stato provocato da “questioni di bilancio”, ma solo dalla volontà di incoraggiare “ lo sviluppo del marchio Coop”, raddoppiando i punti per ogni acquisto.  Comunque, per quanto ben sviluppata e documentata, non mi ha aiutato a dissipare tutte le mie perplessità.

Se non esistono difficoltà di bilancio, non si poteva confermare l’assegnazione dei punti sull’ammontare di tutta la spesa e inventare un altro modo per spingere i  soci a preferire prodotti Coop?  Ho sempre scelto di acquistarli, perché li trovo buoni e convenienti come prezzo, ma purtroppo, in diversi reparti,   non esistono o sono poco presenti.  In sostanza non sempre sono sufficienti per riempire il carrello della spesa.

Ed allora è gioco forza fare altri acquisti. In più anche chi è socio della Coop spesso sceglie di farli soprattutto in occasione delle frequenti promozioni, molto vantaggiose nei prezzi.

In sostanza con il nuovo modo di attribuire i punti il socio, alla fine della fiera, se ne vedrà assegnare molti meno.

Sui prodotti Coop il giudizio non  può  che essere positivo. Anch’io credo, come leggo nella risposta, che siano “sicuri, controllati in ogni passaggio, etici, attenti all’ambiente, ai diritti umani e al benessere animale “. D’accordo. Ma ho anche sempre sperato, anzi creduto, che TUTTO quello che la Coop decide di mettere in vendita sia di buona qualità, dia senz’altro garanzie  sul rispetto dell’ambiente e dei diritti umani. Ho sempre pensato che la “mia Cooperativa”, prima di offrimi qualcosa di una piccola o grande marca, abbia  provveduto ad effettuare tutti i dovuti controlli, ogni necessaria verifica.

Nulla da dire sulle promozioni, sugli investimenti, sulle iniziative a favore dei bisognosi, sulla struttura democratica della Coop che consente ai soci di eleggere i propri rappresentanti   nei Comitati delle diverse Sezioni facilitando, quindi, “il contatto tra la Dirigenza della Cooperativa e la base sociale”. Ma questa volta quel “contatto” non mi sembra ci sia stato. E neppure si è pensato ad una campagna di informazione preventiva.  Su questa mia osservazione nella risposta nulla si dice.

C’era il modo di coinvolgere i soci, di sentire la loro opinione, prima di decidere? Penso di sì. Questo non è successo ed ha provocato non poche critiche. Ha anche riacceso in tanti soci l’antico malcontento dovuto al fatto di dover subire, a causa del canale che ci separa dal continente, prezzi più alti. Eppure facciamo parte di una Società cooperativa di consumo il cui scopo principale credo sia   quello di garantire ai propri soci i medesimi vantaggi.

Giovanni Fratini

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