Portoferraio, San Giovanni

La zona dell’incendio deve essere messa in sicurezza

Un'ordinanza del comune dispone interventi a tutela dell'incolumità pubblica

A pochi giorni dall’incendio che ha distrutto un deposito di materiale di fornitura alberghiera della ditta Fap a San Giovanni il comune di Portoferraio ha emesso un ordinanza per la tutela della incolumità pubblica “contingibile e urgente”. Riferita in particolare ad una parte del muro della struttura, quella che guarda verso l’interno della frazione e che risulta particolarmente danneggiata. Il violento incendio che ha distrutto il capannone è scoppiato il 6 giugno e ha richiesto un ingente dispiegamento di forze. Sul posto sono intervenute varie squadre dei vigili del fuoco, arrivate anche dal continente ( da Piombino e da Livorno) in rinforzo al distaccamento di Portoferraio, oltre ai volontari di Campo nell’Elba, supportati dall’associazione La Racchetta. L’emergenza è partita a metà mattinata con colonne di fumo che uscivano dal capannone, poi sono partite anche le fiamme che, nonostante la pioggia battente che si stava abbattendo sulla zona, sono diventate sempre più violente e alte, provocano il crollo di una parte del tetto della struttura. Un incendio che ha provocato esalazioni nella zona che hanno allarmato le forze impegnate nello spegnimento. In via precauzionale sono stati fatti uscire i bambini dalla scuola materna che si trova nella frazione portoferraiese e tre famiglie che abitavano il palazzo confinante con il deposito , quello che si affaccia sui giardini di San Giovanni, hanno deciso di lasciare temporaneamente le loro abitazioni fino a che l’incendio non fosse stato estinto e la zona intorno alla struttura non fosse stata messa in sicurezza. Per tutta la notte i vigili del fuoco hanno presidiato la struttura fino alla mattina successiva per assicurarsi che le fiamme fossero domate. I danni al capannone sono stati ingenti e parte del materiale destinato agli alberghi è andato distrutto, la proprietà parla di più di due milioni di danni. Sulla zona è intervenuta anche Arpat con il settore specialistico dell’agenzia di modellistica diffusionale, che ha effettuato campionamenti di matrici vegetali per la ricerca dell’eventuale ricaduta di microinquinanti organici prodotti dall’incendio che include con buona approssimazione le aree più interessate dalla dispersione. E’ stato accertato poi dai vigili del fuoco che dopo il disastro sono rimaste parti della struttura pericolanti, soprattutto per quanto riguarda una parete del capannone che si affaccia in via Mibelli. Nel tratto di strada interessato attualmente è stato interdetto il passaggio. Una situazione che nell’ordinanza si chiede di riportare in sicurezza provvedendo “temporaneamente, ma in modo adeguato, alla rimozione degli elementi di pericolo”. La proprietà dovrà procedere con gli interventi necessari alla rimozione immediata della cause che possono rappresentante un pericolo per l’incolumità pubblica e privata causata dall’incendio. In modo da riportare l’area interessata dall’incendio, e quindi danneggiata, nelle condizioni di sicurezza. Per questo si avvarrà per queto di un tecnico che effettuerà il sopralluogo e le dovute verifiche alla struttura per individuare i passi successivi.

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