Riceviamo e pubblichiamo integralmente da Giuseppe Paletta, attento osservatore politico riese, una interessante analisi numerica e politica delle elezioni dello scorso 14 maggio che hanno rinnovato il consiglio comunale di Rio, confermando come sindaco Marco Corsini. Una analisi che appassionerà sicuramente gli addetti ai lavori, un racconto dei fatti che svela qualche episodio non noto precedente alle elezioni, quale il ballottaggio fra la candidatura Canovaro e quella di Roberto Antonini e la notizia di un sondaggio attribuito ad una fantomatica società elbana (tal ElbaRioMedia) che dava Canovaro ampiamente vincente su Corsini, previsione poi puntualmente smentita dai fatti. Non ultimo, interessante la conclusione su cosa avrebbe fatto vincere le elezioni a Corsini: il fatto di aver puntato sui giovani. Buona lettura!
Questo articolo analizza le recenti elezioni comunali a Rio attraverso la comparazione tra le comunali 2023, le comunali 2018 e le politiche 2022; i dati sezionali consentono di distinguere topograficamente le tre comunità più rilevanti: Rio Marina (seggi 1 e 2), Cavo (seggio3), Rio Elba (seggio 4).
La prima considerazione riguarda l’elevata omogeneità tra i dati delle comunali 2018 e 2023 (rispettivamente 2.948 e 2.958) con una percentuale votanti/elettori sostanzialmente identica: 66,72% contro 66,06%.
Votanti e liste
L’elevato grado di comparabilità degli eventi, consente innanzi tutto di osservare che il rapporto votanti/elettori nelle due elezioni presenta un lieve incremento a Cavo, uno più sostenuto a Rio Elba e all’opposto un forte calo nei due seggi di Rio Marina (-4,57% e -3,94%), un dato su cui avremo modo di ritornare più avanti.
Secondariamente le liste elettorali sono scese a due nel 2023 – guidate dai candidati Marco Corsini (RioUniti) e Umberto Canovaro (Cambiamo!) – dalle tre del 2018 non essendosi ripresentato il candidato Barghini (ViviRio).
Rispetto alle due liste con cui Corsini (Impegno prioritario) e Canovaro (Terra nostra) si erano presentati nel 2018 le differenze attuali sono rilevanti. Nel 2023 Fortunato Fortunati, esponente di destra estimatore della statuaria mussoliniana e ‘titolare’ di un cospicuo numero di preferenze, ha abbandonato la lista Corsini – cui a suo tempo aveva portato un contributo di 218 voti personali – per la lista Canovaro registrando un nuovo record di 247 adesioni. All’inverso, Valeria Barbagli ha confermato l’inversione di schieramento già maturata nel corso della scorsa consiliatura presentandosi con RioUniti. Inoltre, anche il circolo PD di Rio Marina, forte dell’appoggio degli organi dirigenti locali, si è schierato ufficialmente con la lista Canovaro mentre nel 2018 ciò non era stato possibile per il mancato accordo con il circolo di Rio Elba. Per inciso, anche quest’anno l’accordo è mancato, ma gli apparati di partito hanno fornito una diversa interpretazione dello statuto. Dunque, pur conservando entrambe il carattere di liste civiche, quella di Canovaro si è contraddistinta per una più forte caratterizzazione politica convergendo su di essa le indicazioni delle varie sfaccettature della destra – da Fortunati a quella riconoscibile in Fratelli d’Italia (Claudio De Santi, Rita Matacera, Luigi Lanera) – di Italia Viva (Dario Ballini, Moreno Fusi, Mattia Gemelli) sino al PD di Rio Marina. Forza Italia e Lega non si sono esposti pubblicamente nella fase pre-elettorale pur manifestando interesse alla competizione. In sintesi, la lista Cambiamo! ha ricompattato quasi integralmente (con l’eccezione della lista Barghini) l’ampio schieramento che il 16 gennaio scorso ha determinato la fine della consiliatura e il commissariamento del comune.
La formazione ViviRio non si è presentata e ha mantenuto un atteggiamento di apparente equidistanza.
Un terzo fattore è la forte affluenza della frazione di Bagnaia (50/60 votanti) al seggio 4 rispetto ai 20/30 del 2018. L’incremento, che si riscontra anche nei voti di preferenza (30 per Alma Vanoni, Cambiamo!; 10 per Paolo Costagli, RioUniti), motiverebbe da solo l’aumento da 587 a 635 votanti registrato al seggio.
L’analisi delle preferenze
Le preferenze sono risultate 676 per Cambiamo! e 781 per RioUniti.
Sottraendo questi valori dai votanti si ricava il fattore di traino esercitato dal capolista sul proprio schieramento: 250 votanti a 183 a favore di Canovaro contro i 211 a 193 del 2018. In effetti nell’ambito di un piccolo comune questo parametro valutativo diventa meno significativo di quanto non avvenga a livello regionale o nazionale perché esso può essere influenzato dal grado di compattezza dei due schieramenti e dai relativi riflessi organizzativi (si pensi alla semplice stampa dei ‘santini’) o più semplicemente dalla maggiore empatia trasmessa all’elettorato da un gruppo affiatato.
Il record delle preferenze anche quest’anno è stato detenuto, come già visto, da Fortunati. Il successo è stato registrato soprattutto a Rio Elba e sembra indicare una saldatura con Fratelli d’Italia che proprio in questa frazione si è radicata durante la consiliatura di Claudio De Santi (2014-2017).
Va precisato che è difficile attribuire al ‘pacchetto Fortunati’ una connotazione ideologica: il suo successo è più probabilmente legato all’incrocio tra interessi personali, aggregazioni lobbistiche temporanee e/o territoriali in un ambiente già orientato a destra che favorisce le trasmigrazioni. È il caso di Cavo dove il successo di Fortunati del 2018 (51 preferenze) è stato assorbito da un’offerta politica conservatrice sul fronte corsiniano ed è sceso a 28 punti mentre Mirco Mancusi è balzato dalle 56 preferenze del 2018 alle 108 attuali.
In ogni caso le ultime elezioni, tanto politiche quanto comunali, confermano che Rio ha cessato di essere il ridotto elbano della sinistra, un mito sopravvissuto indebitamente all’esaurimento dell’identità operaia e industriale del versante orientale-minerario dell’isola.
Esaminando invece la concentrazione delle preferenze si osserva che i candidati che ne hanno conseguite più di 50 sono quasi tutti residenti a Rio Marina e a Cavo mentre Rio Elba è presente solo con il maturo Giovanni Schezzini (55) e il giovane Jacopo Mirarchi (53). Non è un dato riconducibile alla giovane età dei candidati, alcuni dei quali in lizza per la prima volta, infatti sopra le 90 preferenze i giovani di Rio Marina continuano ad essere presenti. È questo è un tema su cui la comunità di Rio Elba dovrà riflettere.
Sempre l’analisi delle preferenze impone una riflessione sul risultato dal Partito Democratico il quale ha partecipato alla competizione in maniera ufficiale presentando tre iscritti al circolo di Rio Marina (Pier Luigi Casini, Silvestro Mellini, Zita Montanari) cui sono andati complessivamente 135 voti. Data la forte caratterizzazione politica che queste elezioni hanno assunto per via dello scontro intestino tra il circolo di Rio Marina appoggiato dagli organi territoriali e il circolo di Rio Elba, è utile effettuare un confronto con le elezioni politiche del settembre 2022.
In quell’occasione il PD aveva registrato 292 votanti al Senato e 310 alla Camera su un totale di 1563 votanti con una percentuale poco inferiore al 20% in linea con il risultato nazionale. A fronte di questo dato, la somma delle preferenze dei tre candidati PD alle comunali è sceso al 7,14%.
È ovvio che i due dati non possono essere comparati meccanicamente, troppo diversa è la natura delle due elezioni e non proponibile l’equiparazione tra preferenze e voti di lista. Eppure qualche considerazione a margine può fornire utili spunti interpretativi.
Due elementi potrebbero avere indebolito in queste elezioni il livello di coesione dell’elettorato democratico piaggese. Innanzi tutto la forzatura operata negli ultimi giorni della campagna dagli organi dirigenti del PD i quali hanno imposto come capolista Canovaro a spese del democratico locale Roberto Antonini, con ciò sacrificando una opzione debole nelle urne, ma più comprensibile all’elettorato democratico riomarinese; in secondo luogo la riottosità di questo elettorato ad accettare un’alleanza con Fortunati.
Entrambi gli elementi potrebbero aver generato una disaffezione nell’elettorato e ciò spiegherebbe il vistoso calo di votanti nei seggi 1 e 2 (quasi del 10%) rilevato in apertura di articolo. Saremmo allora in presenza di una sorta di sciopero del voto e di un calo di fiducia nei confronti degli organi dirigenti del partito che apre un quadro preoccupante sull’esito delle future elezioni europee e regionali.
Per concludere la nostra disamina quantitativa sulle elezioni, non possiamo tacere che esse hanno potuto giovarsi, forse per la prima volta, dell’esito di un sondaggio realizzato da ElbaRioMedia e pubblicato l’11 maggio sul blog Il vicinato di Lorenzo Marchetti. La previsione (58% alla lista Cambiamo! e 42% a RioUniti) è rimasta lontana dai risultati reali. Sarebbe interessante, anche per affinare tali metodologie, ricevere informazioni più precise sul metodo di campionatura e sulla valutazione degli indici di scostamento adottati. È auspicabile che Marchetti e la società di ricerca citata forniscano ragguagli in proposito.
Per una interpretazione
Al termine di questa estenuante ingestione di numeri, è giusto offrire al lettore una riflessione politica sul loro significato.
A questo scopo ci piace partire dalla interpretazione proposta da Canovaro, da un esponente del PD elbano e da Simone Cecchini la quale legge nel risultato una sconfitta della lista RioUniti su tutto il territorio comunale con l’eccezione della vittoria a Cavo.
È un approccio analitico che si riscontra a volte nelle elezioni statunitensi: vi fanno ricorso coloro che cercano di attenuare la sconfitta esaltando il successo morale del candidato che, pur sconfitto, ha raccolto il maggior numero di voti. Ovviamente tacciono che in quel sistema elettorale vince il pronunciamento per territorio (stati federali). Applicata al caso di Rio nel quale la situazione è opposta, quell’interpretazione è ugualmente inutile o peggio ritarda l’avvio di un seria analisi della sconfitta.
Sempre dagli ambienti del PD – o ad esso prossimi – si è tentato di leggere l’affermazione della lista RioUniti come una vittoria della destra adducendo le congratulazioni espresse nei giorni scorsi dagli esponenti di Forza Italia e della Lega. Questa interpretazione dimentica che sono mancate ad oggi le felicitazioni a Corsini da parte di Fratelli d’Italia, cioè dell’alleato naturale della lista Cambiamo!. Il fatto è che il PD non può riconoscere di essersi immolato (un solo candidato eletto consigliere con 62 preferenze) per il successo di una lista a trazione conservatrice.
Dal canto nostro vorremmo proporre al lettore una diversa lettura: le elezioni di Rio hanno visto la contrapposizione tra due diverse proposte politiche. Da un lato Canovaro ha raccolto gli esponenti di una fase storica lunga quasi quarant’anni cioè i personaggi che, pur su fronti avversi, hanno interpretato il sistema di interessi cristallizzatisi a Rio Marina e Cavo con il declino della fase mineraria-industriale e l’avvio di una faticosa sperimentazione dell’alternativa turistica. Dagli eredi di Elvio Diversi (Lorenzo Marchetti, Roberto Antonini) sino a soggetti che hanno cominciato a muoversi nelle consiliature di Francesco Bosi (Fortunato Fortunati, Paola Mancuso); personaggi volta volta alleati o avversari che si sono ricompattati prima nel blitz di gennaio e poi nella lista che paradossalmente si presentava sotto il motto Cambiamo!.
Si tratta di individui che, per dato anagrafico e navigazione politica, padroneggiano le tecniche della competizione amministrativa e più volte vi hanno fatto ricorso per conseguire risultati di breve termine anche a costo per destabilizzare l’istituzione locale.
Ad essi si è opposta una formazione che, partendo dalla figura di un tecnocrate pubblico competente e al tempo stesso caratterialmente ruvido qual è Marco Corsini, ha scommesso sulla costruzione di una nuova classe dirigente abbastanza giovane da garantire la lontananza dai sistemi di interessi consolidati.
È su questa alternativa che, a nostro avviso, si è giocata la partita a Rio e i cittadini alla fine hanno deciso di correre i rischi insiti nel ricambio generazionale pur di chiudere un capitolo pluridecennale.
Quei quaranta voti di differenza esprimono allora simbolicamente il mandato conferito ai propri giovani per affrontare la sfida del cambiamento con l’aiuto di una guida esperta.
La vittoria, quella vera, si materializzerà nel tempo e solo se questi giovani sapranno mantenere le promesse di partecipazione, informazione, trasparenza, coerenza, impegno disinteressato e coraggio con i quali si sono presentati sulle piazze di Rio rivendicando il diritto di provare.
Giuseppe Paletta