Riceviamo e pubblichiamo:
« La maggioranza delibera l’aumento di alcune tariffe nonostante l’inflazione galoppante. Questo è l’anno della fine della pandemia e, si spera, della ripresa in tutti i sensi degli italiani, era proprio inevitabile l’ennesimo aggravio? »
Infatti, la maggioranza ha dato il via libera all’aumento della TARI − tributo servizio rifiuti – pari a circa il 7% per tutte le utenze domestiche.
E’ nostro dovere informare i cittadini di questo balzello. Quantomeno l’imposta resterà invariata per gli esercenti: difficile aspettarsi stagioni eccezionali in questo post – covid con la ristabilita concorrenza nel Mediterraneo.
Non ci sembra affatto una scelta dettata dal buon senso e senza troppi giri di parole, basti citare l’allarme di Confesercenti di questi giorni: “La corsa dei prezzi non si ferma. Il tasso di inflazione resterà sopra il 2% almeno fino al 2025, e rischia di bruciare in tre anni 10 miliardi di euro di potere d’acquisto delle famiglie”.
I marinesi sentono già gli effetti di questi cambiamenti nel carrello della spesa, ci aspettavamo una soluzione per mantenere inalterato il piano tariffario, come promesso un anno fa dalla sindaca Allori e la sua compagine negli stampati elettorali: « impegno a non aumentare la pressione fiscale: anzi, il nostro obiettivo è, dove possibile, diminuirla ». Solo propaganda?
Nel merito delle tariffe per il servizio di gestione dei rifiuti urbani, senza mettere minimamente in dubbio la raccolta differenziata che è un nostro caposaldo, ci preme sottolineare che al tempo del passaggio a questo sistema la promessa fu che nel tempo le tariffe avrebbero subito un decremento. Invece in questi anni è accaduto proprio il contrario, più volte.
Si deve comunque precisare che siamo a conoscenza del fatto che i costi di servizio di ESA – se aumentati per imposizione dall’alto – devono per legge essere compensati per intero dalle bollette e quindi dai cittadini, ma il comune di Marciana Marina in qualità di percettore del servizio, avrebbe tutto il diritto di esercitare un’influenza determinante sia sugli obiettivi strategici che sulle decisioni significative della società soggetto erogatore. In altri termini, è consentito alle amministrazioni comunali fare pressioni per evitare l’incremento dei costi e non è affatto vietato cercare delle soluzioni alternative per differenziare i casi e spalmare più equamente il gettito.
Infatti, nelle realtà italiane dove si registrano politiche attive, si notano agevolazioni, diminuzioni e novità nei regolamenti, utili per sostenere famiglie e imprese. Amministrazioni sono riuscite ad abbattere i costi TARI recuperando migliaia di euro dall’evasione della stessa; c’è chi ha ridotto l’imposta di un quarto per quei nuclei familiari nei quali vi è un nuovo nato e chi intende salvaguardare il portafoglio delle famiglie numerose; chi valuta la grandezza degli immobili e promuove riduzioni proporzionate; alcuni, non riuscendo a evitare un aumento generalizzato, lo hanno contenuto e fissato a non più di due punti percentuali. Ancora, gestioni coscienziose hanno ottenuto dalle società operative locali accordi finalizzati a congelare l’aumento, almeno per qualche tempo.
« Già in troppe occasioni abbiamo notato che chi governa non rispetta la parola data: è un momento incerto di un anno particolare, a nostro avviso l’Amministrazione avrebbe dovuto sforzarsi di mantenere la promessa fatta ai cittadini ».