Elba, un’isola piena di tesori. Da Napoleone al Rally

Un articolo della Gazzetta dello Sport dipinge l'isola con i colori delle sue eccellenze

“Se Napoleone fosse stato un turista anziché il sovrano di un Regno (politicamente un Principato) duemila volte più piccolo della Francia, avrebbe lodato apertamente l’Elba per le sue bellezze”.

Comincia così un articolo che la Gazzetta dello Sport (sì, proprio la “rosea” campione d’Italia di vendite fra i giornali cartacei) dedica all’isola d’Elba nella sua versione on line.

“Contesa da tutti per la sua posizione strategica  – si legge nel catenaccio dell’articolo – adorata da Napoleone che la rese moderna (in soli 299 giorni, aggiungiamo noi). La terza isola italiana non è solo un sequenza di spiagge (bellissime) ma una scoperta continua”.

Da Napoleone, al rally, che per gli elbani è sport “nazionale”, dalla  sua storia millennaria alla particolarità dei suoi sapori enogastronomici.

Ecco il link dell’articolo, che vi riportiamo per intero.

“Se Napoleone fosse stato un turista anziché il sovrano di un Regno (politicamente un Principato) duemila volte più piccolo della Francia, avrebbe lodato apertamente l’Elba per le sue bellezze. In una certa misura lo fece, ma con l’amarezza e il distacco di un esule. Preferendola a Corfù per l’esilio, consegnò alla storia la frase laconica: “Ho scelto l’Elba considerando la bontà del clima e la dolcezza dei costumi dei suoi abitanti”. Nell’isola dell’Arcipelago Toscano, dove l’Imperatore fu amatissimo, l’apprezzamento di quei dieci mesi di regno (dal 14 aprile 1814 al primo marzo 1815) è ancora vivo dopo duecento anni abbondanti. Bonaparte riorganizzò la burocrazia e l’economia mineraria, fece piantare ulivi, viti e castagni, realizzò una vera rete stradale, migliorò le condizioni igieniche e sanitarie per tutti. Portoferraio fu abbellita con strade lastricate e con la costruzione del Teatro dei Vigilanti, tuttora in funzione. Insomma, Napoleone – che in tanti altri luoghi in Europa era considerato un invasore e un dittatore – sulla terza isola italiana per superficie è un ricordo ancora vivo, con tante testimonianze. Detto questo, siamo venuti sull’Elba per scoprire  l’architettura dei piccoli borghi, i pochi centri marinari con porticciolo, gli antichi paesini arroccati sulle colline e ovviamente le spiagge.

A meno che non si possegga un’imbarcazione, per raggiungere l’Elba bisogna prima arrivare sulla costa livornese. Da Piombino ci sono collegamenti anche con Cavo e Rio Marina, ma l’approdo più semplice – nel senso che la frequenza di traghetti e aliscafi è decisamente maggiore – resta Portoferraio, servita da quattro compagnie di navigazione (Moby, Toremar, Corsica Ferries, Blue Navy): preferibile sempre la prenotazione online. Portoferraio è la ‘capitale’ dell’isola, dove sono passate tutte le dominazioni come si evince dai resti di tre ville romane, dalle fortificazioni medicee con la splendida cinta muraria che circonda l’abitato e ovviamente le ville napoleoniche: quella dei Mulini e quella di San Martino, con a fianco il piccolo museo dedicato all’Empereur. Obbligatoria una passeggiata – meglio serale – nel centro storico, curato e vivace. Nei dintorni, ci sono le prime belle spiagge: Biodola è una delle più famose, per via dell’acqua azzurrissima e la sabbia fine dorata.

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