Il Tribunale Elbano è, di nuovo, a rischio funzionalità. Il Presidente del Tribunale di Livorno ha stilato un provvedimento di riorganizzazione complessiva sia della sezione civile che penale dell’Ufficio, che porterà, se attuato, una pesante penalizzazione per l’accesso alla giustizia civile da parte dei cittadini isolani.
Infatti, al fine di fronteggiare la persistente carenza di magistrati, il Dott. Luciano Costantini, ha ritenuto “assai difficoltoso mantenere la trattazione dei procedimenti presso la sezione distaccata di Portoferraio” sia in considerazione del carico di lavoro nella sede Labronica, sia per “i disagi conseguenti agli spostamenti all’isola d’Elba, soprattutto nella stagione invernale”, per i Magistrati. Questo è vero, ma lo è altrettanto in senso inverso per i cittadini elbani. La soluzione prospettata nel documento consiste nell’accentramento presso la sede centrale del contenzioso civile oggi trattato nella sede distaccata; quale alternativa al congelamento del ruolo con la paralisi dell’attività giudiziaria civile.
Comprendiamo le difficoltà organizzative del Presidente derivanti dalla carenza dei magistrati, ma non la soluzione adottata, che ottiene un risultato opposto a quello voluto dal Governo solo pochi mesi fa, con la concessione della proroga della funzionalità del nostro presidio giudiziario, e di quelli esistenti sulle altre isole minori.
Il Ministro della Giustizia, On. Carlo Nordio, all’inizio di dicembre del 2022, ha pubblicamente rappresentato, nell’aula del Senato, la consapevolezza di tutto il governo dei disagi che deriverebbero alle popolazione isolana con la chiusura del tribunale. Impegnandosi in quella sede a concedere una ulteriore proroga fino al dicembre 2023, in attesa di una possibile riapertura definitiva delle sezioni insulari dei tribunali, anche in osservanza al nuovo dettato costituzionale dell’art. 119 della Costituzione, che nella nuova dizione riconosce la peculiarità dei territori insulari e impone allo Stato di adottare tutte le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dalla insularità.
L’impegno è stato ribadito dallo stesso Ministro poche settimane fa nelle aule parlamentari ove ha rinnovato l’impegno del Governo a ristabilire alcune sedi giudiziarie soppresse nel 2014 tra cui ricorda in maniera specifica quelle insulari, sottolineando che la informatizzazione e la digitazione non sono assolutamente sufficienti a sopperire alle difficoltà di accesso alla giustizia per i cittadini. Ed infatti se le c.d. udienze cartolari possono lenire i disagi per gli avvocati elbani, essendo utilizzabile tale modalità solo per le udienze “tecniche” ove non in genere non è prevista la presenza di persone diverse dai difensori, lo stesso non può dirsi per le udienze in cui sia necessaria la presenza fisica delle parti o dei testimoni.
Sarà quindi la popolazione a subire il maggior disagio possibile se l’attuazione del provvedimento si concretizzerà. Proprio quei cittadini nei confronti dei quali è riconosciuta lo svantaggio derivante dal vivere in un’isola, e a favore dei quali l’art. 119 della costituzione impone allo Stato di attivarsi per
rimuovere tali svantaggi. Invitiamo pertanto tutte le forze politiche ad intervenire, affinchè gli isolani siano tutelati nella loro situazione di svantaggio.
L’Associazione Forense dell’Isola d’Elba si attiverà in tutte le sedi necessarie per ripristinare la funzionalità dell’Ufficio dell’Elba, in attesa della sua definitiva stabilizzazione, garantita come imminente dal Governo e dal Ministro della Giustizia.
Tribunale elbano, nuovi rischi di trasferte a Livorno
di Paolo Di Tursi , presidente Associazione Forense Isola d'Elba
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