Il 2 maggio 1781, viene tolto dalla sua nicchia, all’ingresso del Forte Stella, il busto di bronzo di Cosimo I, l’opera di Cellini, per essere trasportato a Firenze.
(Tratto dal “Corriere Elbano”).
Il 2 maggio 1859, col vapore Giglio, partirono dall’isola d’Elba 18 volontari per la Guerra d’Indipendenza.
(Tratto dal libro “L’Elba s’è desta”).
Il 2 maggio 1934, durante una escavazione per la costruzione di una galleria da parte della Marina Militare, a cui era affidato il Forte Falcone per fortificarlo, venne alla luce una lastra di marmo con la seguente iscrizione: “ COSIMO DEI
MEDICI- DUCA DI FIRENZE- DA’ FONDAMENTO L’ANNO MDXLVIII A DI’ VIII LUGLIO”. Si trattava in modo certo della data della posa della prima pietra del forte. Insieme alla lastra marmorea furono rinvenute anche nove monete dell’epoca di Cosimo I°.
(Tratto dal libro “Per non dimenticare…” di Leonida Foresi).
Il 2 maggio 1658, nel contrasto tra Marcianesi e Poggesi, per le linea di confine che divideva le due comunità, il principe di Piombino don Nicola Ludovisi emanò un decreto col quale si statuiva che “la Chiesa di Santa Chiara posta
nella Marina( nella spiaggia detta Marina) fosse il termine primo dei confini fra le due Comunità.
(Tratto dal libro “Marciana Marina nascita, vita e vicende” di Valdo Vadi).
Il 2 maggio 1801, l’Adjutant Général Mariotti intimò la resa al comando della Piazza di Portoferraio: ma l’intimazione fu decisamente respinta da De Fixon. Al che, il Comando Francese decise di impossessarsi della Piazza stringendola
d’assedio. Frattanto, sul mare dell’Elba, imperversava una rovinosa guerra corsara. Bastimenti da corsa, armati al comando Comandi della Piazza di Portoferraio e protetti da navi da guerra Inglesi, intercettavano bastimenti
d’ogni sorta dirottandoli nel porto di Portoferraio e depredandoli delle merci
trasportate.
(Tratto dal libro “Marciana Marina nascita, vita e vicende” di Valdo Vadi).
Il 2 maggio 1931, vista la sentenza n. 92 (Reg. Gen. n.116/1931), furono fermate diverse persone e aver sequestrato in casa di tutti gli indiziati, una voluminosa corrispondenza. Nessun documento, però, fu trovato né si rilevò alcun accenno di carattere politico o che potesse avere qualche attinenza con l’organizzazione del Partito Comunista. Di tutti i fermati soltanto per otto, tra cui cinque elbani, fu mantenuto l’arresto. Il procedimento penale riguardò: Maranca Pietro, Tonchini Ferdinando, Polastri Antonio, Polastri Carlo, Pazzaglia Americo, Citi Privato, Marchetti Gino, Daniello Angelo.
(Tratto dal libro “ Antifascisti e perseguitati elbani” di Ivano Tognarini).