Il 1° maggio 1859, partirono dall’Elba, col mistico del Padrone Pietro Del Bono, 25 volontari per la Guerra della Indipendenza Italiana.
(Tratto dal libro “L’Elba s’è desta”).
Il 1° maggio 1848,a Capoliveri, la Gendarmeria interviene a redigere rapporto a carico di alcuni giovani paesani i quali, durante la Settimana Santa, si “erano disciplinati con tagli sulla viva carne” e percossi con flagelli al fine di attestare,
secondo un uso spagnolesco, il loro amore per le rispettive fidanzate. Questo intervento suscita, contro la Gendarmeria, un tumulto del quale resta ferito il Sergente Comandante della Brigata.
(Tratto dal libro “Porto Azzurro nascita, vita e vicende” di Valdo Vadi).
Il 1° maggio 1801, un corpo di spedizione francese, forte di 800 uomini, al comando dell’Adjutant Général Mariotti, si imbarcò a Bastia su una flottiglia di paranze e fece rotta per l’Elba. Ma, durante il viaggio, il convoglio fu scompaginato da una burrasca e costretto a dividersi in due flottiglie, ciascuna delle quali puntò sull’Elba, seguendo una rotta propria.
Nella tarda serata, la parte più consistente della flottiglia (sulla quale si trovava il Comandante in Capo) giunse in vista alla costa marcianese.
(Tratto dal libro “Marciana Marina nascita, vita e vicende” di Valdo Vadi).
Il 1° Maggio del 1952, nella tonnara del “Bagno di Marciana”, dove si pescavano i tonni più grossi che a volte superavano i 3 quintali, si salparono 144 “alelunghe”, 10 palamite e 4 tonni per un totale di 123 Kg.
(Tratto dal libro “Per non dimenticare…” di Leonida Foresi).
Il 1° maggio 1945, si tenne, a Portoferraio, dopo un anno dalla Liberazione, una grande manifestazione di massa. Il permesso a radunarsi e di sfilare in corteo fu tuttavia ottenuto non senza difficoltà. Si sentì il bisogno di affermare che nessuno avrebbe potuto impedire a dei lavoratori di celebrare degnamente la loro festa.
(Tratto dal libro “Portoferraio Memorie fotografiche 1940-1950).
Il 1° maggio 1905, arrivano a Porto Azzurro, suor Antonietta, suor Vincenza e suor Maria alle quali fu affidata la gestione dell’asilo infantile. Fu, don Eugenio Perez, sacerdote del paese, ad individuare l’Ordine delle Figlie di carità: le cosi dette “cappellone”( per via della cornetta inamidata che in indossarono fino al Concilio Vaticano II).
(Tratto da “Lo Scoglio” n.118).