Il referendum sul prolungamento dell’aeroporto della Pila, con la vittoria del No è il non raggiungimento del quorum, sta avendo strani strascichi politici che sono il frutto di convinzioni che si sono rivelate sbagliate, di calcoli mal fatti e di una bruciante sconfitta.
Ma veniamo con ordine:
Il referendum non ha raggiunto il quorum e quindi non è valido e ora i perdenti chiedono a gran voce che il Sindaco di Campo nell’Elba Davide Montauti e la sua maggioranza non tengano conto della vittoria del No. Sono gli stessi che, quando erano strasicuri della vittoria del Sì (ma certi che il quorum non si sarebbe raggiunto), chiedevano che Sindaco e maggioranza rispettassero comunque l’indicazione che sarebbe venuta dal referendum, cosa che il Sindaco si era impegnato a fare. Ora che ha vinto il No chiedono che Montauti non rispetti l’indicazione uscita dalle urne perché a loro non piace e che dia ragione alla minoranza più piccola che ha votato Sì.
Si dice al contempo sia che il referendum non è lo strumento per risolvere un problema così complicato, sia che al referendum avrebbero dovuto partecipare tutti gli elbani. E poi ci si lamenta della scarsa partecipazione. Ma se la partecipazione è stata solo del 36,6% nel Comune interessato, quale sarebbe stata in tutti i Comuni elbani? Sicuramente molto minore. E quanto sarebbero stati informati gli elettori degli altri Comuni? Sicuramente molto meno. E allora ai Partiti e alle associazioni di categoria sconfitte sarebbe andata bene che quella infima minoranza avesse imposto ai campesi il suo volere su un delicatissimo pezzo di quello che è – fino a che non ci sarà il Comune unico – il loro territorio?
Si dice che una cosa così complicata non la può decidere una minoranza di cittadini e una così grossa astensione. A dirlo sono spesso forze politiche che hanno tra le loro fila sindaci e consiglieri comunali di maggioranza eletti – grazie al meccanismo elettorale maggioritario – da una minoranza in elezioni con una fortissima e crescente astensione. Lo stesso governo Meloni non è stato eletto dalla maggioranza dei cittadini e la Destra sta cercando di cambiare ulteriormente il meccanismo elettorale con l’abolizione del secondo turno anche nei Comuni sopra i 15.000 abitanti. La minoranza che vince prende tutto e governa contro la minoranza. Gli astenuti sono il più grosso “Partito”. Per me che sono per il ritorno al proporzionale puro è una bestemmia democratica, ma per molti di coloro che dicono che la vittoria del no al referendum non vale dovrebbe essere il contrario: è la messa politica che cantano tutti i giorni.
Diversi esponenti politici e delle categorie economiche dicono che c’è stato troppo poco tempo per informare la gente. E’ vero, ma questo – come tutti sanno – è il frutto di un ricatto di Ala Toscana/Toscana Aeroporti che aveva imposto al comune di Campo nell’Elba dare una risposta entro il 27 aprile, quando si riunirà l’Assemblea Ordinaria del Azionisti. Di fronte a questo vero e proprio ricatto di un privato – appoggiato dal presidente della Regione Toscana – il Consiglio Comunale di Campo nell’Elba ha fissato la data del 23 aprile. Chi doveva informare i cittadini – come si fa in un normale confronto democratico – erano proprio i Partiti che ora si lamentano che non è stato fatto. Gli stessi partiti che però – in maniera bipartisan e facendo da megafono anche ad alcune strampalate teorie di Ala Toscana – hanno inondato quotidianamente giornali cartacei e online e social network di una martellante campagna per il Sì che è culminata nei preoccupanti servizi – con tanto di intervista a Boccardo di Ala Toscana sui sedili di un Aereo – che il TGR Toscana ha trasmesso nel giorno del referendum, senza nessun rispetto del silenzio elettorale.
Se l’Armada Invencible di Partiti di destra-centro e di centro-sinistra non è riuscita a portare a votare gli elettori campesi, se non è riuscita a convincerli delle ragioni del Sì, se è stata battuta dagli scarsi mezzi di un piccolo comitato di cittadini e da Legambiente Arcipelago Toscano, una ragione ci sarà ed è tutta interna sia alla debolezza di forze politiche ormai diventate comitati elettorali che allo scarso appeal delle argomentazioni pro-prolungamento dell’aeroporto, condite con ricatti indigeribili.
La campagna referendaria dell’imponente fronte del Sì c’è stata, ma si è rivelata un disastro comunicativo e politico. E continua ad esserlo perché accetta un ricatto, appoggia l’ingerenza.
Ora, a urne chiuse, i populisti e i referendari di ogni risma chiedono che di quel risultato non si tenga conto, dicono che di queste cose se ne deve occupare la politica, quella stessa politica che loro hanno dimostrato di non saper agire, uscendone sconfitti. Ma una cosa è vera: ora la palla ritorna alla politica, torna al Sindaco di Campo nell’Elba che, insieme al Consiglio Comunale, aveva chiesto ai suoi cittadini di dargli un’indicazione. L’indicazione è venuta: una minoranza corposa ha votato No, una minoranza meno numerosa ha votato Sì, una maggioranza si è astenuta dando di fatto una delega in bianco al Comune perché affronti il problema. Cercare di arruolare gli astenuti tra le fila dei favorevoli al prolungamento dell’aeroporto è ridicolo, eppure c’è qualcuno che ha cominciato a farlo non appena ha capito che aveva vinto il No sovvertendo tutte le sue granitiche convinzioni.
Se avesse vinto il Sì, Partiti e Associazioni di categoria si sarebbero comportati esattamente nella maniera opposta. Avrebbero chiesto al Sindaco Montauti di prendere atto dell’indicazione proveniente dalle urne. Lo sappiamo tutti e lo sa per primo chi oggi chiede che il Sindaco faccia il contrario.
Se si vuole davvero discutere del futuro dell’aeroporto bisogna smetterla con l’interpretare secondo convenienza politica momentanea il voto degli elettori, prendere atto che la corazzata di TUTTI i Partiti e di TUTTE le categorie economiche non è riuscita ad affondare il vascello pirata varato all’ultimo momento da un pugno di cittadini e da un’associazione ambientalista, bisogna con lungimiranza e un po’ di umiltà smetterla con i ricatti e trovare una soluzione – che è già possibile, che è ragionevole e sostenibile – per l’aeroporto e la continuità territoriale. Devono farlo la Regione Toscana, il Comune, le forze politiche ed economiche. E devono farlo rispettando prima di tutto quella corposa minoranza di cittadini campesi che, credendo nella democrazia, hanno espresso la loro idea sul futuro dicendo No e Sì.
Umberto Mazzantini