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Il 25 aprile di Angelo Zini sindaco di Portoferraio

L' intervento del primo cittadino alla celebrazione della giornata della Liberazione

A nome dell’amministrazione comunale e di tutta la città il sindaco di Portoferraio Angelo Zini ha ringraziato i cittadini, le autorità civili, militari, religiose, le associazioni presenti alla celebrazione del 25 aprile, festa della liberazione dal nazifascismo. Poi il suo intervento sul significato della giornata:
“A distanza di molti anni dalla liberazione della nostra Nazione, sentiamo sempre viva la necessità e la volontà di celebrare insieme, in piazza questa ricorrenza questa giornata così importante in ogni paese della Penisola uniti dal medesimo spirito di riconoscenza per quanti, mettendo a repentaglio la loro stessa esistenza, scelsero di stare dalla parte della libertà e della giustizia, ponendo quindi alla fine i fondamenti di uno stato con un ordinamento moderno e democratico come quello che abbiamo ereditato e che dobbiamo sempre preservare considerandolo un bene prezioso per tutti. Il 25 aprile è sicuramente sinonimo di impegno, di riconoscenza, di sacrificio. Per questo non dobbiamo dimenticare ciò che è accaduto in quegli anni e dobbiamo ricordare gli orrori dei totalitarismi e della soppressione della libertà. Il giorno della Liberazione è la risposta alle barbarie nazifasciste, la rinascita democratica della nazione avvenuta grazie ad un meraviglioso movimento collettivo che ci chiama Resistenza. Oggi siamo qui a condividere il momento fondativo della nostra Italia, la sua rinascita dopo un periodo buio e oscuro. La luce della democrazia che oggi illumina le nostre vite non deve mai però portaci a dimenticare ciò che è accaduto in quegli anni, costellati dagli orrori e dalle barbarie dei totalitarismi e dalla soppressione della libertà e di ogni forma di giustizia. Questo è stato il dono prezioso per cui dobbiamo ringraziare quello straordinario movimento collettivo costituito dai partigiani ma anche dai civili, dalle donne, dagli ebrei, dai carabinieri, dai militari da quanti combatterono accanto agli alleati e dal contributo determinante di coloro che versarono il loro sangue per la Liberazione. E’ importante quindi non dare mai per scontati i diritti di cui oggi godiamo, così faticosamente conquistati e difesi anche con il sangue, li dobbiamo vivere, difendere ed esercitare insieme ai doveri che non devono rimanere solo sulla carta ma devono essere vissuti ed interpretati da ogni singolo cittadino ogni giorno. Questo è il nostro omaggio più vero e concreto a tutti coloro che ricordiamo qui oggi e che si sono battuti per la libertà. E la libertà non può che accompagnarsi al pieno riconoscimento dei diritti umani. Non possiamo dimenticare infatti che tra i principi fondamentali della nostra Costituzione all’articolo 2 ci sono proprio i diritti umani, Era essenziale una specifica menzione dei diritti umani nella Costituzione italiana, per la prima volta nella storia dell’occidente. Altre costituzioni non avevano avuto questa premessa perché ritenevano che i diritti umani fossero considerati come il presupposto tacito e ineliminabile di ogni Costituzione. Diverso è il caso della nuova costituzione italiana. E’ necessariamente legata alla dura esperienza dello stato totalitario il quale non si limitò a violare questo o quel diritto fondamentale dell’uomo, negò in radice l’esistenza di diritti originari dell’uomo, anteriori allo Stato. Oggi qualcuno ci vuole dire che dentro la nostra Costituzione non si parla di antifascismo e ci viole far credere che, siccome non c’è questa parola, la nostra Costituzione non è antifascista. Io credo che è la Costituzione in sè è antifascista perché tutto ciò che c’è scritto, nei primi articoli, a partire da quello dei diritti dell’uomo, danno la sensazione di quello che i nostri costituenti volevano affermare proprio in contrapposizione a quello che avevano vissuto. E i diritti umani e la loro negazione purtroppo ci riportano anche all’attualità più stretta, all’immane tragedia umana che sta insanguinando il fronte orientale dell’Europa, la contesa tra Russia e Ucraina. Registriamo purtroppo ancora mire espansionistiche, regimi dispotici che sopprimono diritti e libertà che si davano universalmente accettati. Torture, rastrellamenti di civili. Tutto ciò proprio in memoria dei valori che celebriamo oggi. E’ intollerabile e dimostra quanto ancora c’è da fare per difendere e praticare gli ideali della liberazione in tutto il pianeta. Anche per questo ritengo che sia sempre più importante festeggiare il nostro 25 Aprile, una data scolpita nella storia, una pietra miliare per tutti e che unisce tutti gli italiani perché è quella che ci ha consentito di porre le basi per costruire dalle macerie della guerra una Repubblica autenticamente democratica. Ai patrioti che si sono battuti per il riscatto e la rinascita dell’Italia vanno, e devono andare, sempre la nostra ammirazione, la nostra gratitudine, una riconoscenza infinita.
Ora una piccola digressione personale: sono qui oggi da sindaco a celebrare il 25 aprile e lo faccio a nome di una delle istituzioni democratiche nate grazie alla Liberazione, ma sono anche figlio di un partigiano che da bambino ascoltava i racconti di una persona che decise insieme ai suoi amici e cari, di combattere intanto per la sua libertà e poi per la libertà di tutti gli altri, compresa la nostra, compresa la mia. Ed io ero emozionato a sentire quei racconti, quagli aneddoti, andai a rivedere i luoghi dove lui aveva combattuto e nella mia vita ho provato a fare miei quei valori , a poterli trasmettere a quelli che erano intorno a me, ai miei figli, A poterli trasmettere tra poco,, spero, a mio nipote perché non li debba leggere soltanto sui libri di storia , come un argomento del programma di storia che dovrò studiare a storia ma perché li possa vivere tutti i giorni nella sua vita quotidiana. L’insegnamento che infatti dobbiamo cogliere da quegli uomini e donne che hanno lottato per l’ideale di libertà e democrazia è quello di vivere la nostra comunità come soggetti attivi, contribuendo in tal modo alla crescita morale della stessa, soprattutto in un momento particolare come quello che stiamo tutt’ora attraversando, dove le difficoltà delle persone siano da stimolo al sentimento di umanità. Tornare ad umanizzare la nostra società vuol dire strapparla dall’egoismo e soprattutto dall’indifferenza. Viviamo pertanto questo 25 aprile come festa e per una definitiva consolidata ripartenza della nostra comunità ed un auspicio per una rinascita civile, economica e sociale di tutto il paese e, naturalmente, per una pace che ci auguriamo trionfi al più presto sugli orrori della guerra.
Viva l’Italia
Viva la Repubblica
Viva il 25 aprile

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