Il XXV Aprile di quest’anno vorrei che fosse ancor più centrato sulla Costituzione, nata dalla Resistenza e dalla liberazione dalla dittatura e dall’occupazione nazifascista.
Vorrei che fosse un momento di significativo rilancio dei suoi Principi, non solo a parole ma con l’assunzione di un compito.
A chi giustamente afferma che non si può permettere a nessuno di riscrivere la storia antifascista di questo Paese, dico che c’è una grande occasione, storica, di mostrare che il sogno dei Padri costituenti può ulteriormente realizzarsi, avviando un processo virtuoso e innovativo dal punto di vista culturale e politico.
Mi riferisco all’articolo 11 e al principio del ripudio della guerra.
Sempre, e soprattutto oggi con la guerra diffusa e il rischio atomico, è necessario porsi l’obiettivo del disarmo integrale. Questo obiettivo non si raggiunge immediatamente ma attraverso scelte e passi che portino ad esso.
Nel 60° anniversario dell’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, dire no al riarmo è scelta doverosa. Come ha detto papa Francesco, il disarmo “non è utopia, è sano realismo: solo fermando la corsa agli armamenti, che sottrae risorse da impiegare per combattere la fame e la sete e per garantire cure mediche a chi non ne ha, potremo scongiurare l’auto-distruzione della nostra umanità”.
Che fare nell’immediato?
Qualche esempio, lasciando spazio a un confronto più ampio, capace di ascolto serio e responsabile.
Lavorare per fermare l’invio di armi all’Ucraina e nelle altre aree di guerra. Sostenere la resistenza nonviolenta dei giovani ucraini e russi. Impegnarsi per ridurre le spese militari e per armamenti, rafforzando la sanità e l’istruzione, sostenendo le famiglie e i più deboli. Assumere le istanze dei cittadini, sostenendo in Parlamento la proposta di legge sull’istituzione della difesa non armata della Patria (difesa che, come dice l’art.52, è dovere dei cittadini, e non si riduce a quella armata… e su questo vale la pena ri-leggere don Milani).
Come altri anni, con questo sogno (utopia) di pace, parteciperò alle celebrazioni del XXV Aprile per testimoniare gratitudine a chi, con proprie modalità, ha lottato per la libertà dell’Italia e dell’Europa, per affermare l’opposizione al fascismo e a qualsiasi violenza, per esprimere il rifiuto delle guerre e delle armi e chiedere più risorse per la tutela della vita umana e del pianeta.
Nunzio Marotti
L'intervento
“Il mio contributo per il XXV aprile e sulla guerra”
di Nunzio Marotti
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