Giorgia Meloni, una underdog destinata al successo

di Enzo Sossi

Giorgia Meloni è cresciuta nel quartiere popolare romano della Garbatella in una famiglia con la madre e la sorella mentre il padre ha fatto scelte diverse. Ha conseguito il diploma di maturità linguistica in un istituto professionale per il turismo e successivamente non ha proseguito con gli studi universitari. Parla l’inglese, ha studiato il francese e parla lo spagnolo imparato quando andava dal padre alle Canarie. Fa politica dall’adolescenza e nel 1996 ha iniziato la militanza in Alleanza Nazionale come responsabile del movimento studentesco. Dopo lo scioglimento come neve al sole di AN, nel 2012 ha fondato il partito Fratelli d’Italia passando dal 4 p.c. di voti al 26 p.c. delle ultime elezioni politiche del 2022. Ha 46 anni, telegenica, preparata, un animale politico, senza timore di essere smentiti possiamo definirla una underdog.

Lo scorso ottobre ha prestato giuramento davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la prima donna in Italia a diventare Presidente del Consiglio dei Ministri e il primo leader di destra al governo del Paese dalla fine della Seconda guerra mondiale. Molti osservatori anche internazionali dicevano che non avrebbe mangiato il panettone. Giorgia Meloni è rimasta al potere a Natale e ha mangiato anche la colomba. Quando è entrata in carica molti pensavano che avrebbe destabilizzato l’ottava economia più grande del mondo e avrebbe avuto problemi con Bruxelles. L’Italia, dicevano è troppo complessa per essere guidata da una donna di destra senza esperienza di governo che potrebbe rivelarsi rovinosa mentre in Europa si sta combattendo la più grande guerra degli ultimi 80 anni sulla frontiera orientale.

Sei mesi dopo, Giorgia Meloni, il primo politico in più di 12 anni a diventare Premier vincendo un’elezione piuttosto che attraverso un gioco di coalizioni, ha sfidato i profeti di sventura, soprattutto oltre i confini nazionali e se riesce a superare le paludi insidiose della coalizione di governo con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi e gestire un’economia stagnante da circa 20 anni il suo successo potrebbe essere un modello per altri conservatori in Europa. La scelta in politica estera di stare al fianco della NATO nella guerra in Ucraina è stata continuativa e lungimirante, a differenza di altri leader di destra esaltati dalla figura del Presidente russo Vladimir Putin come il Premier ungherese Viktor Orban che non è riuscito a lasciare Putin e la francese Marine Le Pen. Comunque, anche i partner di governo, Berlusconi e Salvini, non sono riusciti ad affrancarsi dal satrapo russo. Giorgia Meloni ha dimostrato il suo sostegno chiaro, trasparente e risoluto all’Ucraina, che include un aiuto militare a cui si oppone circa la metà dell’opinione pubblica italiana.

Quando è andata a Kiev, ha dichiarato nell’incontro con il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che – il destino dell’Unione Europea e delle democrazie occidentali dipende anche dalla vittoria dell’Ucraina contro coloro che vogliono usare la forza per calpestare il diritto internazionale –. La scelta non facile, ha contribuito a riaffermare il nostro Paese come un partner affidabile della NATO e la nosta autorevolezza sta crescendo anche nel gruppo del G7, che si occuperà della ricostruzione dell’Ucraina. I suoi rapporti pragmatici con l’Unione Europea stanno aiutando l’Italia ad uscire dalla crisi post-pandemica, con i nostri anziani decimati dal Covid-19. Gli oltre 200 miliardi di euro che si prevede di ricevere dall’Unione Europea sarebbero i più grandi aiuti dai tempi del Piano Marshall. Per questo non ci deve stupire la politica del sorriso con Bruxelles da quando è entrata in carica. La nostra economia crollerebbe se il flusso di aiuti si esaurisse. Finora ci siamo assicurati circa un terzo dei fondi, ma ci sono stati degli intoppi, ultimamente l’UE ha congelato circa 20 miliardi di euro in attesa di un migliore rispetto delle condizioni sottoscritte. Gli italiani la stanno premiando con numeri di sondaggi in progressivo miglioramento.

A febbraio il Partito Democratico di centro-sinistra, per molti anni parte delle varie coalizioni che si sono succedute al governo, ha scelto un politico che molti osservatori internazionali considerano di estrema sinistra, Elly Schlein. Questa un’opportunità per Giorgia Meloni di aumentare i consensi al centro. In ogni caso, qualsiasi passo falso potrebbe significare una rapida fine della sua luna di miele con gli italiani. Ricordiamoci che la vita media dei governi in Italia del dopoguerra è stata di 14 mesi, mentre gli alleati di coalizione sono pronti a rivoltarsi contro di lei se vedono un minimo spiraglio.

Tuttavia, la migliore possibilità per la underdog Giorgia Meloni per un intero mandato di cinque anni sarebbe un buon risultato elettorale di Fratelli d’Italia alle prossime elezioni del 2024 per il Parlamento europeo, un referendum di metà mandato sulla sua prestazione politica e sugli sforzi per disintossicarsi da una destra radicale. Se riesce a farcela, potrebbe ricoprire l’incarico per diversi lustri.

Una risposta a “Giorgia Meloni, una underdog destinata al successo

  1. Luciano Rossi Rispondi

    Una disamina intelligente ma soprattutto improntata ad un realismo politico che molti trascurano. Il nostro futuro passa attraverso la meloniana persistente capacità

    22 Aprile 2023 alle 14:52

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