“Lunedì della scorsa settimana – ci racconta in una nota l’associazione Animal Project – abbiamo ricevuto un messaggio da una ragazza che ci chiedeva dove si trovasse la gattaia dell’Acquaviva, perché aveva saputo che una mamma gatta e i suoi micini, appena nati, erano stati abbandonati e voleva andare a cercarli.
Successivamente, abbiamo saputo che questa gattina viveva presso l’abitazione di una signora anziana di Portoferraio, accudita da una badante che si occupava anche della gatta. Pare che alcuni parenti dell’anziana signora abbiano deciso di sbarazzarsi della gatta e dei suoi cuccioli che, peraltro, non recavano alcun disturbo, e mettendoli dentro un secchio di platica, di quelli usati per le vernici, li abbiano scaricati al Puntale, lungo la strada per l’Enfola.
Ci siamo attivati subito per la ricerca di mamma gatta e cuccioli e purtroppo, già nella giornata di martedì, un gattino tigrato rosso, è stato trovato morto a pochissima distanza dal secchio usato per l’abbandono. Abbiamo chiamato i Carabinieri Forestali che sono intervenuti sul posto e hanno accertato il ritrovamento.
Noi stiamo ancora cercando la mamma e gli altri due gattini, ma è presumibile che la piccina, dopo la terribile esperienza, resti ben nascosta.
Questa l’arida cronaca della vicenda, alla quale vogliamo aggiungere alcune considerazioni.
Siamo nel 2023 e sull’Isola sono presenti diverse associazioni animaliste e volontari a cui rivolgersi per chiedere aiuto non solo per sterilizzare (N.B. le colonie feline vengono sterilizzate gratuitamente dal servizio pubblico dell’ASL), ma anche per trovare adozione ai gattini “indesiderati”.
Parrebbe che i responsabili dell’abbandono non fossero persone che vivono in una situazione di disagio o i “soliti contadini ignoranti”; sembrerebbe trattarsi, infatti, di persone che vivono a Portoferraio, ben integrate nella nostra società, che hanno una casa e un’attività avviata.
Per quanto ci riguarda, sono persone che si devono vergognare di esistere”.