Isola d’Elba, l’eta’ del rame e la valle di San Martino

di Marcello Camici

LA PIU’  ANTICA STORIA  DELL’ISOLA D’ELBA.  LA VALLE DI SAN MARTINO. E LA METALLURGIA DEI METALLI . IL  RAME NATIVO DELLE CAVE CUPRIFERE

PARTE NONA          

L’Età del rame, indicata anche con i termini Eneolitico, Calcolitico o (più raramente) Cuprolitico, è un periodo della preistoria considerato come la tappa di transizione tra le industrie litiche del Neolitico (età della pietra levigata) e la metallurgia dell’età del bronzo. L’Elba per la sua ricchezza naturale in metalli  sembra aver percorso tutte le tappe conosciute della  scoperta dei metalli   e  della  metallurgia :  dalla lavorazione del  rame alla lavorazione del  ferro.

Nella valle di S. Martino poi,in particolare,sembra essersi compiuto tutto tale percorso per i ritrovamenti che ivi sono stati rinvenuti a partire dall’età del rame.

Il primo ad asserirlo è stato Raffaello Foresi (1820-1876)il quale ,illustrando i reperti della sua collezione di oggetti “antistorici”,  scrive al prof Simonin nel  1865 di ‘cave cuprifere’ nella valle di S. Martino:

“…I pezzi di rame nativo,i frammenti di rame fuso e le scorie che si rinvennero presso la cave cuprifere di S.Lucia e di Colle Reciso…”

(“Sopra una collezione compostadi oggetti antistorici trovati nelle isole dell’arcipelagotoscano e inviata alla mostra universale di Parigi.Lettera di Raffaello Foresi al professor  L. Simonin”,Firenze 1867)   

A colle Reciso è stata ritrovata  un’ascia di rame  di circa 4000 anni fa (Vedi FIGURA 1)

Il rame nativo che  è un minerale composto quasi esclusivamente da rame con piccole quantità di altri metalli ,è presente all’Elba.

Zecchini,archeologo, ne parla e scrive diffusamente in “La cava dell’oro del Maciarello e il rame dell’Elba”(Cfr pg 47 di “Elba isola,olim Ilva .Frammenti di storia“  M Zecchini .Edizioni S Marco litotipo. Lucca 2014) dove con  belle immagini fa vedere l’ingresso della cava dell’oro  vicino  alla quale affiorano minerali di rame e di ferro (Vedi FIGURE  2 , 3 ,4 )

Il rame nativo all’isola d’Elba poteva essere  sfruttato in loco con semplice martellamento o  mediante la cottura con carbone di legna poteva il rame essere ottenuto tramite ossido-riduzione da metalli presenti sul territorio isolano come la cuprite,la calcopirite e l’  azzurrite.

Lo Pseudo Aristotele  nei suoi “racconti meravigliosi”dice che prima che si conoscesse l’uso del ferro tutte gli strumenti venivano fatti con il rame dell’Elba.

Zecchini fa anche un dettagliato elenco di minerali e di giacimenti all’Elba da cui si poteva estrarre rame e con una cartina  indica i luoghi di distribuzione sull’isola dei minerali  di rame (Vedi FIGURA 5)

Recentemente Silvestre Ferruzzi ha descritto ,presso la pineta del Perone in zona detta’Le Bocche’,un imponente sito per l’estrazione del minerale contenente ossidi di ferro inseriti in ocra rossa insieme a minerali di rame come cuprite calcopirite,malachite e limonite.

Ed è molto  probabile che gruppi umani della cultura del Rinaldone insediatisi all’isola d’Elba abbiano commerciato rame con altri gruppi residenti nel continente o addirittura abbiano compiuto una diretta fornitura a genti che facevano la spola dall’oriente all’isola d’Elba .

Zecchini cerca di far capire come questi gruppi umani possano avere ottenuto rame con un processo  metallurgico primitivo attraverso forni fusori  di cui fa una figura schematica  (VEDI FIGURA 6)

 

Su questa prima età dei metalli ,quella del rame,Giorgio Monaco (1907-1984),archeologo, scrive :

”… Così che ,all’Elba,addentrandoci ad esaminare i reperti dell’età dei metalli vi troviamo materiali in rame , da Lacona a Pomonte,alla Montagna di Campo ,al Reciso che ci riportano alla culture centro-meridionali di Rinaldone e del Gaudo,e settentrionale di Remedello.A me sembra più logico pensare (anche perché sono restìo al risolvere le tracce di culture diverse  in un dato territorio coll’arrivo in luogo dei titolari di quelle culture), a me sembra più logico pensare ,ripeto,anziché all’arrivo di altre correnti etniche ,all’arrivo di oggetti di queste culture  all’isola, e magari arrivi ritardati e conservazione ,così da non rendere agevole datare in maniera assoluta la successione ,dal litico ai metalli,dell’aspetto archeologico all’Elba.Resto, invece, della radicata idea di un saldo substrato ligure ,più pastorale che marinaro,al quale arrivano apporti commerciali. Questo substrato ligure a me pare  abbastanza chiaro in epoca pre-greco-etrusca di quella età detta bronzo-ferro   perché intermedia fra i due metalli…”

(Cfr. pg 16 di “L’Elba presitorica e romana” .G Monaco Rivista italiana di studi napoleonici, N.32 –AnnoXII,1. Gennaio 1975.Atti del primo  convegno di storia dell’Elba. Biblioteca comune Portoferraio)

 

 

MARCELLO   CAMICI

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