Egregio Signor Fratini,
Mi permetto di scriverLe perché ho letto con grande interesse il Suo articolo alla pagina seguente :
https://www.francophonie-avenir.com/fr/L-anglomanie-traitee-sur-le-plan-juridique/433-Proces-en-cours-contre-l-anglomanie (casi 3, 4, 5 et 10)
Ed è stato condannato il 20 ottobre 2022 per uso illegale del marchio Health Data Hub :
L’uso dell’inglese è vietato anche all’interno delle aziende, che siano pubbliche o private. Infatti, tutti i documenti di lavoro, compreso i software (logiciel in francese), devono essere legalmente disponibili in francese (quindi senza anglicismi). Le aziende che forniscono documenti in inglese ai propri dipendenti o che li fanno lavorare con software in inglese sono quindi nell’illegalità. Ecco cosa dice il codice del lavoro:
« Qualsiasi documento contenente obblighi per il dipendente o informazioni necessarie per l’esecuzione del suo lavoro deve essere redatto in francese. »
A seguito di questa legge, alcune aziende sono state pesantemente sanzionate per l’uso illegale dell’inglese. Ad esempio la società americana GEMS nel marzo 2006, condannata a una multa di 570.000 euro per aver trasmesso documenti in inglese senza traduzione ai propri dipendenti francesi. Stesso discorso per le società Nextiraone ed Europ Assistance, anch’esse condannate per aver voluto imporre ai propri dipendenti software in inglese senza traduzione:
Gli anglicismi rappresentano dunque un pericolo a lungo termine per l’italiano, tanto più che, a differenza dei prestiti dei secoli precedenti, i prestiti attuali tendono a non essere più italianizzati e quindi non rispettano quasi mai le regole di ortografia e pronuncia dell’italiano. Inoltre, in Italia, non esiste una politica terminologica come nei paesi francofoni. Con la conseguenza di un’invasione del linguaggio quotidiano da parte degli anglicismi: computer, software, hardware, mouse, browser, homepage, link, know-how, byte, database, thread, chip, file, privacy, social network, provider, lockdown, ecc. . .Al contrario, alcune lingue come l’islandese, l’armeno o il cinese non hanno praticamente preso prestiti da lingue straniere. Ad esempio, una lingua come il cinese – lingua della futura prima potenza economica mondiale – non usa alcun anglicismo, e designa con ideogrammi tutte le realtà moderne. Qualche esempio :
Chaîne de blocs (in inglese blockchain) : 区块链
Mégadonnées (in inglese big data) : 大数据
Jeune pousse (in inglese start-up) : 初创企业
Infonuagique (in inglese cloud computing) : 云计算
Coentreprise (in inglese joint-venture) : 合资企业
Ordinateur (in inglese computer) : 电脑
“La lettera del generale de Gaulle del 19 luglio 1962, riesumata dai suoi archivi, da qualche giorno incanta i social network. Sicuramente indirizzata al Ministro delle Forze Armate, Pierre Mesmer, è così formulata: “Caro Ministro, ho notato, particolarmente in campo militare, un uso eccessivo della terminologia anglosassone. Vi sarei obbligato a dare istruzioni affinché i termini stranieri siano proibiti ogni volta che si può usare una parola francese, vale a dire in tutti i casi “queste ultime parole essendo scritte a mano…”
Cordiali saluti,
Daniel De Poli