Portoferraio

Scoperte tre straordinarie teste di marmo durante scavi

Pubblicata on line una ricerca di Ilaria Monti, Fabrizio Paolucci e Michelangelo Zecchini

Qualche mese fa Ilaria Monti e Michelangelo Zecchini hanno pubblicato online una ricerca su Palmaiola che ha dato un notevole contributo alla conoscenza della storia dell’isola. Oggi ai due studiosi si aggiunge un altro noto archeologo, Fabrizio Paolucci, direttore del dipartimento di Antichità Classica presso la Galleria degli Uffizi, per approfondire un argomento di non minore interesse ancora basato su documenti di archivio, in gran parte inediti, datati fra il 1548 e il 1555. Oggetto di studio questa volta sono le scoperte effettuate durante gli scavi e i movimenti di terra ordinati da Cosimo dei Medici nei due colli di Portoferraio, dal mare alle zone più elevate, propedeutici alla costruzione di quella che poi fu chiamata Cosmopoli, la città/fortezza ideale.

Gli Autori illustrano attraverso 145 documenti alcune curiosità su ciò che interessava al Duca e molte notizie precise sul procedere dei lavori (esempi: data di inizio e di fine dei lavori alla torre della Linguella; inizio della edificazione della chiesetta, che poi diventerà il duomo, e sua consacrazione da parte di un vescovo). Ma essi si soffermano soprattutto sul ritrovamento eccezionale di due teste marmoree di donna e una di uomo (divinità o personaggi divinizzati?) di dimensioni maggiori del vero, poi spedite a Firenze con tutte le cure del caso. Lì vengono registrate come reperti provenienti dall’Elba. Un’altra scoperta di rilievo avviene nel sottosuolo di Piazza Padella, dove gli operai si imbattono in una testa di marmo riferibile a un satiro “giovinetto di 12 anni in circa”. Anche la testa del piccolo fauno viene spedita a Cosimo, che la riceve nel marzo 1555. Questo e molto altro viene descritto nel corposo studio scientifico, che è possibile leggere o scaricare al seguente link:

 

https://www.academia.edu/99280586/PORTO_FERRAIO_MEDICEA_SCAVI_E_SCOPERTE_1548_1555_IL_TEATRO_IL_SATIRO_E_LE_TESTE_COLOSSALI

Ora la ricerca continua con la speranza di individuare con certezza le suddette sculture archeologiche nelle collezioni fiorentine.

Michelangelo Zecchini

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli correlati

A “Ri-Connessioni” il Parco Archeologico delle Grotte

A Cortona in un prestigioso convegno di settore si parlerà dell'esperienza elbana

“Un mare di Archeologia”, conclusa la manifestazione

I ringraziamenti del Sistema Museale dell'Arcipelago Toscano di ritorno da Trieste

“Progetto Faber”, l’Università di Siena a Grassera

Tre anni di lavoro per ricostruire la storia del più antico insediamento elbano