Il dibattito sull’ampliamento o chiusura dell’aeroporto è l’ennesima dimostrazione dell’urgente necessità di istituire il Comune dell’Isola d’Elba per assicurare un futuro alla comunità elbana. E’ già stato fatto notare da più parti che l’aeroporto di Campo nell’Elba è al servizio dell’Elba tutta come il porto di Portoferraio e che dunque non ha senso un referendum riservato ai soli residenti Campesi – anzi ai soli abitanti di Marina di Campo se è vera la notizia che nelle frazioni non verranno aperti i seggi. Se però si considera che il Sindaco Montauti ha più volte dichiarato pubblicamente la propria avversità all’ampliamento dell’aeroporto, si comprende che questo referendum – il cui esito con questi presupposti appare scontato – è una mera operazione di comunicazione politica. La cui finalità è sgravare il Sindaco agli occhi della pubblica opinione dalla responsabilità di un diniego devastante per l’Elba. Perchè, secondo quanto si è appreso dai media, il diniego all’ampliamento dell’aeroporto comporterà la chiusura di esso in danno della continuità territoriale, dello sviluppo turistico, occupazionale ed economico dell’Elba. E’ evidente a chiunque che il Sindaco di un Comune di 4.700 abitanti come Campo nell’Elba non può avere in pugno le sorti e il futuro turistico di una comunità Elbana di 32.000 abitanti, come il Sindaco di un Comune di quasi 12.000 abitanti come Portoferraio non dovrebbe decidere per l’ospedale al servizio di tutta l’Elba. E invece è proprio quanto accade e continuerà ad accadere senza il Comune dell’Isola d’Elba, con i risultati sotto agli occhi di tutti.
Com’è noto, la scorsa primavera il nostro comitato “Elba in Comune” aveva avviato la raccolta firme per accedere al referendum confermativo la proposta di legge per il Comune dell’Isola d’Elba dichiarata procedibile dalla Regione Toscana. L’aveva avviata, ma non conclusa, perchè i consiglieri comunali DI OGNI SCHIERAMENTO POLITICO DI OGNI COMUNE si sono rifiutati di recarsi ai banchetti per autenticare le firme e così adempiere al proprio dovere istituzionale. Chi con un pretesto, chi con un’altro. E’ vero, come ha contestato garbatamente al sottoscritto un noto e influente sindaco dichiaratosi pubblicamente favorevole al Comune dell’Isola d’Elba (al pari di altri), che non si può obbligare un consigliere comunale a recarsi a un banchetto in strada per autenticare le firme; ma è altrettanto vero che l’autentica delle firme per l’istituzione dei referendum confermativi è un dovere istituzionale dei consiglieri comunali. I quali, rifiutandosi, hanno privato i cittadini Elbani del diritto di votare a favore o contro il Comune unico dell’Isola d’Elba in un referendum istituzionale richiesto dalla legge. Non di comodo come quello organizzato a Campo nell’Elba.