Il 24 febbraio 1815, dopo che erano iniziati i preparativi per l’evasione di Napoleone dall’Elba, furono imbarcati a Longone e trasportati a Portoferraio, acquavite, biscotti e viveri, prelevati dal Forte e destinati all’approvvigionamento dei bastimenti con i quali l’evasione sarebbe compiuta.
Questa attività insospettì il Vice-Console di Gran Bretagna a Longone,Gianfranco Ricci, il quale, per controllarla, si andava a mettere di vedetta alle Grotte. Si riuscì a fargli credere che i trasporti da lui osservati erano intesi a concentrare in un solo magazzino, a Portoferraio, i viveri delle due piazze.
Sempre il 24 febbraio, fu emanata una disposizione con la quale si ordinava un fermo di tre giorni a tutte le navi che si trovavano nei porti elbani. Furono, persino, ritirati temporaneamente il passaporto e la patente ad un bastimento di
Marciana Marina, carico di vino e già pronto a partire da Longone a Civitavecchia.
(Tratto dal libro “Porto Azzurro nascita, vita e vicende” di Valdo Vadi).
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Il 24 febbraio 1833, nacque a Rio Castello, dal dr. Francesco Grifi e da Massimiliana Gualandi, Antonio Oreste Grifi. A 16 anni decise di arruolarsi come volontario nell’Artiglieria Toscana, dove nel 1857 divenne sottotenente e
nel 1859 luogotenente. Nel 1860 fu nell’Esercito Sardo e sempre nell’Artiglieria, fece una veloce carriera. Partecipò all’assedio di Gaeta e alla guerra del 1866 contro l’Austria, distinguendosi nell’assedio di Borgoforte, dove fu ferito di scheggia di granata. Ricevette la Medaglia d’Argento al Valore militare per entrambe le battaglie. Nel 1898 divenne Colonnello d’Artiglieria.
(Tratto dal libro “L’Elba s’è desta”).
Accadde il 24 febbraio, l’annuario della memoria elbana
di Giovanni Frangioni
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