Paleostoria: la più antica storia dell’isola d’Elba

di Marcello Camici

LA PIU’ ANTICA  STORIA DELL’ISOLA D’ELBA.  VALLE DI SAN MARTINO. PALEOSTORIA .

 TERZA PARTE

 Dopo Raffaello Foresi, nel novecento,gli studi archeologici  continuano all’Elba  con Antonietta Gori ,la quale nel 1924 pubblica  “L’età della pietra nell’isola d’Elba”(vedi foto n1 ).

La  dr.ssa Gori pubblica questa ricerca nella rivista scientifica   “Archivio per l’antropologia e la etnologia “(Vol LIV,1924,fasc. 1-4) .

Descrive e analizza scientificamente reperti litici indicando i vari luoghi dell’isola da cui provengono.

Risulta evidente che molti provengono dalla valle di S Martino con sue vallecole e colline circostanti : Carene,   S. Lucia, Tre Acque (vedi foto n 2) , Serrone delle Cime,Monte Orello,monte Moncione.

Correda il tutto con una carta dell’Elba dove indica tutti questi luoghi sede di giacimenti chiamati da Raffaello Foresi “antistorici”: credo che  sia questa  la carta archeologica più antica dell’isola  alla quale  poi hanno fatto seguito altre (vedi foto n 3)

I  reperti litici analizzati e studiati dalla Gori provengono dalla collezione Foresi come afferma lei stessa scrivendo “…gli oggetti preistorici che hanno servito di base al presente studio appartengono per una gran parte alla collezione che Raffaello Foresi raccolse in varie località dell’isola d’Elba e che nel 1877 passò al museo di geologia di Firenze  e poi a quello di antropologia.Questo materiale fu raccolto col primitivo pensiero che dovesse servire come nucleo di una collezione locale elbana .Il Foresi stesso in una sua lettera al Cocchi dice di aver ricevuto la prima spinta a tali ricerche da letture  che egli, nel 1864,fece sulla industria umana dell’età della pietra e dal ricordo,rifioritogli in  mente,d’avere in gioventù udito narrare che i contadini nella sua natìa Elba usavano raccogliere a fior di terra sassi a forma di frecce ,che ingenuamente credevano teste di fulmine e a cui attribuivano un grande potere amuletico…”

(vedi foto n 4)

L’attività di ricerca  e di studio riprende  dopo il secondo conflitto mondiale con Giorgio Monaco(1907-1984) e con Michelangelo Zecchini della scuola paletnologica pisana guidata da Antonio Mario Radmilli: attività di studio e di ricerca che porta alla nascita del museo archeologico di Marciana negli anni sessanta del secolo passato.

Nel 1867 Raffaello  Foresi si domandava : “..In qual periodo dei tempi antistorici si ha da assegnare debito luogo alle armi e strumenti di pietra dell’isola d’Elba?.. “ (Cfr, pg 6 di “Lettera di Raffaello Foresi al prof Simonin “Sopra una collezione composta di oggetti antistorici”).

E’ una domanda che si corrèla a quella posta da  Giorgio Monaco nella relazione da lui fatta al primo convegno di storia dell’ Elba,esattamente cento anni dopo,nel 1967  : “…questi abitatori  dell’Elba che lavorano la pietra da dove provenivano e chi erano ?…”(Cfr pg 14 di “Rivista italiana di studi napoleonici n 32 .Anno XII,1.Gennaio 1975.Atti del I Convegno di storia dell’Elba)

Grazie alle conoscenze acquisite dagli studi e dalla ricerca archeologica e paletnologica al tempo del primo convegno di storia dell’Elba,  Giorgio Monaco,per quanto riguarda la primissima preistoria dell’Elba,  afferma che  “……anche se mi vien fatto di pensare che la presenza accertata ,per ora,solo di resti di animali ma non dell’uomo nella Grotta del Reale,presso Porto Azzurro (nella quale ho pure fatto un saggio e vi ho condotto ma senza miglior frutto speleologi  parmensi e perugini )non ci impedisca di credere che l’arrivo dell’uomo all’Elba possa anche essere di età anteriore alla documentazione archeologica  che ce lo dà sicuramente all’Elba  nel paleolitico medio e superiore ,dal musteriano all’aurignaciano. Difatti,la presenza dell’Ursus Spelaeus ,l’Orso delle caverne,e di altri mammiferi all’Elba dice chiaro che l’accesso del continente all’isola (quindi non ancora del tutto isola)ero certo facile,di scoglio in scoglio,per così dire ,se non addirittura per via continua di terra.Non è quindi improbabile che l’uomo vi giungesse fino dal primo periodo del paleolitico (paleolitico inferiore 500000-120000 anni fa ndscr.) o età della pietra antica. Certo,come ho detto,vi era nella fasi meno antiche del paleolitico ,il medio e il superiore,e poi, senz’altro ,tra neolitico ed eneolitico,nell’età più recente della pietra.Tracce notevoli si trovano in molti punti dell’Elba ,della presenza dell’uomo nei frammenti dei caratteristici piccoli strumenti(coltellini,raschiatoi,punte di freccia ecc) di selce e perfino di ossidiana (indice quest’ultimo di rapporti colle isole vulcaniche siciliane).

Questi primi abitatori litici chi erano? Da dove provenivano?

Io credo sia molto difficile lo stabilirlo.

Sta però il fatto che l’etnico Liguri (pur essendo più proprio  negli studi attuali,di epoca già dei metalli)mi verrebbe fatto di pensarlo,per l’Elba fin dall’età litica.Un unico frammento di ceramica impressa ,proveniente dall’Elba ,messo in valore da Luigi Bernabo Brea (1) ,darebbe prova coi raffronti  della Caverna ligure della Arene Candide,di un apporto etnico ligure.Ma ben più vaste devono essere le ricerche per potere asserirlo. Siamo ad ogni modo,in presenza di una abbastanza successione paleo-neolitica all’Elba,mentre non è così chiaro il passaggio dall’età litica all’età dei metalli(bronzo e ferro)….”

(Cfr, pg 14-15 di “Elba preistorica e romana” Giorgio Monaco. In   “Rivista italiana di Studi napoleonici” n 32 .Anno XII,1.Gennaio 1975.Atti del I Convegno di storia dell’Elba )

La ricerca archeologica prosegue   sull’isola   con Orlanda Pancrazi(dipartimento scienze archeologiche della  università di Pisa)  e  con Adriano Maggiani(soprintendenza archeologica della Toscana).

Questi ricercatori, negli anni settanta del secolo scorso,dirigono campagne di scavo  sul territorio dell’Elba.

Scavano,la prima  a Castiglione di S. Martino ,il secondo a Castiglione  di Campo:i risultati di questi  scavi sono esposti al museo archeologico  della Linguella e quello di Rio.

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