Il Comune chiederà al Ministero di acquistare Capo Poro

Il consiglio comunale ha deliberato ieri sera l'atto da inviare al Ministero della Cultura

È stato deliberato dal Consiglio Comunale di Campo nell’Elba, durante la seduta di sabato 28 gennaio, l’atto con il quale l’Amministrazione campese potrà chiedere al Ministero della Cultura, che a dicembre ha emesso il decreto con il quale riconosce il vincolo storico-culturale per la ex batteria di Capo Poro, di esercitare il diritto di prelazione.

“La delibera era un atto necessario per poter inoltrare la nostra richiesta di esercitare il diritto di prelazione rispettando i tempi previsti dalla legge n.42 del 2004, meglio conosciuta come “Codice dei beni culturali e del paesaggio” – spiega il Sindaco Davide Montauti-. Sono orgoglioso  della volontà espressa dall’assemblea a difesa del nostro territorio nell’interesse della Comunità. Orgoglioso di un voto che ha visto anche due consiglieri di minoranza votare a favore della delibera. Ora dobbiamo continuare il percorso per restituire Capo Poro alla sua storia e alla memoria dei cittadini campesi”.

La ex batteria costiera fu venduta nel 2016 dal Demanio a trattativa privata  per poco più di 36mila euro e dopo pochi mesi rivenduta a 38mila euro.

“Prima delle vendita però non è stata seguita la cosiddetta “verifica dell’interesse culturale” che  doveva svolgersi prima del trasferimento del bene – spiega il Sindaco -. Trattandosi di un bene esistente da più di 70 anni era un atto senza il quale non era possibile effettuare la vendita. La Soprintendenza dei beni Culturali di Pisa e Livorno ha avviato l’istruttoria per la verifica d’ufficio dell’interesse culturale a fine giugno e noi abbiamo partecipato al procedimento con una memoria dove abbiamo manifestato la nostra volontà di riportare il bene nel patrimonio della Comunità Campese”.

Il procedimento dell’Amministrazione dei beni culturali si è concluso con la dichiarazione di interesse culturale per l’ex batteria  lo scorso  20 dicembre e quindi il bene oggi risulta definitivamente sottoposto alle disposizioni di tutela previste dal Codice.

Nella delibera approvata dal Consiglio comunale è già previsto l’impegno di spesa per l’eventuale acquisto ed è formalizzato  il mandato al responsabile dell’ufficio patrimonio di comunicare immediatamente al Ministero della Cultura, Segretariato Regionale per la Toscana, la volontà di esercitare il diritto di prelazione a favore del comune e l’impegno al pagamento della somma pari al prezzo di vendita indicato.

“Ad oggi Capo Poro è ancora inaccessibile nonostante le ordinanze che hanno intimato al proprietario di togliere la recinzione che di fatto impedisce l’accesso al faro. Quella non è una recinzione di cantiere ma una barriera fisica con pali di ferro, rete metallica e filo spinato che impedisce senza alternative l’accesso all’ex  batteria e al faro.  Come Amministrazione faremo tutti gli atti necessari per riaprire il sentiero 139 e rendere di nuovo quel luogo libero alla fruizione di cittadini elbani e turisti – commenta il Sindaco Montauti -. Per questa Amministrazione Capo Poro è un luogo simbolico che deve rimanere accessibile a tutta la Comunità e a quanti lo vorranno visitare. Nei giorni scorsi, tra l’altro, è stato notificato al Comune l’ennesimo ricorso della proprietà, questa volta contro il decreto del Ministero della Cultura che riconosce Capo Poro come bene culturale. Abbiamo acquisito anche il parere di un legale nel quale si chiarisce che  il primo  atto di compravendita doveva essere preceduto dall’autorizzazione del MIC e che,  se questa manca, tale contratto risulta nullo ai sensi dell’articolo 164 del Codice”.

Con l’arrivo del privato Capo Poro, in questi anni, è diventato un’area dove gli interventi hanno iniziato a modificare il paesaggio: i sentieri sono diventate strade, sono arrivate le recinzioni, sono comparsi i cartelli posizionati sulla sentieristica del Parco per far desistere cittadini e turisti a visitare la batteria costiera e il faro. Nonostante l’Amministrazione comunale abbia posto in essere atti e controlli così come ha fatto il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano le impugnazioni dei provvedimenti e i ricorsi al Tar hanno fatto sì che quel luogo oggi sia ormai diventato una meta inaccessibile

L’obiettivo  dell’Amministrazione comunale è quello di valorizzare Capo Poro creando un Museo della Memoria. L’intera fortificazione dell’ex batteria denominata E189 è infatti una delle rare fortificazioni costiere presenti in Toscana ed ha rappresentato il presidio più importante per il controllo di quel tratto di territorio durante la seconda guerra mondiale. “Il nostro impegno lo abbiamo formalizzato con la delibera che abbiamo approvato in Consiglio comunale. Questa Amministrazione ha intenzione di difendere questo luogo mantenendo, conservando, e valorizzando il paesaggio, la biodiversità, e soprattutto la storia, la cultura di quel luogo anche e soprattutto attraverso la realizzazione, in accordo con le associazioni storico culturali del territorio di un progetto museale e di fruizione didattica di tutta la zona”.

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