Da Giovanni Fratini già sindaco di Portoferraio, riceviamo e pubblichiamo integralmente un intervento circostanziato sulla realizzazione della stazione marittima nel palazzo ex Cromofilm situato sul porto di Portoferraio.
“L’Autorità portuale di Livorno non finisce mai di stupirmi. In un lungo comunicato di questi giorni, poche righe sono destinate ai due porti elbani di Portoferraio e Rio.
Per la stazione marittima di Portoferraio ci viene assicurato che le risorse finanziarie sono previste nel bilancio di questo anno. A quanto ammontino non lo si dice. Comunque, Il 2023 sarà l’anno del…”miracolo? Inizierà il recupero dell’ex Cromofilm? Macché! Il progetto non è pronto. L’Autorità ci sta ancora lavorando.
Ritornano alla mente alcuni episodi che sembravano incoraggianti, suscitavano speranze. Poi immancabilmente svanite.
Ricordo l’incontro del Sindaco Peria con il Presidente Guerrieri della Autorità portuale di Piombino nel dicembre del 2011. C’era piena intesa sulla destinazione dell’ex Cromofilm a stazione marittima e sulla necessità di avviare quanto prima l’iter della progettazione, per quantificare la spesa e reperire i possibili finanziamenti.
Ed ancora la stretta di mano sempre del Presidente Guerrieri con il Sindaco Ferrari dopo la firma dell’accordo che fissava tempi e modi per la realizzazione della stazione. Eravamo nel novembre del 2014! I soldi erano disponibili. Il progetto era in avanzata fase di elaborazione. Così ci dicevano. Insomma sembrava che quell’accordo fosse destinato a passare alla storia. Purtroppo nelle pagine della storia di Portoferraio, quando tra qualche decennio qualcuno vorrà scriverla, non potrà essere sottaciuto il comportamento di una Autorità portuale incredibilmente inconcludente.
Nel 2018, dopo 4 anni dalla stretta di mano, viene presentato alla Amministrazione comunale, come “contentino”, solo un progetto di massima. E fu “giurato e spergiurato”, data la comprensibile incazzatura del Sindaco, che, in poco tempo, sarebbe stato avviato un primo lotto dei lavori per un importo complessivo di 1 milione e 830 mila euro. Ferrari termina il proprio mandato nel 2019, ma non succede niente.
Gli subentra Zini che, a febbraio del 2020, riesce a strappare alla Autorità l’ennesimo impegno per il completamento della progettazione e per l’avvio dei lavori. Passa tutto il 2020. Passa anche il 2021, ma il progetto non vede la luce. In compenso si promette di inserire nel bilancio del 2022 il finanziamento di un primo intervento di 1 milione e 600 mila euro.
A gennaio del 2022 l’Autorità portuale scopre che è opportuno rivedere l’accordo siglato nel 2014. Meglio tardi che mai! Il Consiglio comunale approva le integrazioni e le modifiche richieste. A maggio il Sindaco Zini dichiara alla stampa di essere soddisfatto perché “Entro la fine dell’anno, ma forse già a fine stagione, l’Autorità di sistema portuale sarà in grado di appaltare la prima parte dei lavori perché ha già inserito nel proprio bilancio un importo di circa un milione e mezzo” . Sono sue precise parole. Evidentemente qualcuno dell’Autorità gli deve aver dato ampie assicurazioni. Altrimenti il Sindaco non si sarebbe così tanto sbilanciato. Ebbene, è passata la stagione estiva, si è concluso anche il 2022 ma la gara per l’appalto è ancora da fare. Perché? Per il semplice motivo che il gruppo di Tecnici della Autorità portuale, come si legge nel recente comunicato, sta ancora lavorando sulle “sudate carte” del futuro progetto!
Non mi piace fare l’uccello del malaugurio, ma anche Zini, come Ferrari, corre il rischio di non riuscire a vedere neppure l’apertura del cantiere. A primavera del prossimo anno si concluderà la sua legislatura. Di sicuro non avrà la soddisfazione di tagliare il nastro tricolore della stazione finalmente ultimata. Dopo anni ed anni di incontri, di promesse, di assicurazioni stiamo ancora parlando di un primo intervento del valore di 1 milione e 500 mila euro. Somma del tutto insufficiente per completare l’opera. Dunque dovrà essere progettato e finanziato un altro intervento a completamento. Passerà ancora molto tempo prima che possa essere tagliato il nastro? Visti i precedenti, credo proprio di sì.
Cosimo I de’Medici ci ha messo all’incirca 10 anni per costruire i bastioni a difesa della sua Cosmopoli. Un’opera ciclopica, non certo paragonabile al semplice recupero di un edificio peraltro in condizioni piuttosto buone. Eppure dal mese di novembre del 2014, anzi, più esattamente, dal dicembre del 2011 sono passati 11 anni. E non si è visto ancora a nulla”!
Giovanni Fratini