Il negozio dell’Abbondanza a Portoferraio nel XVII secolo

di Marcello Camici

Con il termine “Abbondanza” chiamata anche “annona”,si intende A)la quantità di derrate alimentari ,in modo particolare cereali e biade,necessaria ad una città o a uno stato,B)  l’organizzazione e la disciplina della pubblica alimentazione da parte dell’autorità statale .

Nel settecento alla  gestione dell’annona  in Portoferraio  è deputato il Magistrato dell’Abbondanza che è una istituzione cittadina civile molto importante.

E’  costituita da  1) Il governatore come soprintendente 2) i tre anziani di seggio che ogni semestre fanno parte della magistratura comunitativa 3)  due abbondanzieri eletti da Sua Altezza Reale

A questi  dirigenti chiamati “ministri dell’ Abbondanza “ si aggiungono i ministri subalterni di detta magistratura dell’Abbondanza  che sono :lo Scritturale,il Camarlingo,un Custode dei grani ,un Pesatore,un Procuratore dei poveri,due Deputati uno di porta di Mare e uno di porta di Terra,un Bidello.

Inoltre per la vendita delle farine e per la panizzazione vi sono li seguenti ministri:

un Ministro dei forni,il Camarlingo,lo Scrivano, e le maestranze per fare il pane ,un canoviere per la vendita di pane e farina al minuto.

Tale numero di persone addette rende conto della importanza assunta dalla Abbondanza in Portoferraio. Nata sul finire del seicento come negozio con compiti di smercio esclusivo del pane ,nel settecento,in breve volgere di tempo, aveva assunto carattere di stabilimento per funzioni e compiti che ad essa erano stati affidati oltre a quello della gestione pubblica esclusiva del  pane .

 

”Il Negozio dell’Abbondanza “  è una istituzione annonaria comunale la cui costruzione è stato un processo articolato e complesso che si è sviluppato sin dalla  seconda meta del XII secolo

Giovanni Cherubini scrive  una interessante  analisi sull’approvvigionamento alimentare delle città toscane tra il XII e il XV secolo.Analizzando  le differenti difficoltà all’approvvigionamento alimentare da parte delle principali città della Toscana,dipendente dal tipo di territorio in cui si trovano, afferma che “ i semplici  cittadini,  anche in conseguenza di queste maggiori o minori difficoltà di approvvigionamento , elaborarono una vera e propria politica annonaria comunale ,che riguardò il vino, la carne, il pesce, ma in primissimo luogo i cereali, e condusse anche alla istituzione di apposite magistrature”. (99+) L’approvvigionamento alimentare delle città toscane tra il XII e il XV secolo [RSA 2000-1] | Giovanni Cherubini – Academia.edu

L’origine del Negozio dell’Abbondanza è dunque legata alla politica economica messa in atto non solo dai comuni  italiani   ma anche europei  per far fronte alle carestie con acquisti di grano  e di altre derrate alimentari fuori del distretto cittadino ,per avere pane di buona qualità per il pubblico  indipendentemente dalle condizioni economiche di ogni singolo acquirente e infine , al tempo stesso, per porre un freno con vincoli e regolamenti al prezzo del pane e alla delinquenza legata al suo commercio.

A tutto ciò ,come sopra ho accennato,  erano preposti gli ufficiali dell’annona chiamati ministri dell’Abbondanza o “abbondanzieri”

L’istituzione annonaria dell’Abbondanza rappresenta pertanto uno dei primi strumenti di politica economica messo in atto per far fronte alla penuria di un bene comune :il pane.

Ciò comportò vincoli e restrizioni.

A questo proposito,in  Toscana,per quanto riguarda il sistema annonario ,Maria Pia Oelker così si esprime

E’ forse assai difficile oggi rendersi conto di quali e quanti vincoli, regolamenti, tasse doganali, proibizioni venissero imposti ad una serie infinita di attività commerciali, artigianali e agricole ancora nella Toscana degli anni ’60 del 1700. Ciò aveva , come è facile capire, serie conseguenze sulla vita quotidiana della popolazione in modo particolare quando i vincoli e i regolamenti riguardavano la produzione e la vendita del grano e del pane, che rappresentava per molta parte della gente la base dell’alimentazione quotidiana. Quando alla metà degli anni ’60 del 1700 la carestia imperversò nel granducato per circa 4 anni, portando fame, malattie e moltissime morti, la fragilità e farraginosità del sistema annonario, così come era stato concepito nella Toscana repubblicana e medicea, venne drammaticamente alla luce, imponendo urgenti e radicali misure di modifica di tutto l’apparato che doveva sovrintendere alla raccolta e allo stoccaggio del frumento, alla produzione e alla vendita dei pani con severe misure che impedivano la libera coltivazione e circolazione dei grani nonché la possibilità per un qualunque privato di cuocere e vendere il pane” .

https://www.academia.edu/37522226/Il_pane_quotidiano

 

Queste restrizioni e vincoli sono tra le maggiori cause che condussero alla chiusura e scomparsa dell’Abbondanza sul finire del settecento,come sopra  scritto da Oelker.

In Firenze,Contini e Vivoli,  sintetizzano la storia del sistema annonario con queste parole:

Fin dall’epoca repubblicana l’Abbondanza costituì, insieme alla Grascia, la principale magistratura annonaria fiorentina. Le sue attribuzioni consistevano nel regolamentare la produzione e la circolazione dei grani all’interno dell’ambito cittadino. A tale scopo provvedevano sia gli ufficiali stabili, che controllavano la vendita dei grani sul mercato urbano, sia ufficiali straordinari incaricati, invece, di acquistare i grani nei momenti di carestia. Nel corso del ‘500, in seguito alla formazione di una nuova entità statale regionale e alla conseguente ristrutturazione amministrativa del territorio operata da Cosimo I, la magistratura annonaria da organismo cittadino divenne statale e, da magistratura straordinaria, ordinaria e tale rimase fino alla seconda metà del Settecento. In quest’epoca infatti, in seguito al succedersi di numerose e gravi carestie e ad un considerevole aumento dei prezzi, il sistema annonario fiorentino risultò incapace a risolvere i problemi della sussistenza all’interno dello stato toscano ed entrò definitivamente in crisi. Con l’editto del 29 ottobre 1768, Pietro Leopoldo di Lorena (anche per l’influenza dei principi liberoscambisti di matrice francese), abolì i protettori dell’Abbondanza e il magistrato della Grascia. Le competenze, anche se oramai limitate, in campo annonario passarono al nuovo organismo istituito nella medesima occasione: la Congregazione dell’Annona…”

https://archiviodistatofirenze.cultura.gov.it/inventari/u/biado/intro/introduzione.html

 

A Portoferraio,che sin dalla sua fondazione ha sempre fatto parte della giurisdizione e dominìo fiorentino con particolari privilegi ed esenzioni, l’istituto o negozio dell’Abbondanza ha fatto la sua comparsa nel 1681,essendo granduca Cosimo III de’ Medici, divenendo,nel breve volgere di anni, una delle più importanti magistrature cittadine e tale perdurò per tutto il settecento.

Era infatti arrivata ad essere  una vera e propria  azienda .

”Stabilimento” la chiama Vincenzo degli Alberti nel suo manoscritto del 1766,perché ad essa furono affidate funzioni e còmpiti   oltre  a quelli per i quali  era nata cioè l’esclusiva funzione di provvedere al rifornimento,custodia,macinazione ,panificazione del grano.

L’acqua e il pane sono sempre stati due importanti ed essenziali elementi per poter vivere in una città “murata” come quella di Cosmopoli pensata e costruita dal suo fondatore per la difesa in lunghi assedi.

Non a caso a Portoferraio sin dalla fondazione sono esistiti i granai per far fronte alla mancanza di farina nei casi di penuria in corso di  carestie o assedi prolungati,i mulini a vento per la macinazione del grano,la biscotteria per la cottura del pane , le cisterne per raccolta di acqua piovana.

 

“…Nel 1681 il commissario di Portoferraio ,Sergente Maggiore Pietro Paolo Nardi coll’imprestito di pezze 400  e di altra somma somministrata dalla comune introdusse il negozio dell’  Abbondanza perché il popolo abbia pane di buona qualità  scriveva Giuseppe Bonavantura il 20 luglio 1685….”

(Cfr pg 87 “I Medici a Portoferraio 1548-1737”Marisa Sardi Persephone edizioni 2021)

Nata in epoca medicea ha operato per circa cento anni in Portoferraio fino a quando,in epoca asburgo-lorenese, fu  soppressa  con editto granducale da Pietro Leopoldo nell’ottobre del 1768 .

A Portoferraio,il  forno comunitativo successe all’Abbondanza nello smercio del pane.

 

MARCELLO   CAMICI

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