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Simone Velasco pronto per il 2023: tutte le novità

Nel mirino del campione elbano Strade Bianche, Sanremo e Giro d'Italia

Simone Velasco sul traguardo
Simone Velasco
le foto sono di bici.pro

Una bellissima intervista rilasciata al sito internet specializzato Bici.pro ci regala moltissime anticipazioni su quello che sarà il 2023 di Simone Velasco, ormai simbolo indiscusso del ciclismo elbano, per la sua attività di professionista nelle fila dell’Astana Qazaq e per il suo cuore che batte forte per la mountain bike, specialità che ha reso famosa l’isola d’Elba in tutto il mondo. Sono molte le novità che attendono Simone e la sua squadra, che ha cambiato pelle con l’acquisto di un campione come Cavendish e che vuole partire all’attacco in tutte le gare. Per lui, che arriva da un grande 2023 culminato con un 30.mo posto al Tour de France, manca solo la vittoria. Ecco il testo integrale dell’intervista.

Forse il giorno in cui Simone Velasco è arrivato più vicino alla vittoria è stata la tappa di Fermo alla Tirreno-Adriatico: terzo su quei muri impestati, a 14” dal vincitore Barguil dopo 90 chilometri di fuga. Ma soprattutto il suo primo anno nel WorldTour con la maglia dell’Astana ha significato partecipare al primo grande Giro della carriera, dopo sei anni di professionismo, e chiuderlo da migliore degli italiani.

«Ho cominciato con il Tour – sorride – quindi con il massimo di quello cui un corridore possa ambire. Anche se a causa di un po’ di malanni non siamo stati super competitivi, il bilancio dell’annata è stato positivo. Ora sicuramente viene un anno in cui migliorarsi e prendersi un pochino più di responsabilità, per farsi trovare pronti al momento giusto».

Velasco è nato a Bologna il 2 dicembre 1995, è alto 1,70 per 59 chili. E’ pro’ dal 2016

Il 12 ottobre era di mercoledì e Velasco lo aspettavano alla partenza del Giro del Veneto. Lui però non c’era, perché nel frattempo era corso al Sant’Orsola di Bologna per salutare la nascita di sua figlia Diletta. L’Astana è partita in cinque, con Lopez quarto alle spalle di Matteo Trentin.

«A parere mio – spiega Velasco – diventare padre mi ha dato molta tranquillità, mi sento proprio cambiato a livello mentale. Ovviamente le priorità si spostano tutte su un altro aspetto e comunque avere una figlia ti dà grande morale e determinazione per affrontare al meglio tutti gli obiettivi. Per questo sono al lavoro con impegno. Nel primo ritiro siamo riusciti a mettere su un po’ di chilometri al caldo, mentre a casa era davvero freddo. Ho continuato ad allenarmi nell’inframezzo fino al prossimo ritiro di gennaio per costruire una buona base e poi rifinirla prima di cominciare a correre. Vorrei farmi trovare già pronto nei primi appuntamenti».

Il suo calendario è da definirsi, ma potrebbe prevedere tutta la trafila delle corse italiane, con Strade Bianche e Sanremo, per poi arrivare alla Ardenne e da lì tirare dritto fino al Giro d’Italia.

«Lo schema potrebbe essere questo – conferma Velasco – ma prima del Giro mi aspetto di fare bene in corse come Strade Bianche e Sanremo. Già l’anno scorso la condizione era buona, quindi cercheremo di replicare quanto già fatto e poi diciamo che tra Ardenne e Giro d’Italia, vorrei dare il massimo del massimo per cercare di tirar fuori il 200 per cento della condizione e tornare alla vittoria.

«Sono già due anni che non alzo le mani, però negli anni dispari di solito vinco (la sua ultima vittoria è stata una tappa al Tour du Limousin nel 2021, ndr). Quindi nel 2023 vediamo di levarci qualche soddisfazione. Non vado per il sottile, ovviamente. Prima torniamo a vincere e poi ci pensiamo. Sicuramente una tappa al Giro sarebbe un sogno, ma vanno bene anche tutte le altre gare. L’obiettivo è farsi trovare pronto. In più ho la fortuna di essere un corridore abbastanza veloce, per cui se nei finali mi trovo davanti, riesco a giocarmi le mie chance oppure a dare una mano ai compagni».

Come già accennato parlando con Martinelli e poi con Battistella e Luis Leon Sanchezl’Astana Qazaqstan Team è chiamata a un cambio di pelle. L’arrivo di Cavendish potrebbe vederla alle prese con treni e volate, ma la base è composta da attaccanti.

«Sicuramente era meglio se non fosse successo niente – spiega Velasco in relazione al licenziamento di Lopez – ma a questo punto cercheremo di tirare fuori il meglio anche da questa situazione. So di potermi giocare qualche corsa grazie al mio spunto. Ovviamente tenere i primi 15-20 corridori adesso è veramente dura, c’è da lavorar sodo. Però ho già avuto la riprova che quando sono in condizione e tutto fila, perché per fare bene serve anche che tutto fili lisci, io ci sono. Perciò cercherò di diventare sempre più concreto e di alzare queste benedette braccia».

Resta una curiosità, che è più una provocazione, ed è legata alla mountain bike, sua grande passione. Nel ciclismo del gravel, con Lutsenko che si diverte da matti sugli sterrati, e di Pidcock e Van der Poel che a turno hanno mischiato mirabilmente strada a fuoristrada, perché non pensare al doppio impegno anche per un pro’ italiano?

«La mountain bike – ammette Velasco – rimane il mio pallino. Devo ascoltar bene i preparatori e i direttori per sentire cosa dicono. Io continuo ad usarla, specialmente quando torno a casa all’Isola d’Elba. Soprattutto d’inverno, mi alleno più volentieri con la mountain bike, visto che fa anche meno freddo. Ci leviamo un po’ di ghiaccio da mani e piedi, stiamo un po’ in mezzo ai boschi e ci divertiamo. Mi piacerebbe fare un mondiale marathon, ma le decisioni stanno alla squadra e io mi adeguo di conseguenza. Se ci sarà la possibilità, sicuramente io mi farò trovare pronto…».

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