Il Ministero della Cultura, attraverso il Segretariato Regionale per la Toscana, ha dichiarato l’ex batteria di Capo Poro, a Campo nell’Elba, bene di interesse culturale, ai sensi dell’articolo 10, comma 1, della legge n. 42 del 2004. Il provvedimento riconosce all’ex batteria i requisiti di interesse storico-artistico previsti dalla norma che regola, in Italia, la tutela dei beni culturali e paesaggistici.
“È un atto che restituisce a Capo Poro il suo valore e l’importanza che quel luogo riveste per il mio territorio e l’intera comunità” ha commentato il sindaco di Campo nell’Elba, Davide Montauti.
La decisione è stata presa nei giorni scorsi dalla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale, a seguito dell’istruttoria per la verifica d’ufficio dell’interesse culturale da parte della Soprintendenza archeologica, belle arti e paesaggio delle Province di Pisa e Livorno.
“Questa Amministrazione” spiega ancora Montauti “ha partecipato all’istruttoria della Soprintendenza con una memoria nella quale, oltre a descrivere l’aspetto storico della batteria – tra le rare batterie costiere della Toscana e protagonista dell’operazione Brassard durante la Seconda guerra mondiale – ha evidenziato il grande legame affettivo tra quel luogo e la mia Comunità”.
“Capo Poro deve tornare ad essere fruibile dai miei cittadini e dai turisti” dichiara Montauti. “Quando lo Stato, nel 2016, decise di vendere Capo Poro ad un privato, nessuno chiese all’Amministrazione comunale di Campo nell’Elba di esercitare il diritto di prelazione. Doveva essere un atto dovuto, trattandosi di un territorio di proprietà demaniale, anche chiedere agli enti preposti se quel bene era coperto da vincolo. È certo che, se al tempo lo Stato avesse dato al Comune la possibilità di acquistare quel bene, oggi non ci sarebbe una privata proprietà, ma un Museo della Memoria, incorniciato da un paesaggio di incredibile bellezza. Per questo abbiamo già manifestato la volontà di acquistare il bene, se ci sarà data la possibilità. La nostra ferma posizione a difendere questo luogo” continua Montauti “è rafforzata dalla volontà di mantenere, consolidare e valorizzare il paesaggio, la biodiversità, la storia, la cultura e il legame affettivo della mia comunità che caratterizza quella zona”.
Ad oggi, Capo Poro è ancora inaccessibile. Il privato che ha acquistato il bene ha recintato tutta l’area, impedendo l’accesso alla batteria e al faro, e chiudendo, di fatto, il sentiero 139. “Abbiamo emesso un’ordinanza, ad ottobre, nella quale chiediamo al proprietario di rimuovere quella recinzione e di riaprire il sentiero. Ancora non è successo niente e il 24 gennaio prossimo scadranno i termini” spiega Montauti.
Il 27 maggio del 1943, Capo Poro è stato lo scenario di un evento tragico che ha segnato la storia della comunità campese. Quel giorno, in tarda mattinata, lo scoppio di un cannone provocò la morte di 5 giovani militari della Marina, fra i quali il capocannoniere Francesco Pacini di San Piero. Per questo, nel maggio del 2021, l’Amministrazione dedicò una targa alla memoria di questo episodio, che rischiava di rimanere solo nella memoria degli anziani del paese.
“Anche per questo rivendichiamo la proprietà di un bene che deve rimanere nella piena disponibilità di tutta la comunità campese” dichiara Montauti. “Con l’arrivo del privato, Capo Poro è divenuto presto un’area dove gli interventi hanno iniziato a modificare il paesaggio: i sentieri sono diventate strade, sono arrivate le recinzioni, sono comparsi i cartelli per far desistere cittadini e turisti a visitare la batteria costiera e il faro. Il riconoscimento come bene culturale è per noi il primo passo nella restituzione di un luogo simbolo alla comunità, e nei nostri obiettivi c’è anche quello di farlo diventare un museo, coinvolgendo le associazioni storico culturali locali”.
“Come sindaco e come cittadino campese”, conclude Montauti, “vorrei che Capo Poro diventasse un luogo di memoria per le generazioni che verranno, perché non c’è valore, rispetto, amore per il prossimo senza l’esercizio costante e collettivo della memoria”.