Il tempo ha misure diverse. Non passa mai quando fai le cose contro voglia, che non ti piacciono, ma vola in un battibaleno quando fai qualcosa volentieri, o se ti intrattieni con persone con cui stai bene. Ecco perché, una lunga chiacchierata di quasi tre ore e mezzo, in piedi, con un venticello freddo, mi è sembrata di qualche minuto.
Tre ore e mezzo di discorsi, ma anche di sguardi, perché gli occhi, si sa, sono lo specchio dell’anima e se riesci a leggerci dentro le parole diventano superflue. Questa è l’affinità che si crea con le persone giuste, persone con cui hai argomenti in comune, esperienze di vita, ideali, ma anche sofferenze per un’emarginazione ipocrita.
Ma ora veniamo al motivo dell’incontro, indotto dalla mia curiosità e al piacere di conoscere un personaggio al di fuori delle righe:
Il suo nome è Salvatore Gigante, detto Sasà.
Sasà è venuto accompagnato da Loredana che l’ha ospitato in questa sua breve permanenza sulla nostra Isola. Non è in vacanza e neppure in viaggio di piacere, ma gira l’Italia per esprimere il suo dissenso verso chi dovrebbe tutelare i più deboli e che invece li sfrutta e li abbandona: lo Stato.
Ci racconta la sua triste storia…aveva un ristorante a Salbertrand(To)nella Val di Susa, ma per una serie di motivi ha dovuto chiudere i battenti.
Prima i lavori per la costruzione della ferrovia per i treni ad alta velocità(TAV) che gli ha tolto una buona fetta di clienti, poi la pandemia che gli ha dato il colpo di grazia.
Aggiungiamoci una tassazione da strozzinaggio e “il dado è tratto”.
Quindi Sasà, dopo anni di sacrifici, si è trovato senza lavoro e senza soldi.
Avrebbe potuto arrendersi o piangersi addosso come fanno tanti, ma non l’ha fatto. Lui ha reagito, portando avanti la sua iniziativa. Si è fatto imprestare una bicicletta…l’ha caricata con un po’ di indumenti, un sacco a pelo e senza perdere tempo (ha chiuso il 3 Ottobre) ha deciso di percorrere tutta la Penisola, dal Piemonte alla Sicilia, per protestare contro certe ingiustizie.
La sua divisa…una maglietta a mezze maniche e una felpa con su scritto sul davanti: “Mi riprendo la mia libertà” e sul retro: “Fottuto dallo Stato”.
Mi ha detto che non lo fa solo per se, ma anche per quelle migliaia di piccole attività che sono state costrette a chiudere per le stesse motivazioni.
Insieme, abbiamo convenuto che viviamo un momento molto difficile.
Una crisi economica che dura da anni , ma che a breve (“grazie” alla pandemia e alla guerra) assumerà grosse proporzioni, coinvolgendo milioni di Italiani. Una crisi che come un ciclone travolgerà noi piccoli, ma continuerà ad ingrassare i soliti speculatori finanziari.
Chi pensa che stia esagerando, credo che dovrebbe incominciare a porsi qualche domanda, anche se sono convinto che molti percepiscano le troppe cose non vanno.
Peccato però, che per dimenticare queste difficoltà, ci facciamo abbagliare da quei luccichii che ci propinano su un piatto d’argento.
Continuiamo ad affogare nella nostra quotidianità.
Una società senza fondamenta, in cui i principi e i valori sono ormai deceduti.
Una Giustizia che non funziona e che premia gli ingiusti e i disonesti, una scuola che non istruisce e non educa l’alunno alla vita e alle scelte consapevoli… una Sanità allo sbando.
Vogliamo chiederci cosa lasceremo alle generazioni future?
Il mio non vuol essere un invito a non credere nelle Istituzioni, ma neppure ad accettare quello che non funziona, o prendere tutto per oro colato.
Mi piacerebbe che il comportamento dei vari Sasà in giro, servisse a farci riflettere. Salvatore col suo esempio, potrà farci da portabandiera, da apripista, ma non potrà mai delegarci, ne’ tanto meno agire al posto nostro.
In quest’ottica, trovo altrettanto sbagliato demandare le nostre responsabilità ai rappresentanti dell’attuale politica, lontani anni luce dal servire il Popolo.
Per come vanno le cose oggi, considero Sasà un donchisciotte contro i mulini a vento, ma trovo la sua iniziativa lodevole, per la sua determinazione e per il non sottomettersi a certe prepotenze. Basterebbe che ognuno di noi facesse un piccolo sforzo per migliorare questa società malata e l’impegno di certe persone non risulterebbe vano.
Io sono contro chi impedisce la mia libertà e sto dalla parte di Sasà …
… voi da quale parte state?
Roberto Fiaschi (il tempo per riflettere)
Anna
Io dalla parte di Sasa’
28 Novembre 2022 alle 9:04