Si fingono funzionari di banca e gli prosciugano il conto

Pensionato 65enne "alleggerito" di ben 11 mila euro. I Carabinieri rintracciano i truffatori

immagine di repertorio

Occhio alle truffe informatiche. Questo va dedotto da una notizia di cronaca che riguarda Piombino, ma che potrebbe essere accaduta in ogni luogo d’italia, isole comprese.

Lunedì 24 ottobre, i carabinieri della Stazione di Piombino Portovecchio hanno denunciato in concorso due uomini di origini campane.
Le indagini condotte dai militari dell’Arma hanno permesso di documentare come i due soggetti, peraltro noti alle forze dell’ordine per reati specifici, avevano perpetrato l’azione criminosa in danno di un pensionato piombinese, inoltrando una semplice mail all’indirizzo di posta elettronica personale del 65enne, in cui l’intestatario risultava un istituto di credito dove l’uomo era correntista. Nella comunicazione venivano segnalate anomalie sul conto corrente, perciò i due malfattori riuscivano a farsi ricontattare dalla vittima e, fingendosi il call center di quell’istituto creditizio, inducevano l’anziano a credere, dopo aver carpito la sua fiducia, che le anomalie riscontrate potessero essere risolte con dei semplici passaggi telefonici tramite un link, inviatogli in un messaggio SMS sullo smartphone, ad un sito internet con la veste grafica molto simile a quella autentica della banca.
L’uomo, con superficialità abboccava nel tranello, quindi in una successiva conversazione con finti funzionari della banca, consegnava le sue credenziali personali e i codici dell’homebanking, permettendo ai truffatori di sottrargli dal conto, in un secondo momento, la somma complessiva ammontante ad oltre 11.000 euro, attraverso bonifici non autorizzati, su conti intestati ad uno di loro. Una volta raggiunto lo scopo, i due si rendevano irreperibili.
Intuendo di essere stato raggirato il sessantacinquenne è corso in caserma dai carabinieri del Comando Stazione di Portovecchio per formalizzare regolare denuncia. I militari, con gli spunti investigativi raccolti sono arrivati fino ai due malfattori, che venivano deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica labronica per frode informatica finalizzata alla truffa.

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