La Fondazione Bolano riprende la sua attività a Prato

La città di Prato celebra l'arte e la vita di Italo Bolano con lo sguardo all'Elba

Sabato 8 ottobre alle ore ore 17.00 si è inaugurata la mostra Italo Bolano. L’eredità di un artista e un maestro presso la Sala Ovale di Palazzo Banci Buonamici, sede della Provincia di Prato , a due anni dalla scomparsa del grande maestro elbano Italo Bolano (Portoferraio, 1936 – Prato, 2020).

Come annunciato, dopo la chiusura invernale dell’Open Air Museum, che riaprirà a maggio 2023, l’attività della Fondazione si è spostata a Prato, seconda città cara all’artista, dove soggiornava in inverno e dove aveva il suo studio d’artista.

Questo spazio è stato aperto alla cultura e all’arte nello scorso mese di aprile, come Open Studio Italo Bolano e costituisce l’ideale continuità del Museo all’Elba.

Tra il folto pubblico ex allievi ormai professionisti affermati in vari settori, ex colleghi, artisti pratesi e una importante rappresentanza di amici ed artiste provenienti dall’Elba.

La mostra, visitabile fino al 21 ottobre, è realizzata con il patrocinio della Provincia e del Comune di Prato ed ha aderito alla 18° Giornata del Contemporaneo promossa da AMACI.

All’inaugurazione sono intervenuti Francesco Puggelli, Presidente della Provincia di Prato, Simone Mangani,Assessore alla Cultura del Comune di Prato, Alessandra Ribaldone, moglie del maestro e Presidente della Fondazione Italo Bolano ETS, Massimo Carlesi, amministratore per lunghi anni a Prato con il quale Italo collaborò nel campo sociale, Federico Nannicini, ex allievo e oggi stimato medico a Prato,  Enzo Giorgio Fazio, che fu allievo prima e poi collega e in fine dirigente scolastico per molti anni all’Elba, e la direttrice artistica della Fondazione, Erica Romano, che ha illustrato il programma espositivo 2022-2023 nell’ “Open Studio”  dell’artista .

Due eventi speciali approfondiranno invece la poliedrica figura di Bolano: primo appuntamento giovedì 13 ore 18.00 con la presentazione dell’arch. Giampiero Gabelli del nuovo progetto di riorganizzazione urbanistica dell’Open Air Museum all’Isola d’Elba, futuro centro di cultura per le arti contemporanee visive e performative, già presentato sull’Isola nel corso dell’estate.

Nel secondo incontro di giovedì 20 ore 18.00 l’elbano  dott. Giampiero Palmieri ci parlerà invece dell’amicizia e del sodalizio artistico tra Bolano e il poeta Mario Luzi.

La conferenza ha avuto il patrocinio del Centro Studi Mario Luzi “La Barca” di Pienza  e dell’Associazione Mendrisio Mario Luzi Poesia del Mondo per g.c. e presenterà documenti inediti raccolti dalle rispettive associazioni.

Questo evento espositivo è un omaggio alla memoria di un artista che ha dedicato tutta la vita all’arte e alla sua promozione sul territorio toscano, in particolare grazie all’Open Air Museum da lui fondato nel 1964, oggi museo aderente allo  S.M.Ar.T. – Sistema Museale dell’Arcipelago Toscano e alla sua attività di docente, per 40 anni, iniziata proprio all’Elba, e conclusa negli ultimi 20 anni al Liceo Scientifico Niccolò Copernico di Prato. Pratese d’adozione ed elbano di nascita, Bolano è stato infatti una figura di primo piano nella formazione di molti giovani pratesi, vestendo per anni i panni dell’educatore, trasmettendo la sua passione, il suo fuoco sacro per l’arte dietro i banchi di scuola, tanto da influenzare scelte di vita e lasciando un’eredità di cui è impossibile calcolare il valore. Bolano, inoltre, ha orientato la sua passione artistica anche verso il sociale per diffondere la conoscenza e la cultura dell’arte a tutti i livelli. Di grande rilievo è stata la collaborazione con la Circoscrizione Sud nel periodo 1998-2000 rendendosi disponibile, a titolo gratuito, per insegnare le varie tecniche pittoriche a coloro che frequentavano la Bottega d’Arte Comune di Iolo, uno dei quartieri della Città.

Iniziative analoghe rivolte al sociale, con laboratori di arteterapia, in collaborazione con il centri di salute mentale dell’Elba e il dott. Santoro, Bolano ha svolto anche al Museo di San Martino negli anni ’80, con il nome di “Bauhaus, natura arte e  crescita“.

Portare alla luce l’opera del maestro a 360° è uno degli intenti della Fondazione, spaziando dalla sua produzione pittorica alla ceramica, alle installazioni e alle numerose opere pubbliche, fino ad estendersi in direzione di una preziosa eredità immateriale, un’opera di formazione che richiede grande responsabilità, apparentemente invisibile, ma che ha segnato profondamente una generazione. Ed è così che la città di Prato omaggia l’uomo e l’artista in una memoria ancora viva, piena di riconoscenza e affetto, che alberga nei ricordi dei suoi tanti studenti, in particolare quelli del Liceo Scientifico Copernico dove ha prestato più a lungo il suo servizio e di tutti coloro che si sono nutriti della passione che in lui vibrava per il bello e per la natura, che le sue opere ancora oggi riescono a trasmetterci.

Nella foto:

L’inaugurazione della mostra a Prato

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