
Tornano i suoni e gli strumenti degli etruschi, il popolo più musicale dell’antichità, almeno a giudicare dalla rappresentazione che davano di sé e dalle evidenze archeologiche. Ed è proprio nell’Arcipelago, in prossimità del Giglio, che il ritrovamento di alcuni strumenti intatti, ha dato il via ad un percorso di archeologia sperimentale che ha visto la collaborazione di Stefano “Cocco” Cantini, musicista di fama internazionale e insegnante al Conservatorio di Lucca. L’esperienza era già stata presentata in tv da Piero Angela e qui, nel museo archeologico del distretto minerario, è stato raccontato (e suonato) dallo stesso Cocco Cantini, introdotto dalla curatrice Elisabetta Scalabrini e dalla Presidente del Parco Minerario Alberta Brambilla Pisoni. Grande suggestione nel ritrovare sonorità impensabili riportate da un maestro del jazz. E’ stato l’evento che ha concluso il ciclo di conferenze che si sono svolte nell’ambito della mostra “Il ferro e l’oro. Rotte mediterranee tra Etruria e Oriente” e del progetto” Elba Etrusca”.