Nei giorni scorsi si sono accavallate molte notizie, che hanno come fulcro la straordinaria emergenza climatica ed energetica che sta subendo il pianeta, il nostro continente e quindi anche la nostra regione. Il caro/bollette, oltretutto, sta mettendo in grave difficoltà molte famiglie e tantissime imprese. In questo contesto, sempre più drammatico e segnato dalla nostra colpevole dipendenza dalle fonti fossili, gas in primis, Draghi non ha solo sbloccato i due progetti, di eolico in Mugello e di geotermico in Val di Paglia, ma ha anche assegnato alla Toscana la “quota” di superficie da impiegare per l’energia solare. Si tratta della stratosferica cifra di 25 km2 (per intendersi, stiamo parlando di una superficie pari all’intero territorio del Comune di Calci, in Provincia di Pisa). E sia chiaro. È una decisione giusta, che va nella giusta direzione. I due terzi della rivoluzione “elettrica” che dovremo realizzare nel prossimo lustro, infatti, si giocheranno sulla fonte solare di energia. L’altro terzo su quella eolica. Una decisione quella di Draghi che, peraltro, ha anche il merito di sollecitare vigorosamente le amministrazioni locali a fare la loro parte.
Infatti, adesso, spetta alle Regioni pianificare con intelligenza e rapidità le aree idonee ad accogliere i pannelli fotovoltaici sul proprio territorio. Per questo, opportunamente l’Assessora regionale all’ambiente Monia Monni ha subito proposto di “solarizzare” l’intero sedime lineare della Strada di Grande Comunicazione “Firenze-Pisa-Livorno”, di proprietà regionale. Per questo, l’Assessora all’urbanistica del Comune di Firenze Cecilia Del Re ha anticipato che, a partire da novembre, le procedure di autorizzazione per il fotovoltaico in città saranno sostanzialmente liberalizzate, con la sola e unica eccezione per l’area Unesco.
Sono, come si evince, dal livello statale a quello locale, tutte decisioni, proposte e suggestioni che vanno nella stessa direzione. Che è ineludibile. Abbattere gli sprechi, ridurre i consumi, promuovere un programma di efficientamento del patrimonio edilizio che non ha precedenti nella storia del nostro Paese. Infine, last but not least, accompagnare l’installazione di tutti quegli impianti che ci permetteranno di affrancarci definitivamente dalle fonti fossili. Da tutte le fonti fossili di energia. Dal carbone al petrolio, fino al gas metano. Su cui ci attardiamo colpevolmente a investire. Sia sulla sua ricerca ed estrazione in patria, sia sul suo onerosissimo approvvigionamento all’estero, sia sull’impiantistica di rigassificazione, che come si deduce dalle interviste rilasciate da SNAM impegnerebbero l’Italia per i prossimi due decenni.
Insomma: ancora non si è capito? LA GUERRA È FOSSILE, LA PACE È RINNOVABILE!