L'intervento

Nemo propheta in patria, almeno così sembra

di Jacopo Bononi*

 

Con questa calura, che non ci dà pace, capita di leggere cose assai imprecise e specialmente dopo il mio cordiale incontro al Premio Strega all’Elba con Alberto Citti che considero un amico da sempre e con il quale mi sono intrattenuto alcuni minuti prima che si facesse autografare da Mario Desiati il vincitore dell’ambito riconoscimento la sua copia, pensavo che le cose fossero state chiarite. In quella occasione ho ricostruito la ‘Vicenda Libreria Rigola’ nei dettagli che qui non riporterò, ma che lui conosce bene e che investendo la sfera dei rapporti privati è buona regola far restare tali. Posso precisare che nella ‘nota della minoranza’ si fa riferimento ad ‘alcuni premi letterari’ per cui devo desumere che siano quelli da me organizzati, insieme con l’amico Franco Semeraro. All’amico Citti ho fatto presente le ragioni personali e private dell’attuale situazione, compreso il fatto che un mio tentativo conciliatore, a suo tempo, fu oggetto di un poco piacevole trattamento nella libreria stessa: a me, che ero andato con le migliori intenzioni per riequilibrare i rapporti. Abbiamo assistito invece allo spettacolo indecoroso di un cartello che ha gettato discredito non solo sulla Prolo-co e sulla Amministrazione in una questione della quale loro sono totalmente incolpevoli, ma specialmente ha gettato un’ombra verso chi direttamente o indirettamente partecipa agli eventi, ossia il Premio letterario La Tore isola d’Elba e il Premio Strega all’Elba. Non è una bella immagine mostrare una cittadina che sembra dividersi anche nella Cultura, quando la stessa per sua natura dovrebbe essere inclusiva e partecipativa, come da sempre con Franco stiamo facendo con le nostre iniziative, ad esempio aprendo al pubblico con gli aperitivi pre-serata all’Arthotel una possibilità intima e colloquiale di incontrare scrittori e giornalisti di tanta e tale meritata fama. Sull’aspetto economico trovo invece inaccettabile l’insinuazione che la mia azienda abbia bisogno di farsi finanziare gli eventi che promuove: innanzitutto essi rientrano in una precisa strategia aziendale che vede nel volano della Cultura uno strumento promozionale non indifferente e in secondo luogo vengono sfruttate le sinergie interne aziendali per abbattere i costi, come pure quelle relative ai rapporti coi ristoranti che partecipano che ci fanno sempre prezzi di favore, comprendendo l’aspetto di valorizzazione della nostra cittadina che tali eventi portano avanti. Inoltre sia chiaro tutti gli ospiti e i vincitori, nonché istituzioni di altissimo livello, come la Fondazione Bellonci, partecipano agli eventi a titolo assolutamente gratuito e in virtù di relazioni personali e amichevoli del sottoscritto, quindi non si capisce di che costi si parli. Il cinquanta per cento delle spese editoriali infine quest’anno è tutto a carico nostro per scelta. Resta il palco, come spesa viva. In alternativa c’è il bellissimo solarium con piscina dell’Arthotel, come già è successo per l’edizione del La Tore con Giordano Bruno Guerri. Le idee e gli spazi non ci mancano. Devo a questo proposito invece spezzare una lancia verso il direttivo della Pro-loco che sempre con solerzia e spirito di partecipazione ha approntato in modo elegante e funzionale gli allestimenti. Naturalmente una parola va spesa anche verso Acqua dell’Elba che acquista il quadro premio del vincitore del La Tore e offre i suoi bellissimi regali in entrambi i premi. Insomma le idee e i soldi vengono da noi, il resto dalla buona volontà di chi partecipa a queste iniziative che ben dice il nostro sindaco Allori ‘sono un vanto per la Marina’. Il mio restare in ombra, avendo visto sempre organizzatori e promotori sperticarsi per apparire su ogni palco possibile, è solo questione di stile, mentre la sostanza della questione è nelle parole che ho usato con Alberto alla fine della mia conversazione di cui non c’è traccia nel comunicato, ossia di come io sia ancora oggi più che disponibile a riavviare una doverosa collaborazione con la libreria locale, non tanto per i libri che vengono venduti, giacchè nel famoso cartello veniva detto esattamente il contrario, ossia che ne erano stati venduti uno sproposito e magari grazie anche alla pubblicità indiretta che i nostri eventi fanno ai medesimi, quanto piuttosto perché è giusto che sia la libreria marinese a partecipare ai premi. Infatti la gentile collaborazione con la Libreria Stregata di Portoferraio, altre persone squisite alle quali va il mio appoggio e la mia stima, prevedeva l’assenza di qualsiasi loro pubblicizzazione diretta, per evitare conflitti invece ricercati sembra allo spasimo. Il mio auspicio e quello di Franco è che la vicenda si chiuda qui e che si torni a quello spirito di partecipazione di cui sopra, senza sé e senza ma. ‘Non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le proprie forze’, scriveva Italo Calvino: per me vale lo stesso.

*Jacopo Bononi -presidente

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