L'intervento

La siccità alibi per i sostenitori del dissalatore di Mola

di Laura Di Fazio*

Laura Di Fazio

Ho avuto modo di leggere in questi giorni alcuni interventi anche a livello nazionale in difesa dei dissalatori in generale per fronteggiare l’emergenza idrica di questo periodo. A tale deriva si sono prontamente agganciati quanti a livello locale o regionale caldeggiano la costruzione dell’impianto.
La maggior parte di coloro che sono intervenuti di recente sulla vicenda relativa al dissalatore di Mola, compreso nel Comune di Capoliveri, fa leva su argomentazioni relative alla contingente situazione di siccità, che non si nega, ma che non deve diventare il grimaldello per scardinare la difesa del nostro territorio; noi non ce lo possiamo permettere e non lo permetteremo.
Come componente dell’Amministrazione che dal luglio 2020, una volta entrata al governo del Comune di Capoliveri, ha iniziato una concreta e seria opera di contrasto nei confronti del dissalatore di Mola, credo di poter portare con cognizione di causa valide argomentazioni a favore di chi si oppone alla costruzione dell’impianto che ho sempre definito inutile e dannoso per il territorio su cui l’opera dovrebbe essere realizzata: sia chiaro una volta per tutte che il ricorso alla dissalazione in generale è tutt’altra cosa rispetto alla realizzazione di QUESTO DISSALATORE, pensato e voluto in virtù di vecchie e non approfondite scelte politiche e portato avanti con intransigenza alle spalle della popolazione per lungo tempo inconsapevole delle conseguenze ambientali ed economiche derivanti da questa scelta.
In tale situazione sorprende di dover prendere atto dell’appoggio espresso giorni addietro da un esponente di una nota associazione ambientalista, che in quanto conoscitore della realtà di cui stiamo parlando avrebbe potuto se non avversare almeno valutare criticamente questo progetto di evidente, grave impatto ambientale.
Vorrei a tal proposito fare un esempio un po’ provocatorio ma penso chiaro a tutti. Molti conoscono la situazione di grave emergenza legata allo smaltimento di rifiuti solidi urbani attraversata da diverse città italiane fra cui Roma, invasa da cumuli di spazzatura. In questa situazione nessuno mette in discussione l’esigenza di porre rimedio ai problemi emergenti: ma chi in nome dell’emergenza rifiuti penserebbe di realizzare un inceneritore in piazza di Spagna? Ebbene chi si è proposto di realizzare un impianto di dissalazione industriale da 80 litri al secondo all’isola d’Elba – ricordo uno dei più grandi impianti di dissalazione europei – su un’isola che fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, sventrando una delle poche pianure agricole destinate alla coltura di vitigni di pregio (per la cronaca in questi giorni di forte pressione turistica la ditta costruttrice ha scavato una specie di campo di calcio nel bel mezzo della pianura di Mola), progettando di realizzare a pochi metri di distanza sulla bella spiaggia di Lido una camera di pompaggio rumorosa e inquinante e soprattutto, chi ha pensato di gettare all’interno del Golfo Stella dove ha sede una delle più importanti praterie di Posidonia oceanica ogni giorno oltre 6500 m³ di salamoia mista a sostanze chimiche inquinanti, è paragonabile a chi immagina di costruire un inceneritore in piazza di Spagna visto che per l’Isola d’Elba e per il Comune di Capoliveri l’area interessata dal dissalatore è per bellezza ed importanza rapportabile a piazza di Spagna.
Non mi stancherò mai di ricordare a tutti che i dissalatori presenti su altre isole toscane, che in questi giorni vengono ricordati come esempio di efficienza hanno una potenzialità inquinante infinitesimale rispetto all’impianto che si avrebbe intenzione di realizzare all’Isola d’Elba. Mi spiego: appena pochi litri al secondo per le isole di Capraia, Giglio, Gorgona, rispetto all’impianto da 80 litri al secondo ipotizzato per l’Isola d Elba.
E tutto ciò in presenza di una situazione di dissesto dell’acquedotto pubblico pari a circa il 50% della sua potenzialità che ci si ostina ad ignorare. Su 100 litri di acqua immessi in acquedotto, anche attraverso la condotta sottomarina che porta acqua dalla Val di Cornia, circa 50 litri vanno perduti. Non faccio altro che ricevere segnalazioni di perdite, di degrado e di dissesto da parte di cittadini che cercano di opporsi e di segnalare guasti dell’acquedotto: appelli che vanno il più delle volte perduti e con essi decine di migliaia di metri cubi di acqua preziosa. Così come si ignora il fatto che all’Isola d’Elba vanno perduti ogni anno circa 36 milioni di metri cubi di acqua piovana che si riversano in mare, così come perduti sono i tanti soldi pubblici sprecati per la progettazione degli invasi che si sarebbero dovuti costruire e di cui non si è saputo più nulla.
Per sostituire l’integrazione di acqua oggi portata dalla condotta idrica sottomarina sono sufficienti la manutenzione dell’acquedotto e la captazione delle acque piovane mediante la costruzione di piccoli invasi, come consigliato nel 2018 dagli esperti dell’Università di Siena chiamati in campo dall’Autorità Idrica Toscana in uno studio (Bilancio Idrico dell’Isola d’Elba) pagato con le risorse dei contribuenti e non utilizzato ignorandone le conclusioni. Ferma ovviamente la soluzione più immediata e sostenibile rappresentata dalla costruzione di una nuova condotta che è stata comunque enunciata nei progetti della Regione.
L’impianto di dissalazione di Mola è stato progettato escludendo ogni valutazione di impatto ambientale, è stato pensato a poche centinaia di metri da una Zona di Protezione Speciale tutelata a livello comunitario, senza che le istituzioni locali, e non, assumessero una posizione critica, massacrando una piccola ed unica pianura a vocazione agricola e prevedendo una discarica di liquami salmastri misti a residui chimici ed acque reflue da sversare all’interno di uno dei più importanti bacini e più importante realtà naturalistica della Toscana, il Golfo Stella.
Il Golfo Stella – non smetterò mai di ricordare – è un bacino semichiuso e le correnti che lo interessano sono destinate ad amplificare gli effetti dell’immissione della salamoia che rimarrebbe concentrata nelle acque fino a cancellare la vita attualmente esistente. La siccità di questi giorni e che tanto spaventa è frutto di scelte politiche sbagliate assunte in passato. Non possiamo essere testimoni di un altro disastro annunciato e restare in silenzio a guardare: ne va del benessere delle future generazioni dei nostri figli.
Adesso che le opere di contrasto legali ed istituzionali sono avviate occorre dare impulso alla coscienza civica dei cittadini che sono chiamati alla mobilitazione e alla protesta civile che democraticamente verranno organizzate per dare voce alla popolazione e per suo tramite all’ambiente che, sottolineo, non è un limite ma una ricchezza, la massima ricchezza di questo territorio.
*Avv. Laura Di Fazio
Assessore all’Ambiente del Comune di Capoliveri

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