In questa nuova stagione della politica che si è aperta con la recente crisi di Governo che ci accompagnerà alle elezioni del prossimo 25 settembre, viene spontaneo un moto di rabbia, per come vediamo gestite dall’alto le questioni più importanti per il territorio insulare e per i suoi abitanti.
Una rabbia che purtroppo potrebbe essere condivisa da tutto il settore turistico, allorché verranno resi noti i dati delle presenze del mese di luglio appena trascorso. Un “meno” preoccupante , come fanno trapelare gli operatori del settore.
Al di là dei motivi legati alla pandemia, che oggi permette di nuovo ai turisti di volare e quindi di raggiungere mete diverse, sono sotto gli occhi di tutti alcuni dei i motivi del distacco dei turisti dalla nostra isola. Navi che non partono, prenotazioni saltate, autobus con corse annullate, perché chi gestisce il trasporto pubblico non trova gli autisti. A questo si aggiunga una sanità con un pronto soccorso spesso sguarnito e un elicottero che passa sopra le nostre teste più volte al giorno e – dulcis in fundo – il progetto della realizzazione più che imminente di un rigassificatore nell’area portuale di Piombino a fare da spada di Damocle sul futuro della continuità territoriale e del turismo insulare.
Uno dei problemi atavici dell’Elba è il costo del biglietto del traghetto: ancora qualche giorno fa è apparso sui social, una corsa andata e ritorno su un traghetto per due persone non residenti, per un costo di 97 euro e venti centesimi. Cento euro per andare e tornare – a piedi – all’Elba? Non potrebbe esserci deterrente peggiore, per un turismo che sembra essere sempre più mordi e fuggi e con sempre meno capacità di spesa. E allora serve la politica, quella con la “P” maiuscola, che ricominci a fare la sua parte.
Il percorso è tracciato, e ( se l’esito confermerà le previsioni dei sondaggi) dovrà – a nostro avviso – trovare condivisione in tutte le forze del centro destra, dal motore trainante di Fratelli d’Italia che con Giorgia Meloni è da tempo in testa ai sondaggi, alla Lega di Salvini e alla stessa Forza Italia che – fra una defezione e l’altra – ha rispolverato un Berlusconi apparentemente eterno. Il centro sinistra probabilmente si compatterà, ha le idee chiare e la strada tracciata, almeno questi sono i segnali. Dall’altra parte dello schieramento politico non ce la sentiamo di fare previsioni, visto che il programma elettorale di Calenda & c. prevede esplicitamente quel rigassificatore a Piombino che non crediamo possa attirare simpatie neanche fra l’elettorato di sinistra elbano e men che meno nel mondo ambientalista.
Il passaggio obbligato delle elezioni politiche del 25 settembre aprirà certamente la strada ad una revisione dei temi più importanti per questa realtà, l’Elba, che contribuisce in maniera determinante al PIL della Regione Toscana. Fra questi, il primo argomento da affrontare sarà certamente quello del rinnovo del bando per la continuità territoriale marittima che ci attende ad inizio 2023, perché l’Elba non può essere trattata come è accaduto nell’ultimo periodo, senza che vengano rispettate le regole che la Regione avrebbe dovuto dettare, vigilando attentamente sul loro adempimento.
La Regione Toscana, oltre a decidere per la continuità territoriale, è il nostro interlocutore principale anche per quanto riguarda la sanità pubblica. Per questo le realtà locali dovranno essere coese e coerenti con i propri cittadini dettando l’agenda.
Ma chi saranno gli attori di questo percorso, coloro che dovranno rappresentare gli interessi dell’isola? Uno, annunciato, è Marco Landi, consigliere regionale della Lega che potrebbe avere addirittura mire di candidatura romana. E gli altri? Sul versante di Forza Italia non sembrano esserci protagonisti annunciati, mentre da Fratelli d’Italia potrebbe arrivare il segnale più importante. Tre i nomi dei possibili protagonisti: Luigi Lanera, che si occupa da tempo delle politiche del mare per il partito di Giorgia Meloni; Ruggero Barbetti, che però potrebbe tentare la rivincita a Capoliveri nel 2024; e Claudio De Santi, già arrivato ai vertici fiorentini del partito, che potrebbe mettere in campo sull’asse Firenze/Elba quella imprenditorialità e quella managerialità che gli consentirono di espugnare la roccaforte rossa di Rio e poi – accanto a Mario Ferrari – di portare in porto la legislatura a Portoferraio.
Un nodo, questo, che si scioglierà molto presto con l’imminente annuncio delle candidature.
P.C.