Una foto da mettere sul comodino, come facevano le nostre nonne. Nel finale da brividi della 12.ma tappa del Tour de France, questa è l’immagine di Simone Velasco, elbano di Procchio, che corre da professionista nelle fila della Astana Qazaqstan. Fra due ali di folla Simone sta affrontando in solitaria l’Alpe d’Huez, dove Marco Pantani costruì la sua leggenda, in una tappa che lo ha visto scortare fino ai primi chilometri della salita il suo capitano Alexander Lutsenko alla ruota della maglia gialla Vingegaard. Poi è scoppiata la bagarre, e Simone è venuto su col suo passo, vivendo l’emozione unica di attraversare la folla festante del Tour fino alla vetta.
Lutsenko non è andato benissimo: nella tappa vinta da Pidcock (medaglia d’oro olimpica nella mountain bike, ndr) il capitano dell’Astana ha perso due posizioni, scendendo all’11.mo posto della classifica. Simone Velasco, invece, pur limitando i danni, è salito al 42.mo posto, secondo degli italiani (dietro Damiano Caruso che è 22.mo). Segno, questo, che in tanti sono andati molto peggio di lui.
Oggi la 13.ma tappa del Tour, che si correrà tra Le Bourg d’Oisans e Saint-Étienne, è apparentemente una tappa da velocisti, ma occhio agli imprevisti: oltre ai 3 GPM previsti, infatti, il percorso presenterà tanti saliscendi che potrebbero favorire l’azione di alcuni coraggiosi fuggitivi della prima ora.
Non aggiungiamo altro. Daje, Simone!