Parte venerdì 1 luglio il Tour de France, e gli elbani si preoccupano degli orari in cui verranno trasmesse le tappe. Si, perché ci sarà da fare il tifo per primo elbano nella storia del ciclismo che affronterà la Grand Boucle, ovvero Simone Velasco, professionista che corre nelle file dell’Astana.
Oggi si comincia, come da tradizione, con una tappa a cronometro che si corre a Copenaghen, in Danimarca.
Eurosport 1 (canale 210 Sky) garantirà la diretta integrale di questa frazione di 13,2 chilometri, con il collegamento che inizierà alle ore 15.30, mezz’ora antecedente alla partenza del primo corridore, con le voci di Luca Gregorio, Riccardo Magrini ed uno tra Moreno Moser e Wladimir Belli ad alternarsi. Garantita la trasmissione anche sulle piattaforme streaming come Eurosport Player, Discovery+ e Dazn.
Per quanto riguarda le reti nazionali, sarà Rai Due a trasmettere il Tour de France. Il collegamento da Copenaghen prenderà il via alle ore 15.45, con un intervallo tra le 16.55 e le 17.15 causa TG 2, con il commento di Stefano Rizzato e Stefano Garzelli. La trasmissione in streaming verrà invece coperta da Rai Play.
Di Simone Velasco, intanto, si occupano le testate ciclistiche specializzate più importanti: ecco la bella intervista realizzata da bici.pro , che ci fa capire quali saranno i reali obiettivi di Simone. Ecco di seguito intervista (e foto) tratte da bici.pro
Verso il Tour de France nel vero senso della parola. Simone Velasco era in attesa del suo aero all’aeroporto di Bologna per aggregarsi alla Grande Boucle a Copenaghen. Un volo per Amsterdam e da lì alla capitale danese.
«Ciao Simone, ça va?» Come va, gli chiediamo scherzando in francese. «Ca va bien», ribatte lui stando allo scherzo. Il suo tono è squillante. Il corridore dell’Astana Qazaqstan è uno dei tre debuttanti italiani al Tour. Gli altri due sono Dainese e Luca Mozzato. Ci sarebbe stato anche il suo compagno Battistella, ma Il Covid lo ha tolto dai giochi.
Simone, ti aspettavi di essere schierato al Tour?
Da programma avrei dovuto fare la Vuelta, poi in primavera hanno visto che andavo forte e a quel punto hanno deciso di farmi saltare il Giro d’Italia e preparare bene il Tour.
Come mai ha saltato il Giro se andavi bene?
Perché come detto il grande Giro doveva essere la Vuelta. Poi dimostrando buoni valori e andando forte le cose sono cambiate. Solo che avevo già corso molto e a ridosso del Giro, al Catalunya, ero stato male. In più non avevo fatto l’altura. Così hanno deciso per il Tour.
Quindi lo sapevi già da un po’?
Ufficialmente me lo hanno detto dopo il Delfinato. Me lo ha detto il mio diesse di riferimento che è Cenghialta. Poi ho parlato anche con “Martino” e “Zazà”. Già a maggio però stavo lavorando in ottica Tour. L’altura sul Teide, il Delfinato, un po’ di recupero, l’italiano e quindi il Tour.
E’ il miglior Velasco di sempre?
Sto bene, dai. Io poi vengo fuori alla distanza e per questo spero di fare bene nelle ultime tappe perché calo meno di altri. Mi spiace solo che domenica scorsa ad Alberobello abbia avuto una giornata storta. Ho davvero sofferto il caldo. Almeno abbiamo fatto bene con Battistella.
Cosa ti “spaventa” del Tour?
Sicuramente i ritmi visti al Delfinato un po’ mi spaventano. Però ormai ci siamo! Sono consapevole del buon lavoro fatto e poi è motivo di orgoglio essere nella formazione per la Francia. Mi hanno sempre detto che il Tour era il Tour ed essere stato selezionato mi spinge a dare il massimo.
Simone, sei un attaccante ma “piccolino”, come la mettiamo con quelle tappe iniziali da passistoni nel vento (e nelle pietre)?
Bisognerà prestare la massima attenzione. So che il vento può far danni e noi dobbiamo stare vicino al nostro leader Lutsenko se non dovesse avere una gran gamba o dovesse incappare in un giorno no. La paura più grossa è quella di restare intrappolati in qualche caduta. Ci sono quelle 5-6 tappe molto tese, poi la situazione dovrebbe essere un po’ più tranquilla per “Lutse”.
Quindi il kazako proverà a fare classifica?
Sì, ci proverà. Sta bene ed è forte davvero. Senza problemi lui può fare bene.
Quanto conterà l’esperienza “da Belgio” in Francia?
Io ho fatto più le classiche delle Ardenne e altre semiclassiche tipo Fourmies a fine stagione. Non sarò un drago nel vento, ma vengo pur sempre da un’isola! Ho sempre avuto il vento in faccia e mi ci so infilare bene. E poi un discorso è tirare per proteggere un compagno e un altro è tirare per vincere.
Quindi Simone cosa hai messo nella valigia per il Tour?
Poca roba! Lassù ce ne daranno molta nuova. La cosa che non manca mai è il tappetino per lo stretching. Bisogna centellinare le energie e massimizzare il recupero. Un po’ di abbigliamento da riposo della squadra. Un completo più pesante per la Danimarca e tante energie! Ah, e un paio di jeans e una camicia come insegna il buon Pippo Pozzato!
Qualche libro? Serie tv?
Su Netflix ogni tanto ne seguo qualcuna di serie, ma nelle ultime settimane non ho avuto tanto tempo. Ero sempre a tutta con gli allenamenti che come toccavo il letto dormivo! Magari riprenderò a vedere la serie sulla Formula 1. E poi ho saputo che in questo Tour ne gireranno una. Magari sarò protagonista e mi rivedrò nella serie andando al Tour del 2023.
Qual è il primo ricordo che hai del Tour?
Ho sempre associato il Tour de France all’arrivo dell’estate. Se ben ricordo una volta partiva un po’ prima. Io andavo ancora all’asilo e quando c’era il Tour era estate piena per me. Mattina mare, poi pranzo, Tour alla tv… con qualche sonnellino, e poi di nuovo mare.